Portafoglio finanziario per professionisti ad alto reddito

Mettere in piedi un portafoglio finanziario senza ricorrere all’aiuto di esperti del settore richiede un’ottima conoscenza dei mercati e una buona visione sull’andamento futuro dei mercati, soprattutto quando è richiesta una maggiore movimentazione del portfolio stesso. Tuttavia, oggi molti professionisti stanno aumentando la loro preparazione di base sui mercati intervenendo in prima persona nella costruzione del proprio portafoglio. L’aiuto di un esperto è sempre consigliabile, a patto che sia indipendente, ovvero non legato ad una banca o compagnia assicurativa.

Vediamo come un professionista con reddito annuale elevato potrebbe gestire il proprio portfolio, considerando l’obiettivo di aumentare le proprie ricchezze finanziarie attraverso scelte attive. Quando si punta a questi target ambiziosi, la componente azionaria dovrebbe avere un ruolo predominante con una quota anche superiore al 50%.

Nelle fasi di maggiore turbolenza dei mercati è necessario di diversificare maggiormente il portfolio, puntando soprattutto su settori più difensivi (come ad esempio quello delle bevande, dei farmaceutici o dei beni di prima necessità). L’investimento azionario dovrebbe essere effettuato puntando su una buona diversificazione geografica, in particolare su Stati Uniti ed Europa. Bisognerebbe preferire aziende sane e con bilanci in ordine, buona visibilità sugli utili e sulle prospettive di crescita, forte presenza in paesi ad alta crescita.

Alla componente obbligazionaria dovrebbe invece essere riservata una quota del 25-30%, puntando magari sui Btp a media-lunga scadenza e sui corporate bond. Una quota del 10-15% dovrebbe andare poi alle commodity, in particolare a oro, argento e petrolio. Negli ultimi dieci anni l’oro è stato l’asset che si è apprezzato di più in assoluto e in futuro potrebbe addirittura migliorare la sua performance. L’ideale è investire attraverso i cosiddetti Etc, puntando in piccola parte anche sulle soft commodity (grani, cotone, caffè, zucchero, cacao). Infine, solo una quota del 5-7% andrebbe destinata alla liquidità, magari in conti di deposito vincolati a 12-24 mesi, caratterizzati da una certa facilità di prelievo in caso di necessità.

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