Portafoglio con titoli in valute estere

La crisi dell’euro ha da tempo spinto molti investitori a puntare sue aree geografiche diverse. L’azionario è senza dubbio l’asset classe più speculativa, che abbina tra l’altro anche il rischio di cambio. Così, in ottica di diversificazione del proprio portafoglio, è possibile acquistare puntare su valute straniere acquistando titoli governativi, corporate bond o emissioni di enti sovranazionali. In questo modo è possibile spuntare rendimenti allettanti, beneficiando anche di un certo grado di equilibrio tra l’aggressività e la prudenza.

Alcuni titoli denominati in valute sicure (ad esempio dollaro americano o canadese) possono offrire rendimenti prossimi allo zero, altri in valute più “esotiche” (ad esempio lira turca o real brasiliano) rendimenti superiori al 5-6%. L’ideale è acquistare in ogni caso le emissioni più liquide, che si possono anche vendere con maggiore facilità e a costi minori (ad esempio con spread accettabili). Se l’investitore ha una bassa propensione al rischio non dovrebbe destinare ai titoli denominati in valuta estera una percentuale superiore al 10% del proprio patrimonio.

I risparmiatori più prudenti, interessati a limitare le oscillazioni dei cambi nel proprio portfolio, potrebbero optare per un mix di titoli emessi in dollari americani, dollari canadesi, franco svizzero e corone norvegesi. Se, invece, si ha una propensione maggiore al rischio è possibile aumentare la quota del portfolio al 15-20%. L’ideale è comunque sempre puntare su emissioni con rating almeno “investment grade”. Se si desidera aumentare leggermente il rischio (e quindi il potenziale rendimento) si può puntare su valute come la lira turca, il real brasiliano o anche lo zloty polacco.

In ottica di lungo periodo può essere interessante puntare sullo yuan cinese, ad esempio con l’emissione della Banca Sviluppo Asia, scadenza 21/10/2020, cedola lorda 2,85% e rating AAA, che offre un rendimento lordo a scadenza intorno al 2,7%. Occhio poi al franco svizzzero, che potrebbe essere un’idea speculativa: se la SNB non riuscirà a tenere bloccato il peg euro/franco a 1,20, la divisa elvetica potrebbe letteralmente spiccare il volo sui mercati valutari.

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