Roma non esce dalla Borsa

La società AS Roma non esce dai listini di Piazza Affari. A confermarlo è Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Unicredit, istituto di credito azionista del club, secondo cui il delisting non sarebbe attualmente in programma. A margine della presentazione dell’Uefa Champion League Trophy Tour 2012, Fiorentino ha inoltre affermato che assegnerebbe la Champions League al presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, “direi anche per acclamazione. Non andrei neanche alla votazione (…) Draghi sta dimostrando leadership e una capacità di interpretazione del ruolo straordinaria”.

Fiorentino ha tuttavia dichiarato di essere d’accordo con l’opinione dell’allenatore Zdenek Zeman, che in tempi non sospetti ha ricordato che le squadre di calcio devono stare lontane dalla Borsa. “Non ha oggi un grandissimo senso in queste situazioni avere una società di calcio quotata”, ha affermato Fiorentino, aggiungendo che “se il calcio riuscisse ad allargare la capacità di generazione di reddito il discorso sarebbe totalmente diverso (…) Certo il fattore di volatilità legato ai risultati dà dosi di saggezza alle dichiarazioni di Zeman, per quanto qualche volta folkloristiche”.

Stando a quanto riportato sull’edizione online de La Repubblica, “Fiorentino ha ribadito che Unicredit ha “un accordo con gli americani” per restare nel capitale di Neep, anche se “il 40% è troppo”. “Per noi – ha aggiunto – è importante trovare nuovi investitori che diano valore ulteriore alla società. Non vendiamo a chi capita –  ha assicurato il banchiere – contrattualmente abbiamo un accordo per restare almeno al 10%, ma anche il 20% avrebbe senso, trovando altri due investitori a cui dare il 10-15%. Non abbiamo interesse a fare cassa, ma a dare valore alla squadra“. In ogni caso, ha spiegato, non sembra che “gli americani (che controllano il 60% di neep, ndr) abbiano interesse a salire”. Fiorentino ha poi notato che “la struttura manageriale” della Roma è ora “direi di primissimo ordine”. La società “ha lasciato la via del mecenatismo e si avvia a una gestione da media impresa italiana”. “Va gestita – ha concluso – con un rapporto sano tra azionisti e management”.

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