Caffè: futures in rialzo grazie al dollaro più debole

Le contrattazioni di ieri dei futures che osservano da vicino le performance del caffè sono state improntate decisamente al rialzo: dopo ben due giorni consecutivi di declino, finalmente si è assistito a un’inversione di tendenza, grazie soprattutto agli ultimi dati sull’economia americana, ma anche agli accordi stabiliti dai leader dell’Unione Europea nel loro ultimo meeting. L’aumento dei contratti in questione si riferisce all’Intercontinental Exchange di New York, piazza che ha assistito al +1,65% della qualità arabica e delle sue spedizioni del mese di dicembre (l’attuale quotazione è giunta fino a 2,3612 dollari la libbra).

Metalli di base, prosegue il rally al London Metal Exchange

I metalli industriali stanno proseguendo imperterriti il loro incredibile rally: si tratta infatti del secondo giorno consecutivo che il London Metal Exchange fa registrare dei guadagni importanti, configurando uno dei migliori risultati dell’ultimo biennio (era dal 2009 che non si verificava una situazione simile), grazie soprattutto ai buoni dati manifatturieri che sono giunti dalla Cina. Nel dettaglio, l’ex Impero Celeste ha messo in luce una interessante crescita delle proprie produzioni nel corso di questo mese, almeno secondo quanto rilevato dagli indici di Hsbc e Markit Economics. Ma c’è anche da dire che i metalli hanno subito questo fondamentale rialzo a causa delle buone performance delle esportazioni giapponesi, aumentate più di quanto ci si potesse aspettare.

Suini: a ottobre record dei futures grazie alla Cina

Se si vuole comprendere meglio il boom dei contratti futures relativi ai suini, bisogna analizzare nel dettaglio i dati commerciali provenienti dalla Cina: l’ultimo report sulle esportazioni dell’ex Impero Celeste ha infatti messo in luce dati importanti, non ultimi quelli collegati a tali strumenti finanziari. Le ottime performance dei futures in questione sono ovviamente quelle di questo mese di ottobre, con record importanti eguagliati e addirittura superati. Nello specifico, il Chicago Mercantile Exchange ha fatto registrare venerdì scorso l’incredibile quotazione di 93,55 dollari; i trader più esperti di questo segmento così particolare hanno spiegato chiaramente che i contratti non erano mai andati al di sopra degli ottanta dollari, dunque si può ben comprendere il rumore che si è levato in tal senso.

Succo d’arancia e cotone, futures contrastanti

I contratti futures che osservano da vicino le quotazioni del cotone sono calati al loro livello più basso delle ultime tre settimane: il motivo è da ricercare nelle previsioni del governo americano in merito ai prossimi raccolti, le quali sono aumentate in maniera sensibile. Al contrario, i futures relativi alle performance del succo d’arancia hanno guadagnato terreno. Entrando maggiormente nel dettaglio delle statistiche appena citate, occorre precisare che gli agricoltori saranno in grado di produrre oltre 16mila milioni di balle di cotone (ogni balla equivale a 218 chilogrammi), lo 0,3% in più rispetto a quanto era stato invece preventivato il mese scorso; secondo lo Us Department of Agricolture, le migliori produzioni saranno quelle della California, del Mississippi e della Georgia, nonostante le perdite di uno stato federale importante come il Texas.

Rame, buon rialzo dei futures a Londra e a Chicago

Tra i vari rialzi del London Metal Exchange, quello del rame è senza dubbio tra i più importanti: questa performance rappresenta la principale conseguenza della stabile domanda proveniente dal continente asiatico, con la Cina a dominare come di consueto i consumi in questione. In particolare, le scorte di rame in Asia sono diminuite nel corso della ventunesima e ventiduesima sessione, mentre le due successive sono state caratterizzate da un incremento che ha compensato tutto. Come ha opportunamente rilevato Standard Chartered, inoltre, la domanda ha subito un interessante aumento anche in Giappone, senza dimenticare gli ottimi ordinativi. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che le spedizioni di rame relative ai prossimi tre mesi sono riuscite a guadagnare 2,1 punti percentuali, attestandosi a quota 7,441 dollari la tonnellata presso la stessa piazza londinese.

Futures: gomma in rialzo al Tokyo Commodity Exchange

La gomma è stata la grande protagonista in positivo delle ultime contrattazioni del Tokyo Commodity Exchange: il rialzo fatto registrare dai relativi contratti futures era infatti atteso da ben sei mesi ed è stato sicuramente favorito dalle nuove aspettative che si nutrono nei confronti dell’Unione Europea e dei vari debiti sovrani. Nel dettaglio, le spedizioni del prossimo mese di febbraio hanno subito un rialzo di quasi sette punti percentuali, il maggiore dal 18 marzo scorso, prima di chiudere la seduta a quota 318,4 yen il chilogrammo (il che equivale anche a 4,170 dollari la tonnellata). Il contratto che invece osserva da vicino le spedizioni di marzo è salito fino a 325 yen, a conferma di ottime performance da tutti i punti di vista.

Mais, brutto tonfo per i futures a Chicago

Il Chicago Board of Trade ha assistito impotente al declino dei contatti futures legati alle performance del mais: il ribasso in questione è stato pari a oltre cinque punti percentuali, tanto che questi prodotti finanziari hanno eguagliato il peggior livello delle ultime dieci settimane. C’è comunque da dire che non si è trattato dell’unico calo presso la piazza americana, visto che i futures relativi ai bovini e ai suini sono stati anch’essi influenzati in maniera negativa dai timori per la recessione globale. Le preoccupazioni per la crisi economica europea e le difficoltà americane, infatti, hanno convinto più di un investitore a vendere gli strumenti collegati all’andamento delle principali commodities. Nello specifico, le ultime contrattazioni sono state caratterizzate da una perdita pari a 35 centesimi di dollaro per quel che riguarda le spedizioni di dicembre del mais, con una quotazione pari a 6,50 dollari il bushel, il livello più basso dallo scorso 11 luglio.

Intercontinental Exchange: il crollo delle soft commodities

Il sapore di questi giorni del cacao e dello zucchero sta tendendo decisamente verso l’amaro: le due commodities, ma non solo esse, hanno infatti subito una caduta importante nel corso delle ultime contrattazioni americane, come principale conseguenza del fatto che gli investitori preferisono rifugiarsi sul dollaro a causa dello scenario economico non certo incoraggiante. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che la Federal Reserve ha annunciato due giorni fa un programma che consentirà agli Stati Uniti di affrontare la recessione, ma a costo di vendere entro i prossimi nove mesi le holding con le scadenze minori. Si è trattato di una misura necessaria e urgente, soprattutto alla luce dei deboli dati cinesi per quel che concerne il manifatturiero. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, occorre sottolineare come i contratti futures relativi al cacao siano giunti al loro livello più basso dell’ultimo anno.

Futures e zucchero: l’Etiopia aumenterà la produzione

Sugar Corporation, compagnia di stato dell’Etiopia che è specializzata nella produzione di zucchero, ha annunciato l’avvio della costruzione di dieci nuovi fabbriche destinate a questo scopo: la stessa azienda sta ora premendo per ottenere degli investimenti privati in grado da implementare un vasto piano di esportazioni. I raccolti della nazione africana diventeranno dunque un nuovo e interessante riferimento per coloro che puntano sui contratti futures? L’obiettivo è quello di dar vita a strutture dal costo di 4,6 miliardi di dollari ciascuna, più precisamente in quattro regioni dello stato in questione. Il governo di Addis Abeba sta gestendo l’intero lavoro, in quanto le società private locali non sono pronte né dal punto di vista finanziario né da quello tecnico per avventurarsi in simili imprese.

Bovini, il Labor Day fa crescere le quotazioni dei futures

I contratti futures relativi alle quotazioni della carne bovina hanno raggiunto i loro massimi delle ultime tre settimane: si tratta di un rialzo provocato essenzialmente dalla speculazione sulla domanda americana di manzo, la quale dovrebbe incrementarsi a causa dei nuovi rifornimenti da parte dei grossisti per il week-end di pausa del Labor Day (oltre a ieri, è previsto per la giornata di oggi). Lo stesso discorso vale anche per i contratti che osservano da vicino le performance delle carni suine, anch’essi protagonisti di un importante guadagno. Volendo essere più precisi, c’è da sottolineare come le tariffe della carne all’ingrosso sono scese di 2,5 punti percentuali nel corso di questa settimana, a causa dell’intervento governativo. Questo può essere definito, a ragione, come il segnale che gli acquirenti al dettaglio hanno terminato le scorte del prodotto alimentare in questione prima del previsto, ovvero prima di una due giorni caratterizzata, come vuole la tradizione, da numerose grigliate.

Futures: il clima fa volare ancora grano e semi di soia

Il grano e i semi di soia, due tra le principali commodities di tipo alimentare, potrebbero prolungare ulteriormente i loro rialzi tariffari: si tratta dell’effetto diretto del peggioramento climatico che sta interessando gran parte degli Stati Uniti, con i raccolti e le scorte che poterebbero subire i danni più consistenti secondo la società Mirae Asset Maps Global Investments. C’è anche da aggiungere che i prezzi in questione rimarranno piuttosto alti per altri motivi, in primis la crescente domanda proveniente dalla Cina e diversi paesi del continente asiatico. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che i prezzi del grano sono saliti di ben venti punti percentuali dallo scorso 1° luglio.

Zucchero, futures sugli scudi nel corso dell’ultima settimana

Lo zucchero è riuscito a conseguire un importante rialzo, il guadagno settimanale più alto da otto mesi a questa parte, visto che non si verificava dallo scorso mese di dicembre: il segno più è stato senz’altro favorito dalla produzione brasiliana della commodity, piuttosto bassa per quello che viene considerato il maggior esportatore al mondo. Anche il caffè e il cacao sono riusciti a conseguire dei rialzi abbastanza simili, a conferma di un trend ben sviluppato. Nel dettaglio, i raccolti delle regioni centro-meridionali del Brasile, vale a dire quelli in cui solitamente si registrano i maggiori tassi di crescita, stanno continuando a declinare oltre ogni aspettativa. I dati messi in luce dalla Datagro Limited sono lampanti e vanno analizzati con la massima attenzione.

Caffè, le gelate dei raccolti minacciano i contratti futures

Le piantagioni di caffè del Brasile sono a forte rischio: mentre qui da noi l’estate imperversa, nello stato sudamericano è inverno, tanto che i raccolti della preziosa commodity potrebbero nuovamente essere soggetti a pericolose gelate. Già due mesi fa si era verificato un episodio simile, ma i danni furono limitati a un’area non molto estesa, ma stavolta il clima non sarà così clemente. Il gelo sta infatti coinvolgendo il Minas Gerais, la regione da cui proviene ben il 50% del caffè totale brasiliano. La parte meridionale della nazione, inoltre, è stretta dalla morsa delle temperature più rigide e anche questo elemento rappresenta un problema, visto che si tratta della zona in cui domina nettamente il settore primario. I raccolti potrebbero dunque essere negativi, con tutte le conseguenze negative anche dal punto di vista degli investimenti finanziari: le notizie non sono ancora certe e non è detto che il disastro sia dietro l’angolo, ma comunque le principali piazze hanno già cominciato a reagire in maniera piuttosto nervosa.

Grano, i futures al livello più alto da giugno

Il grano è riuscito a raggiungere il più alto livello degli ultimi due mesi: un traguardo così importante è stato possibile grazie, in particolare, all’output americano, il quale dovrebbe essere inferiore rispetto alle previsioni approntate dal governo di Washington. Al contrario, i semi di soia si sono resi protagonisti di un andamento più altalenante (alla fine delle contrattazioni i contratti hanno ceduto lo 0,3%). Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire i contratti futures sul grano e relativi alle spedizioni di dicembre hanno subito un rialzo di 0,3 punti percentuali presso il Chicago Board of Trade, facendo fermare la commodity alimentare a quota 7,177 dollari per ogni singolo bushel, un risultato che non veniva nemmeno sfiorato dallo scorso 9 giugno. Si è parlato prima di produzione, ma cosa è successo esattamente a livello di settore primario? In pratica, la produzione di grano dovrebbe superare i 13mila miliardi di bushel, almeno da quanto trapela dall’ultimo rapporto della Intl FCStone Incorporated