Mais, brutto tonfo per i futures a Chicago

Il Chicago Board of Trade ha assistito impotente al declino dei contatti futures legati alle performance del mais: il ribasso in questione è stato pari a oltre cinque punti percentuali, tanto che questi prodotti finanziari hanno eguagliato il peggior livello delle ultime dieci settimane. C’è comunque da dire che non si è trattato dell’unico calo presso la piazza americana, visto che i futures relativi ai bovini e ai suini sono stati anch’essi influenzati in maniera negativa dai timori per la recessione globale. Le preoccupazioni per la crisi economica europea e le difficoltà americane, infatti, hanno convinto più di un investitore a vendere gli strumenti collegati all’andamento delle principali commodities. Nello specifico, le ultime contrattazioni sono state caratterizzate da una perdita pari a 35 centesimi di dollaro per quel che riguarda le spedizioni di dicembre del mais, con una quotazione pari a 6,50 dollari il bushel, il livello più basso dallo scorso 11 luglio.

L’ultimo rally, invece, risale al 30 agosto, quando si raggiunse l’interessante quota di 7,75 dollari. C’è anche da dire che il rafforzamento della moneta verde (l’euro è riuscito a perdere circa sei punti percentuali) ha reso la carne e i cereali in genere molto più costosi di quanto non lo fossero nei mesi precedenti per gli acquirenti esteri, mentre il manzo importato vanta senza dubbio dei prezzi inferiori.

Un discorso a parte lo meritano al contrario i contratti futures che osservano da vicino l’andamento dei prezzi di bovini e suini. In particolare, i contratti relativi ai bovini, vale a dire le spedizioni del prossimo mese di ottobre, hanno ceduto tre centesimi di dollaro, con una quotazione di 1,1625 dollari la libbra, il picco più basso da oltre tre settimane; ai suini non è andata meglio, con 0,925 centesimi di calo e una quota finale di poco superiore agli 88 centesimi la libbra, nonostante i buoni rialzi della settimana precedente.

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