Gold: reazione del future, ma up-trend ancora lontano

Del rally rialzista che ha portato il Gold in poco tempo a segnare nuovi massimi assoluti intorno a quota 1900 è rimasto ben poco dopo l’ultimo crollo messo a segno nel mese di Settembre; anche se in realtà la situazione è ben lontana dall’essere negativa, il parere diffuso è che la crescita sia ormai finita e quindi è tempo di vendere le posizioni aperte ed eventualmente puntare su un ribasso.

La tenuta della dinamica verde durante il test di fine Settembre ben visibile nel grafico a lato ha riacceso le speranze di rivedere i massimi assoluti in chi ha comprato proprio intorno a quella quota, sbagliando completamente timing di ingresso (e sicuramente non sono pochi) ma la realtà dei fatti è che attualmente le aspettative di crescita più ottimistiche si fermano a 1800 e continua a prevalere l’ipotesi di ritracciamento di medio periodo assimilabile ad un’onda di Eliott di correzione.

Commodities: quale scegliere tra Corn, Soybean e Wheat?

L’andamento delle tre commodities più importanti del mercato è strettamente correlato tra loro, anche se più volte su queste pagine abbiamo fatto notare come nonostante la tendenza spesso coincide quello che differisce è l’entità dei movimenti, che è quello che poi fa’ la differenza nella scelta tra una commodities e l’altra.

Attualmente le tre sono ancora strettamente correlate ed i segnali tecnici che vanno a buon fine hanno ripercussioni sulla totalità del mercato, facilitando molto il lavoro sullo studio della tendenza grazie alle conferme multiple.

Nonostante questo ricavare profitti alti non è facile e la scelta sul management del capitale va’ fatta puntando non solo nella giusta direzione ma anche su quella delle tre che ha le previsioni di volatilità più alte. Per assurdo, in questo caso lo studio dello storico funziona al contrario; un periodo di compressione anticipa probabilmente un’uscita direzionale con aumento di volatilità seguito da un movimento direzionale mentre la direzionalità tenderà a trovare un livello statico o dinamico (anche se di bassa angolatura rispetto all’asse del tempo)  intorno a cui sviluppare una fase laterale e di consolidamento dei prezzi raggiunti, per capire se la direzione è giusta o se si tratta di una tendenza secondaria.

Suini: a ottobre record dei futures grazie alla Cina

Se si vuole comprendere meglio il boom dei contratti futures relativi ai suini, bisogna analizzare nel dettaglio i dati commerciali provenienti dalla Cina: l’ultimo report sulle esportazioni dell’ex Impero Celeste ha infatti messo in luce dati importanti, non ultimi quelli collegati a tali strumenti finanziari. Le ottime performance dei futures in questione sono ovviamente quelle di questo mese di ottobre, con record importanti eguagliati e addirittura superati. Nello specifico, il Chicago Mercantile Exchange ha fatto registrare venerdì scorso l’incredibile quotazione di 93,55 dollari; i trader più esperti di questo segmento così particolare hanno spiegato chiaramente che i contratti non erano mai andati al di sopra degli ottanta dollari, dunque si può ben comprendere il rumore che si è levato in tal senso.

Natural Gas: stagionalità finite, aspettative da segnali tecnici

Non è certo una novità il fatto che il Natural Gas non risponde più alle stagioni; negli anni del trading sul floor gli studi grafici sulle commodities e sugli energetici prendevano in grandissima considerazione lo studio delle stagionalità e dei cicli di tutti gli strumenti finanziari come base su cui fare trading anche intraday. Da molti anni ormai questo discorso non vale più ed anche sul mercato, come in tutti gli atri settori, urge un rinnovamento del modo di pensare e lavorare che derivi direttamente dall’osservazione dei cambiamenti.

Il downtrend iniziato dopo la bolla del 2005 sul Natural Gas prosegue anche adesso trascinando il prezzo al di sotto di soglie record senza più seguire fondamentali o stagioni e quello che era il range laterale di “contenimento” è stato violato al ribasso durante il mese di Agosto per poi confermare in Settembre la grande debolezza di cui il mercato soffre.

Succo d’arancia e cotone, futures contrastanti

I contratti futures che osservano da vicino le quotazioni del cotone sono calati al loro livello più basso delle ultime tre settimane: il motivo è da ricercare nelle previsioni del governo americano in merito ai prossimi raccolti, le quali sono aumentate in maniera sensibile. Al contrario, i futures relativi alle performance del succo d’arancia hanno guadagnato terreno. Entrando maggiormente nel dettaglio delle statistiche appena citate, occorre precisare che gli agricoltori saranno in grado di produrre oltre 16mila milioni di balle di cotone (ogni balla equivale a 218 chilogrammi), lo 0,3% in più rispetto a quanto era stato invece preventivato il mese scorso; secondo lo Us Department of Agricolture, le migliori produzioni saranno quelle della California, del Mississippi e della Georgia, nonostante le perdite di uno stato federale importante come il Texas.

Crude Oil: opportunità ed alternative per l’investimento sull’Oro Nero

La bolla speculativa sul Petrolio di qualche anno fa‘ da qualcuno è stata considerata solo l’inizio del rialzo vero e proprio che tarderebbe solamente ad avviarsi; la scarsità del bene e la continua domanda nonostante le alternative energetiche fanno si dopo la discesa il mercato si trovi in una situazione di sotto-valutazione estremamente favorevole per chi crede nell’Oro Nero. Non ci sono infatti certezze che in un domani non troppo prossimo le compagnie petrolifere possano aver ideato una conversione alle rinnovabili, in sintonia con i costruttori di veicoli ad esempio, ma mentre queste sono solo fantasticherie gli investitori si interrogano sui fatti reali che stanno muovendo il prezzo e concordano nell’altissima possibilità di rivedere prezzi molto alti per il Crude Oil. Il future dopo il bottom del 2008 prossimo a quota 60 è tornato fin poco sopra a 110 punti anche se per poco tempo, ed ora completa uno swing ribassista superiore al precedente dopo un top relativo anch’esso superiore al precedente, così da completare il pattern rialzista che dovrebbe dare quindi il via agli acquisti degli istituzionali oltre che dei privati.

Gold future: il prezzo dell’Oro ha raggiunto il suo massimo?

Bolla speculativa? Ancora non si capisce. Questa comunque è la giusta domanda da porsi in questo momento, guardando il grafico giornaliero del Gold future; dopo essere arrivato poco oltre quota 1900 il prezzo dell’oro è declinato velocemente fin poco sotto 1550 facendo pensare che quella che è stata definita una bolla speculativa al pari di quella del Crude Oil fosse ormai giunta al termine e gli short avrebbero cominciato a dare i loro frutti.

Pur avendo cancellato un mese di rialzi, la discesa avuta dal top di inizio Settembre non ha ancora cambiato le carte in tavola; per girare un trend di lungo periodo serve ben altro che una discesa di questa entità che ha dato seguito semplicemente ad un doppio massimo sul top assoluto con break-away point a 1750 e target a 1610. Quello a cui si allude è una serie di swing settimanali che diano indicazioni più chiare (anche se poco immediate) oppure più rapidamente un crollo verticale sotto a 1600 che dia inizio al “sell-off” che ci si aspetta alla fine di una bolla.

Petrolio, previsioni al ribasso per la domanda del 2012

Il petrolio sarà pure l’oro nero, ma sono in molti a sperare che le previsioni per il 2012 di questa commodity non siano dello stesso colore: battute a parte, cosa bisogna attenderci dal prossimo anno in questo senso? Ci si può affidare soprattutto a organizzazioni, banche e compagnie, le quali si sono cimentate di recente proprio in questo compito. Non si può non cominciare dall’Opec, l’organizzazione internazionale che raggruppa i paesi esportatori di petrolio: secondo i suoi calcoli, le previsioni relative alla domanda devono essere ritoccate al ribasso, così come è stato fatto appunto nei giorni scorsi, anche perché la situazione viene resa piuttosto critica dalla guerra civile in Libia che sembra non finire mai. Il rapporto mensile dell’Opec, inoltre, ha messo in luce come il prossimo anno sarà caratterizzato da 89,26 milioni di barili al giorno, mentre soltanto due mesi fa lo stesso dato era pari a 89,44 milioni.

Futures: gomma in rialzo al Tokyo Commodity Exchange

La gomma è stata la grande protagonista in positivo delle ultime contrattazioni del Tokyo Commodity Exchange: il rialzo fatto registrare dai relativi contratti futures era infatti atteso da ben sei mesi ed è stato sicuramente favorito dalle nuove aspettative che si nutrono nei confronti dell’Unione Europea e dei vari debiti sovrani. Nel dettaglio, le spedizioni del prossimo mese di febbraio hanno subito un rialzo di quasi sette punti percentuali, il maggiore dal 18 marzo scorso, prima di chiudere la seduta a quota 318,4 yen il chilogrammo (il che equivale anche a 4,170 dollari la tonnellata). Il contratto che invece osserva da vicino le spedizioni di marzo è salito fino a 325 yen, a conferma di ottime performance da tutti i punti di vista.

Mais, brutto tonfo per i futures a Chicago

Il Chicago Board of Trade ha assistito impotente al declino dei contatti futures legati alle performance del mais: il ribasso in questione è stato pari a oltre cinque punti percentuali, tanto che questi prodotti finanziari hanno eguagliato il peggior livello delle ultime dieci settimane. C’è comunque da dire che non si è trattato dell’unico calo presso la piazza americana, visto che i futures relativi ai bovini e ai suini sono stati anch’essi influenzati in maniera negativa dai timori per la recessione globale. Le preoccupazioni per la crisi economica europea e le difficoltà americane, infatti, hanno convinto più di un investitore a vendere gli strumenti collegati all’andamento delle principali commodities. Nello specifico, le ultime contrattazioni sono state caratterizzate da una perdita pari a 35 centesimi di dollaro per quel che riguarda le spedizioni di dicembre del mais, con una quotazione pari a 6,50 dollari il bushel, il livello più basso dallo scorso 11 luglio.

Gold: future crolla dopo il double top

La corsa rialzista dell’Oro, che ha stimolato sia l’entrata sul mercato sia la nascita di nuovi strumenti finanziari per investire nel bene di rifugio, sembra arrivata momentaneamente al capolinea. Guardando il grafico, dal 2005 ad oggi l’unico periodo di incertezza nell’up-trend del Gold lo si è avuto alla fine della fase di recessione del 2008, quando l’Oro quotava intorno a 1000 che oltretutto era una resistenza psicologica fortissima. Il ritracciamento/laterale durato un anno intero si è poi confermato essere tale con il superamento del top di inizio 2008 quando poi la corsa dell’Oro è ripresa fino ad arrivare poco oltre quota 1900 poco tempo fa’.

Quali sono ora le previsioni per l’immediato futuro? Il doppio massimo disegnato a ridosso di quota 1900 ha il suo break-away point a 1750 e la conferma della sua rottura è arrivata con il close daily del 22 Settembre; il bottom disegnato poco sotto a 1650 conferma la negatività di fondo che si sta facendo strada e promette di ritracciare buona parte del movimento rialzista degli ultimi mesi.

Rbs, tredici Mini Long Futures su oro, argento e cotone

Royal Bank of Scotland conferma la propria predilezione finanziaria per la categoria dei Mini Futures Long e Short Certificates: l’ultima emissione presso Borsa Italiana, infatti, è avvenuta appena due giorni fa, con la consueta negoziazione continua del segmento Sedex. Che cosa prevede stavolta questa quotazione? I sottostanti saranno esattamente tredici, anche se poi faranno riferimento a due sole piazze finanziarie degli Stati Uniti, vale a dire il Comex e il Nybot. Nello specifico, verranno contemplati i contratti futures relativi all’argento, oro e rame (Commodity Exchange di New York) con tutte le scadenze previste a dicembre del 2011, mentre il New York Board of Trade sarà rappresentato da altri contratti con la medesima scadenza per quel che concerne le spedizioni e il cotone come unica commodity prevista.

Intercontinental Exchange: il crollo delle soft commodities

Il sapore di questi giorni del cacao e dello zucchero sta tendendo decisamente verso l’amaro: le due commodities, ma non solo esse, hanno infatti subito una caduta importante nel corso delle ultime contrattazioni americane, come principale conseguenza del fatto che gli investitori preferisono rifugiarsi sul dollaro a causa dello scenario economico non certo incoraggiante. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che la Federal Reserve ha annunciato due giorni fa un programma che consentirà agli Stati Uniti di affrontare la recessione, ma a costo di vendere entro i prossimi nove mesi le holding con le scadenze minori. Si è trattato di una misura necessaria e urgente, soprattutto alla luce dei deboli dati cinesi per quel che concerne il manifatturiero. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, occorre sottolineare come i contratti futures relativi al cacao siano giunti al loro livello più basso dell’ultimo anno.

Futures e zucchero: l’Etiopia aumenterà la produzione

Sugar Corporation, compagnia di stato dell’Etiopia che è specializzata nella produzione di zucchero, ha annunciato l’avvio della costruzione di dieci nuovi fabbriche destinate a questo scopo: la stessa azienda sta ora premendo per ottenere degli investimenti privati in grado da implementare un vasto piano di esportazioni. I raccolti della nazione africana diventeranno dunque un nuovo e interessante riferimento per coloro che puntano sui contratti futures? L’obiettivo è quello di dar vita a strutture dal costo di 4,6 miliardi di dollari ciascuna, più precisamente in quattro regioni dello stato in questione. Il governo di Addis Abeba sta gestendo l’intero lavoro, in quanto le società private locali non sono pronte né dal punto di vista finanziario né da quello tecnico per avventurarsi in simili imprese.