Petrolio, previsioni al ribasso per la domanda del 2012

Il petrolio sarà pure l’oro nero, ma sono in molti a sperare che le previsioni per il 2012 di questa commodity non siano dello stesso colore: battute a parte, cosa bisogna attenderci dal prossimo anno in questo senso? Ci si può affidare soprattutto a organizzazioni, banche e compagnie, le quali si sono cimentate di recente proprio in questo compito. Non si può non cominciare dall’Opec, l’organizzazione internazionale che raggruppa i paesi esportatori di petrolio: secondo i suoi calcoli, le previsioni relative alla domanda devono essere ritoccate al ribasso, così come è stato fatto appunto nei giorni scorsi, anche perché la situazione viene resa piuttosto critica dalla guerra civile in Libia che sembra non finire mai. Il rapporto mensile dell’Opec, inoltre, ha messo in luce come il prossimo anno sarà caratterizzato da 89,26 milioni di barili al giorno, mentre soltanto due mesi fa lo stesso dato era pari a 89,44 milioni.

Di conseguenza, anche il prezzo di riferimento dovrebbe risultare in calo, in particolare nei primi tre mesi del 2012, provocando magari il timore degli investitori che hanno puntato sul petrolio con i loro certificati o contratti futures. Non vanno meglio i report stilati da JP Morgan. Secondo la banca americana, infatti, i dati sul prezzo del Brent del prossimo anno non possono che essere negativi: in questo caso, se si raffrontano gli ultimi quattro mesi di quest’anno e i primissimi del 2012 ci si accorge che la tariffazione è sensibilmente diversa, un range compreso tra 115 e 124 dollari nel primo caso, tra 100 e 120 dollari nel secondo, un chiaro ribasso.

Un ulteriore elemento che viene aggiunto a quelli che influiscono negativamente è anche il rallentamento dell’economia globale, un fenomeno che rischia seriamente di causare un vero e proprio crollo della domanda (si parla di 500mila barili al giorno in meno). La stessa onda ribassista, infine, è stata cavalcata dalla tedesca Commerzbank.

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