Eni in rialzo grazie a Piazza Affari e Petrolio

La positività di Piazza Affari (e dell’Eurozona in generale) si riflette più o meno su tutto il listino, ad esclusione di pochi titoli presi di mira dalla speculazione ribassista e dalle prese di profitto. Nella fascia centrale del listino (quella prossima allo 0%) si posizione Eni che si mantiene comunque sopra la parità, anche se di poco.

L’andamento positivo di Piazza Affari influenza positivamente i petroliferi ed in particolare nel settore oggi l’attenzione è rivolta proprio su Eni; il cane a sei zampe beneficia degli acquisti sulle Blue Chips Europee, ma sopratutto viene trainata al rialzo dall’andamento positivo del prezzo del petrolio, prossimo ormai agli 87 dollari per barile dopo una fase di ritracciamento di medio termine forse giunta alla fine.

DIVIDENDO ENI 2012 ESERCIZIO 2011

Il nuovo rating spagnolo fa calare i futures petroliferi

Il petrolio è calato dopo aver toccato il suo livello più alto delle ultime quattro settimane a New York: il ridimensionamento del rating creditizio della Spagna ha inciso in maniera profonda su queste quotazioni, tanto da influire in modo decisivo sulla domanda di carburante per quel che riguarda il continente europeo. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che i contratti futures collegati al greggio sono scesi di oltre 0,8 punti percentuali al momento dell’annuncio del declassamento della nazione iberica da parte di Standard & Poor’s. La qualità petrolifera West Texas Intermediate potrebbe subire la stessa sorte nel corso della prossima settimana, in particolare alla luce della minore fiducia nei confronti dell’area dell’euro e della crescita inferiore alle attese dell’economia americana.

Previsioni prezzo Benzina 2012

Anche se i trascorsi più e meno recenti dovrebbero aver fugato ogni dubbio, la credenza comune è ancora quella che il prezzo della benzina dipenda dal prezzo del petrolio. Per quanto possa sembrare strano, secondo i dati raccolti il prezzo della benzina si potrebbe benissimo considerare come un’entità a se stante in grado di subire grandi variazioni senza che il prodotto grezzo aumenti o diminuisca.

Di questo possiamo prendere visione semplicemente sovrapponendo il grafico del Brent Crude Oil a quello del prezzo della benzina in Italia; i livelli raggiunti con la bolla speculativa degli anni scorsi non sono rientrati come sarebbe dovuto succedere ed anzi nella fase laterale che è seguita il prezzo del prodotto finito ha continuato ad aumentare senza più minimamente seguire l’andamento del Petrolio grezzo.

Previsioni Crude Oil Febbraio 2012

L’andamento del prezzo del petrolio non ha più interessato particolarmente la stampa ma quello che sta succedendo sui grafici di lungo potrebbe far cambiare le cose a breve. Sul Brent Crude Oil rettificato si ha un massimo storico nel 2008 di poco superiore ai 150 $ a barile mentre il bottom è prossimo a quota 46. Questi livelli estremi ora non sono di interesse visto che il trading è ormai concentrato tra 95 e 125 circa  ed è qui che si sviluppano i pattern da seguire.

Sul grafico giornaliero da diversi mesi la situazione è in evoluzione ed ora finalmente gli swing sono definiti e si può tracciare il quadro completo della situazione; il bottom di Ottobre scorso rappresenta il punto di partenza della serie rialzista di swing in corso che vede il suo massimo prossimo a quota 120 raggiunto proprio due giorni fa’.

Il Petrolio è un buon investimento?

L’andamento del Petrolio negli ultimi anni non è semplicemente una variazione di prezzo; il Crude Oil, o meglio il Brent Crude Oil rappresenta per il mondo intero una risorsa su cui ruota l’andamento dell’intero pianeta. I trasporti influenzano il prezzo di qualsiasi cosa e tutto ciò che non può essere inviato per via telematica fa’ in un modo o nell’altro affidamento ai mezzi terreni che si muovono in gran parte grazie al Petrolio.

L’industria dell’automobile stessa è influenzata direttamente dal Petrolio visto che la scelta di un’automobile piuttosto che di un’altra è fatta anche in base ai consumi ed alla cilindrata della stessa. La poca diffusione delle auto a GPL o Metano costringe a prendere in seria considerazione i consumi del mezzo e questo è un dato che può far scegliere un modello piuttosto che un altro.

Investire nel Petrolio nel 2012

La domanda del momento è se il Crude Oil sarà un buon investimento anche nel 2012, visto che dopo lo scoppio della bolla speculativa del 2008 il prezzo dell’Oro Nero è rimasto in un laterale ad ampio range senza soluzione. Prima di rispondere a questo interrogativo chiariamo immediatamente un concetto estremamente importante; il legame tra prezzo di mercato (quindi tutto ciò che riguarda gli strumenti finanziari) e prezzo dei prodotti derivati (quindi carburanti e quant’altro) del Petrolio ormai non esiste più. Il prezzo di mercato è sempre deciso dalla domanda e dall’offerta, che dipendono a loro volta da una miriade di fattori) mentre per quanto riguarda i prezzi dei prodotti derivati, i fattori che influenzano l’andamento sono ben diversi. Ovviamente stiamo parlando in particolare della benzina; quando nel 2008 il petrolio era all’apice della bolla speculativa (che sul grafico del future rettificato corrisponde ad un valore di circa 190$ al barile) i carburanti alla pompa viaggiavano intorno a 1.35-1.40 euro al litro. Ora il petrolio è sotto quota 100$ secondo il grafico del Crude Oil future e la benzina in Italia ha sfondato quota 1.70 euro al litro. 

I futures sul petrolio crescono grazie ai beni durevoli americani

La crescita dei contratti futures che fanno riferimento al petrolio è senz’altro incoraggiante per la fine di quest’anno e l’inizio di quello nuovo: nel dettaglio, tali strumenti hanno chiuso le contrattazioni di ieri con un guadagno dello 0,7%, subito dopo la pubblicazione dei dati relativi ai beni durevoli statunitensi, i quali sono aumentati lo scorso mese di novembre come non accadeva da diverso tempo (almeno sei mesi). I principali indicatori, inoltre, sono avanzati ben oltre le previsioni, lasciando ben sperare anche per l’attuale mese di dicembre. Il greggio, tra l’altro, ha guadagnato 6,7 punti percentuali a New York, il ricavo più importante dal 28 ottobre scorso.

Crude Oil: opportunità ed alternative per l’investimento sull’Oro Nero

La bolla speculativa sul Petrolio di qualche anno fa‘ da qualcuno è stata considerata solo l’inizio del rialzo vero e proprio che tarderebbe solamente ad avviarsi; la scarsità del bene e la continua domanda nonostante le alternative energetiche fanno si dopo la discesa il mercato si trovi in una situazione di sotto-valutazione estremamente favorevole per chi crede nell’Oro Nero. Non ci sono infatti certezze che in un domani non troppo prossimo le compagnie petrolifere possano aver ideato una conversione alle rinnovabili, in sintonia con i costruttori di veicoli ad esempio, ma mentre queste sono solo fantasticherie gli investitori si interrogano sui fatti reali che stanno muovendo il prezzo e concordano nell’altissima possibilità di rivedere prezzi molto alti per il Crude Oil. Il future dopo il bottom del 2008 prossimo a quota 60 è tornato fin poco sopra a 110 punti anche se per poco tempo, ed ora completa uno swing ribassista superiore al precedente dopo un top relativo anch’esso superiore al precedente, così da completare il pattern rialzista che dovrebbe dare quindi il via agli acquisti degli istituzionali oltre che dei privati.

Petrolio, previsioni al ribasso per la domanda del 2012

Il petrolio sarà pure l’oro nero, ma sono in molti a sperare che le previsioni per il 2012 di questa commodity non siano dello stesso colore: battute a parte, cosa bisogna attenderci dal prossimo anno in questo senso? Ci si può affidare soprattutto a organizzazioni, banche e compagnie, le quali si sono cimentate di recente proprio in questo compito. Non si può non cominciare dall’Opec, l’organizzazione internazionale che raggruppa i paesi esportatori di petrolio: secondo i suoi calcoli, le previsioni relative alla domanda devono essere ritoccate al ribasso, così come è stato fatto appunto nei giorni scorsi, anche perché la situazione viene resa piuttosto critica dalla guerra civile in Libia che sembra non finire mai. Il rapporto mensile dell’Opec, inoltre, ha messo in luce come il prossimo anno sarà caratterizzato da 89,26 milioni di barili al giorno, mentre soltanto due mesi fa lo stesso dato era pari a 89,44 milioni.

Petrolio ed Euro/Dollaro: il confronto non giustifica i rincari sulla benzina

Ogni volta che i derivati del Crude Oil subiscono un rincaro e le agenzie dei consumatori lo fanno presente, le giustificazioni sono sempre diverse e solo a distanza di tempo ci si rende conto che sono false.

Si era data la colpa al prezzo del Petrolio quando nel 2008 la benzina ed il gasolio toccavano il massimo prezzo in Italia (massimo anche in rapporto al costo della vita) ed effettivamente poteva anche essere vero in parte. Se non consideriamo il cambio Euro/Dollaro (in blu/bianco nel grafico a fianco) che era nettamente a favore dell’Europa in quel momento, la “scusa” per il rincaro poteva anche starci.

Quando la bolla è scoppiata ed il petrolio è tornato sotto a 70 $ il prezzo della benzina è calato considerevolmente, anche se è rimasto ben superiore al periodo precedente il rally del crude oil, quando proprio l’oro nero quotava intorno a 100$ al barile. E già in quel periodo (si parla di fine 2008, inizio 2009) cominciava ad emergere un quadro piuttosto strano che non trovava collegamento tra la finanza e l’economia reale, se non quando la situazione era sfavorevole ai consumatori. 

Oro e Petrolio ancora in salita

Sale ancora il prezzo dell’Oro, sempre a confermare il periodo di grande disagio sui mercati azionari; la stabilità del mercato dei metalli preziosi sembra dare sicurezza agli investitori che cercano conforto nei beni di rifugio e negli investimenti alternativi dopo il fallimento delle società quotate.

Nella giornata di oggi il Gold torna sopra a 1840 anche se poi ritraccia velocemente il movimento di salita diretto al doppio massimo in area 1.908.

La posizione di forza è ancora indiscussa su tutti i time frame, ma se questa è una buona notizia per gli investitori che hanno acquistato l’Oro, non lo è per il resto del mercato. Cresce ancora la sfiducia verso le aziende quotate ma anche verso i titoli di Stato, sopratutto dopo le minacce di down-grade delle agenzie di rating direttamente sui debiti più importanti del globo.

Allo stesso modo torna in quota il Petrolio, anche se solo nel breve periodo; una serie di swing crescenti sembrano voler riportare il prezzo oltre quota 90, ma è ancora presto per dirlo.

Saras: effetti contenuti dalla crisi libica

Nel primo semestre del 2011 gli effetti legati alla crisi libica per Saras sono stati contenuti. Ad affermarlo è stato Gian Marco Moratti, il Presidente di Saras, in concomitanza con la comunicazione al mercato dei dati semestrali, caratterizzati in particolare da un giro d’affari che, a 5,3 miliardi di euro, è cresciuto del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo grazie sia all’ascesa dei prodotti petroliferi, sia ai maggiori ricavi che la società ha conseguito dai comparti della raffinazione e del marketing. Al riguardo proprio il Presidente ha sottolineato come nel primo semestre del 2011 la società abbia adottato una politica accorta per quel che riguarda l’approvvigionamento, così come effetti positivi ha generato l’integrazione commerciale tra le società del comparto marketing e la Capogruppo.

Eni: Assemblea approva Bilancio 2010 e dividendo

Via libera, da parte dell’Assemblea degli Azionisti, al Bilancio 2010 di Eni, chiusosi in particolare con un utile pari a ben 6.179.319.559,03 euro, ed al pagamento del dividendo a valere sull’esercizio annuale. A darne notizia è stata proprio la società del cane a sei zampe nel precisare come, inoltre, l’Assemblea degli Azionisti abbia provveduto a nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione e quelli del Collegio Sindacale. Il dividendo 2010 è pari ad 1 euro per azione, di cui già 0,50 euro per azione pagati agli azionisti a titoli di acconto nello scorso mese di settembre. Nel consegue che, a saldo, gli azionisti di Eni intascheranno un dividendo pari a 0,50 euro con messa in pagamento il 26 maggio e data stacco fissata per la giornata di lunedì 23 maggio 2011, a partire dalla quale, quindi, le azioni Eni quoteranno ex cedola.

Saras: perdita esercizio 2010 passa a nuovo

La perdita di esercizio del Gruppo Saras, nell’anno 2010, che si è attestata ad euro 110.086.524, passa ufficialmente a nuovo. Questo dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea degli Azionisti della società che si è riunita in data odierna, giovedì 28 aprile 2011, e che ha approvato tra l’altro il Bilancio Separato al 31 dicembre 2010, le modifiche ad alcuni articoli del Regolamento Assembleare, e l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie; inoltre, in linea con la proposta che è stata formulata dal Consiglio di Amministrazione di Saras, l’Assemblea degli Azionisti ha approvato di non distribuire dividendi a valere sull’esercizio 2010. In linea con il piano di business 2010, la Saras lo scorso anno ha realizzato investimenti per 95 milioni di euro circa rispetto ai 244 milioni di euro dell’anno 2009. A fine 2010 la posizione finanziaria netta della società, per effetto sia degli investimenti effettuati, sia delle risorse che sono state assorbite dalla gestione operativa, peggiora da -345 milioni a -501 milioni di euro.