I futures sul petrolio crescono grazie ai beni durevoli americani

La crescita dei contratti futures che fanno riferimento al petrolio è senz’altro incoraggiante per la fine di quest’anno e l’inizio di quello nuovo: nel dettaglio, tali strumenti hanno chiuso le contrattazioni di ieri con un guadagno dello 0,7%, subito dopo la pubblicazione dei dati relativi ai beni durevoli statunitensi, i quali sono aumentati lo scorso mese di novembre come non accadeva da diverso tempo (almeno sei mesi). I principali indicatori, inoltre, sono avanzati ben oltre le previsioni, lasciando ben sperare anche per l’attuale mese di dicembre. Il greggio, tra l’altro, ha guadagnato 6,7 punti percentuali a New York, il ricavo più importante dal 28 ottobre scorso.

Secondo alcuni ricercatori, i dati in questione possono senz’altro definirsi positivi e incoraggianti, un trend che dovrebbe continuare anche nel 2012. Le spedizioni di febbraio hanno fatto registrare ricavi per trenta centesimi di dollaro (+0,3%), attestandosi a quota 99,83 dollari il barile presso il New York Mercantile Exchange; il livello più alto è stato però raggiunto con i 100,23 dollari, il maggior intraday dell’ultima settimana. D’altronde, bisogna anche sottolineare come i principali contratti energetici della piazza americana rimarranno chiusi almeno fino al 26 dicembre per le festività natalizie, quindi ci sarà tempo per respirare un po’ e cercare di comprendere quali prospettive si possono attendere nel breve termine.

Per quel che riguarda il brent, invece, c’è da dire che il relativo contratto londinese ha ottenuto un rialzo di undici centesimi, con una quota complessiva di 108 dollari il barile; in questo caso, il mese di ottobre era stato l’ultimo riferimento positivo, ma fortunatamente i dati sono stati aggiornati in maniera puntuale. Secondo lo Us Commerce Department, i beni durevoli sono cresciuti di 3,8 punti percentuali, una linfa importantissima per il mondo dei futures; in aggiunta, le vendite di nuovi immobili negli Stati Uniti sono cresciute a novembre fino al loro livello più alto degli ultimi sette mesi.

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