Su quali Btp investire per driblare il rischio-tassi

btpLa recente impennata dei tassi italiani su tutte le scadenze ha reso i Btp più interessanti, in quanto i prezzi sono scesi molto e i rendimenti chiaramenti aumentati. Il costo della vita resta sotto controllo, con un tasso di inflazione all’1,2% su base annua. Già con un Btp con scadenza di 4 anni è possibile triplicare il tasso di inflazione corrente. Il Btp scadenza 1° giugno 2017, cedola 4,75%, prezza in area 105,30 e rende poco più del 3,3%.

Gazprom lancia sul mercato bond a sette e quindici anni

Il colosso russo del gas e del petrolio Gazprom ha appena venduto la tranche di bond che può vantare la scadenza più lunga: in particolare, la compagnia ha deciso di sfruttare al massimo il vantaggio della domanda che gli investitori stanno ampliando per quel che concerne i corporate bond. Che tipo di opportunità può essere questa? Se n’è parlato anche verso la fine dello scorso anno (Investire in Gazprom 2012), ma cerchiamo di capire quali sono le prospettive per quel che riguarda il 2013. La preparazione dell’offerta ha riguardato due distinte scadenze, quella a sette e quella a quindici anni, ma sempre con la denominazione in dollari americani.

Come investire in Btp nel 2013 secondo Russell Investments

Negli ultimi mesi lo spread Btp-Bund è stato interessato da un graduale restringimento verso i 250 punti base, favorito dalla sempre minore avversione per il rischio che ha creato una sorta di mini-bolla sul mercato dei bond periferici europei. Ad esempio i Btp italiani hanno messo a segno una performance del 21% nel 2012 e con l’inizio del nuovo anno sono già in territorio ampiamente positivo. Albert Jalso, manager del Ric Global Bond Fund di Russell Investments, consiglia prudenza sui Btp italiani.

Come investire nel 2013 secondo Natixis

Il 2013 è iniziato all’insegna dell’euforia sui mercati finanziari. Le borse mondiali stanno dimostrando di avere grande forza, sia quelle europee che quelle americane, ma anche quelle dei paesi emergenti e del Far East asiatico. L’aumento dell’appetito pr il rischio sta premiando soprattutto le borse dei paesi periferici europei, in particolare Spagna e Italia che stanno recuperando il terreno perduto negli ultimi mesi caratterizzati da gravi difficoltà per l’accentuarsi della crisi dei debiti sovrani. Secondo gli esperti di Natixis Global Asset Management, il trend rialzista delle borse è destinato a proseguire anche nei prossimi mesi.

Volkswagen inaugura il 2013 dei corporate bond

È di Volkswagen la prima emissione di corporate bond per quel che riguarda il 2013: il nuovo anno comincia dunque con il lancio delle obbligazioni del colosso automobilistico tedesco, il quale ha approfittato del fatto che il debito governativo è sceso al suo livello più basso dall’aprile del 2008. A inizio novembre, al contrario, Volkswagen si era affidata ai bond convertibili triennali. La multinazionale teutonica ha rappresentato la principale emittente europea nel corso del 2012, con quasi dieci miliardi di euro in bond, senza dimenticare che ben 6,5 miliardi di titoli matureranno proprio nei prossimi mesi.

Corporate bond record emissioni a 4mila miliardi nel 2012

Il 2012 è stato un anno spettacolare per il segmento dei corporate bond del mercato obbligazionario. Le emissioni mondiali di obbligazioni societarie hanno raggiunto la soglia record dei 4.000 miliardi di dollari. E’ stato così battutto anche il record del 2009, che aveva visto le emissioni toccare la soglia dei 3,89 trilioni di dollari, quando grazie alla garanzia del governo statunitense ci fu un forte afflusso di fondi in un contesto di mercato ancora sotto shock per lo scoppio della crisi dei mutui subprime e per il tracollo di Lehman Brothers.

Investire in corporate bond senza rating

I bond senza rating potrebbero essere considerati dei titoli obbligazionari molto rischiosi, ma questo è vero solo in teoria. Anche senza avere un giudizio sul merito di credito da parte di almeno una delle tre principali agenzie di rating presenti sul mercato (Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch), è possibile trovare delle buone opportunità di investimento tra i corporate bond senza rating senza esporsi al rischio in modo eccessivo. Secondo uno studio di Consultique Sim, società di investimento indipendente, ci sono alcune emissioni obbligazionarie italiane e straniere senza rating con cedole molto elevate.

Previsioni bond paesi emergenti 2013 secondo Jp Morgan Am

Nonostante la corsa messa a punto negli ultimi mesi, i bond dei paesi emergenti restano ancora molto attraenti per la maggior parte dei gestori dei fondi di investimento. E’ chiaramente indispensabile una certa selettività se si vuole trovare valore ed evitare brutte sorprese e/o eccessivi rischio (come il caso dell’Argentina, tornata di nuovo a essere a rischio default). Ad ogni modo, in termini relativi, le obbligazioni dei paesi emergenti offrono ancora rendimenti più elevati rispetto a quelli dei paesi maturi, con 240-250 punti di spread sui bond governativi americani.

Emissioni record di corporate bond europei a settembre 2012

Lo scorso settembre è stato un mese record per il mercato dei corporate bond emessi da società non finanziarie. Infatti, secondo quanto comunicato dalla Banca Centrale Europea c’è stato un aumento del 13,5% delle emissioni obbligazionarie societarie, meglio dell’incremento del 10,6% registrato ad agosto. Un aumento tale dei collocamenti delle obbligazioni societarie non si riscontrava ormai da due anni. Secondo gli esperti dell’Eurotower questo boom di emissioni è dovuto ad un cambiamento importante nel mercato del credito in Europa.

Investire in bond svizzeri a fine 2012

A partire da settembre scorso le continue iniezioni di liquidità delle principali banche centrali, in particolare quelle di Stati Uniti e Giappone, hanno condizionato non poco l’andamento del mercato obbligazionario creando i presupposti per un vero e proprio record di emissioni di corporate bond. Nelle ultime settimane il rendimento è sensibilmente calato anche per i bond con rating basso, in particolare sulle scadenze brevi. Sul mercato si respira così un maggiore appetito per i bond più rischiosi, come dimostrato dalle recenti emissioni di Abs (considerati da sempre “titoli tossici”) e bond trentennali.

Università di Cambridge emette bond da 350 milioni di sterline

Nel bel mezzo del boom del mercato dei corporate bond in Europa, spinti soprattutto dalle basse valutazioni dei titoli e dai risicati rendimenti sui titoli governativi dei paesi ad alto rating, scende in campo anche la storica e prestigiosa Università di Cambridge. Per la prima volta nella sua storia, l’università britannica non incontrerà studenti bensì potenziali investitori per discutere del collocamento di un bond da 350 milioni di sterline. In 800 anni dalla fondazione, l’Università di Cambridge non si era mai finanziata con un’emissione obbligazionaria.

Il denaro che sarà raccolto servirà per finanziare le strutture destinate all’attività di ricerca e per gli alloggi degli studenti universitari. L’emissione è seguita da vicino dall’agenzia di rating Moody’s, che tra l’altro ha assegnato un giudizio sul merito di credito al livello “Aaa”, il massimo rating possibile e lo stesso attribuito anche al Regno Unito. Moody’s ha sottolineato in un report destinato ai potenziali investitori che l’Università di Cambridge non gode solo di un’ottima reputazione da un punto di vista didattico (avendo annoverato anche scienziati del calibro di Isaac Netwon e Charles Darwin) ma anche sotto il profilo finanziario.

In Europa le grandi università di rado accedono al mercato del debito per finanziare le proprie attività, mentre dall’altra parte dell’oceano diversi atenei hanno già optato per le emissioni obbligazionari come ad esempio Stanford e la Columbia. Secondo quanto dichiarato da Bloomberg, quest’anno è avvenuto un solo collocamento obbligazionario da parte del college britannico De Montfort University di Leicester.

Il timing di Cambridge sembra quello più opportuno, considerando che in questa fase gli investitori sono sempre più alla ricerca di bond ad alto rating in grado di offrire un premio rispetto ai bond governativi. Secondo Moody’s, l’Università di Cambridge ha lo stesso rating del Regno Unito, ovvero “Aaa”, ma ha un outlook migliore (“stabile” contro “negativo”). Il collocamento è curato da Hsbc, Morgan Stanley e Royal Bank of Scotland. Il 5 ottobre partirà un road show per incontrare gli investitori.

General Electric continua a emettere debito

General Electric fa parlare ancora una volta di sé per una interessante emissione obbligazionaria: la compagnia pubblica di Fairfield ha infatti messo a disposizione degli investitori bond per un importo totale di sette miliardi di dollari, nel tentativo di capitalizzare al massimo i bassi tassi di interesse. L’offerta in questione, inoltre, rappresenta la terza maggior cessione di debito negli Stati Uniti in questo 2012, almeno secondo quelli che sono i dati forniti da Dealogic. L’emissione deve essere suddivisa in tre parti ed è la prima di questo tipo dal 2007, nonostante il braccio finanziario del colosso fondato da Thomas Edison, la Ge Capital, sia un assiduo frequentatore delle emissioni di bond.

Spread bond bancari italiani in calo a fine settembre 2012

Nonostante il ritorno del clima di avversione al rischio stia mettendo a dura prova la stabilità dell’azione degli investitori sui mercati finanziari, a causa dei problemi legati al debito della Spagna e alle minacce di secessione della Catalogna, il settore delle obbligazioni corporate del comparto bancario continuano a mostrare un buon andamento. In estate era stata la volta delle azioni del settore bancario italiano, che avevano messo a segno performance superiori al 50-60% e in certi casi anche dell’80-100%. Ora tocca ai bond bancari.

Investire in bond ad alto rendimento con gli Etf

Nell’ultimo mese e mezzo abbiamo assistito sui mercati ad una maggiore contrazione dei rendimenti delle obbligazioni governative dei paesi europei periferici (come la Spagna e l’Italia), senza contare che i tassi dei bond di paesi europei “core” ad alto rating (Germania, Francia, Olanda, Finlandia, etc.) restano su valori reali negativi. L’effetto-Draghi, ovvero il lancio del nuovo piano anti-spread avvenuto lo scorso 6 settembre, ha rassicurato gli investitori favorendo la ripresa di tutto il mercato obbligazionario europeo. Da allora è anche partita la caccia ai corporate bond ad alto rendimento.