Rating S&P non influenzati da decisioni BCE

L’agenzia di rating americana Standard & Poor’s non si è rivelata particolarmente turbata dalle decisioni della Banca Centrale Europea di prevedere degli acquisti illimitati di titoli di Stato, qualora un Paese membro ne faccia richiesta, al fine di stabilizzare le relative quotazioni. Stando a quanto affermato dall’agenzia, infatti, l’iniziativa dell’istituzione monetaria continentale potrebbe contribuire a stabilizzare il mercato obbligazionario primario dell’eurozona, ma non riuscirà a incidere in maniera significativa sulla capacità dei singoli Stati di proseguire lungo la tortuosa strada delle riforme.

Insomma, la decisione della Bce apporterà benefici all’eurozona, ma allo stesso tempo presenterà dei rischi piuttosto significativi. Standard & Poor’s, ad ogni modo, trova il tempo per ricordare come la scelta annunciata da Mario Draghi sia bene in linea con le aspettative della stessa agenzia, senza tuttavia avere effetto sui rating dei singoli Paesi, né sulle rispettive prospettive.

“Crediamo che queste iniziative possono contribuire a stabilizzare il mercato obbligazionario primario dell’eurozona e rafforzare la volontà dei governi degli Stati membri della cosiddetta periferia a proseguire il loro impegno di riforma economica e di bilancio” – ha dichiarato l’analista di Standard & Poor’s, Moritz Kraemer.

Ancora, le firome potrebbero contribuire a sostenere la qualità del credito di Paesi come la Grecia, la Spagna, l’Italia, il Portogallo e l’Irlanda – ha affermato Kraemer – ma le prospettive negative che sono state riconosciute da S&P a 15 dei 17 Stati membri dell’eurozona riflettono i dubbi sulle capacità dei governi di adottare le misure necessarie.

Insomma, nessuna certezza sul futuro è stata attribuita dall’agenzia di rating, anche perchè – prosegue Kraemer – “a livello europeo abbiamo osservato una crescente stanchezza per i programmi di aiuti ai paesi in crisi da parte in alcuni paesi del cuore dell’eurozona come la Germania, l’Olanda e la Finlandia”. Altro lato negativo individuato da S&P è relativo ai difficili sforzi di cooperazione tra le istituzioni federali e provinciali della Spagna, e le incertezze politiche delle elezioni di inizio 2013 in Italia (qui, in proposito, le previsioni Pil Italia di Moody’s, l’altra agenzia di rating di principale riferimento, e le speranze di un’uscita dalla crisi proprio nel 2013).

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