Fitch Rating: nuova tempesta sull’Eurozona

Se nel 2008 tutto il mondo aveva gli occhi puntati su Wall Street, ora sembra proprio che il protagonista di questa nuova fase di crisi sia Eurozona e tutto ciò che riguarda i Paesi membri. Non passa infatti giorno che le potenze USA (le agenzie di rating appunto) emettano sentenze contro il Vecchio Continente e quando non possono abbassare il rating per non sembrare troppo prevenuti allora mettono i soggetti in rating watch (negativo, ovviamente).

Questo è il caso della Cassa dei Depositi e Prestiti italiana che ha visto nella giornata del 20 Dicembre il provvedimento di Fitch sul rating a lungo e breve termine (che attualmente è 1+/F1). Sembra che questa scelta non sia valutata sulla Manovra salva-Italia, ma piuttosto faccia semplicemente seguito ai precedenti down-grade del Bel Paese che vanno ad aumentare la volatilità del mercato nel lungo periodo.

Ma l’agenzia di rating non si ferma. Il rating watch negativo è stato messo anche su sette gruppi bancari italiani e più precisamente: Banco Popolare, Bancio Desio, Iccrea Holding, Intesa SanPaolo, Ubi Banca, Popolare Sondrio e Banca Mps. Questo se da un lato sembra aver avuto conseguenze disastrose (come per UBI Banca che ha rischiato di chiudere la giornata in fondo al listino delle blue-chips) dall’altro ha lasciato invariato l’andamento di altri istituti presi in considerazione, a confermare forse la tendenza che l’Eurozona dovrebbe prendere, cioè quella di ignorare i rating oltre-oceano.

Ricordiamo che dopo la recessione del 2008 il debito USA non è stato declassato fino a quest’anno, con un ritardo sugli eventi netto che dimostra ampiamente come Fitch e non solo facciano gli interessi del proprio Paese. Se effettivamente, come pensano molti analisti, l’Eurozona possa uscire dalla tempesta finanziaria e dalla crisi di liquidità non bisogna farsi condizionare dai rating USA quanto piuttosto concentrarsi sui provvedimenti e sulle riforme strutturali dell’intera Unione Europea.

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