Morgan Stanley contro l’Eurozona: ma siamo davvero in pericolo?

Ogni scusa sembra buona per dare contro all’Europa in ogni occasione; prima Grecia e Spagna nel mirino, poi l’Italia e da qualche giorno girano brutte voci anche per Francia e Germania. Ma si tratta di un effetto domino, oppure il problema è un’altro? La crisi che ha investito gli Stati Uniti ha messo in discussione tutto il sistema del credito minando la credibilità delle banche d’affari e degli istituti principali. Quello che le agenzie di rating e le stesse banche d’affari stanno facendo in questa nuova fase di crisi è spostare l’attenzione costantemente sul Vecchio Continente; non si sente mai parlare infatti delle responsabilità a lungo termine della crisi del debito USA ma sempre e solo di probabili Paesi Europei che potrebbero saltare da un momento all’altro, che sono in crisi, ecc.

L’effetto circolare che è stato creato su questi rumors ha finito per influenzare negativamente gli Stati interessati dato che si considerano ancora autorevoli i pareri delle istituzioni (che invece hanno tutto l’interesse a mettere in giro false voci se ci si pensa); attualmente i rischi per l’Europa percepiti sono nettamente maggiori di quelli reali e nessuno si preoccupa più invece della situazione USA che non è cambiata di una virgola negli ultimi anni (se non in peggio). Nel momento in cui un’autorità UE punterà il dito contro gli USA sicuramente vedremo un’inversione di tendenza ed anche le parole di Morgan Stanley non avranno più alcun peso sui notiziari.

Ricordiamoci quindi che la crisi che ha avuto inizio nel 2007 non è ancora stata risolta e se ci sono dei problemi sono partiti dal Nuovo Continente; le conseguenze sul mondo finanziario sono arrivate anche a noi e viene messo tutto costantemente in discussione anche se la realtà dei fatti è che il 50% della situazione attuale è data esclusivamente dal fatto che si era prevenuti su possibili problemi interni agli Stati interessati.

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