Etf ed Asia, un rapporto destinato a cementarsi

Gli assets finanziari relativi agli Exchange Traded Fund collegati alle principali commodities potrebbero anche triplicare in Asia nel corso dei prossimi anni: l’arco temporale preso come riferimento dagli indici di Standard & Poor’s per questa rilevazione è compreso tra i cinque e i sette anni ed è davvero molto promettente. Nel dettaglio, gli assets stessi sono destinati a crescere di circa dieci miliardi di dollari nella regione dell’Asia-Pacifico, mentre attualmente il totale in questione è fermo a 3,5 miliardi, un progresso piuttosto evidente. Come mai si fa così tanto affidamento sulle materie prime? Le ultime statistiche, relative al terzo trimestre del 2011, parlavano di un vero e proprio record, vale a dire 178,2 miliardi di dollari, a causa soprattutto della forte domanda di oro, seguita a ruota dal comparto energetico e da quello agricolo, come messo in luce dalla compagnia Etf Securities Llc lo scorso 28 ottobre.

In particolare, c’è da sottolineare come le commodities analizzate dallo S&P Gsci Spot Index siano aumentate di ben ventisei punti percentuali nel corso dell’ultimo biennio, mentre l’Msci All-Country World Index è calato dell’1,5%. Tali Etf sono previsti in rialzo nel continente asiatico, così come è successo anche per altre regioni in precedenza, una sorta di ruota che gira. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che le commodities rappresentano il 3,6% degli assets collegati ai fondi asiatici, mentre in Europa (19%) e negli Stati Uniti (10,4%) le percentuali sono decisamente maggiori. Il funzionamento è piuttosto noto, in pratica viene consentito agli acquirenti di investire in materie prime senza assumersi in prima persona la spedizione fisica.

Le capacità degli investitori asiatici sono spesso superiori alla norma, tanto che non spaventano le focalizzazioni su prodotti e aree poco esplorate. Un’ulteriore conseguenza interessante è quella occupazionale, visto che, ad esempio, la compagnia Mirae Asset Global Investments sta progettando di aumentare il numero dei propri dipendenti per la divisione mutualistica.

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