Asia orientale: in calo la crescita dei bond in valuta locale

La crescita relativa al mercato obbligazionario dell’Asia orientale ha subito un brusco rallentamento nel corso del quarto trimestre del 2010: si tratta, nello specifico, dei prodotti che sono denominati nelle valute locali, ma soprattutto di un trend che è stato causato dalle misure amministrative volte a frenare l’inflazione, secondo quanto rilevato dall’Asian Development Bank. Il valore del debito nei principali mercati emergenti della regione è aumentato di 13,6 punti percentuali, attestandosi addirittura a quota 5,2 trilioni di dollari, una stima che deve indurre a una profonda riflessione. I mercati in questione sono quelli della Cina, dell’Indonesia, della Corea del Sud, ma anche Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.


I policy makers locali hanno comunque vita difficile nei confronti dei tassi inflativi, dato che gli sconvolgimenti politici mediorientali hanno contribuito in maniera evidente a ritoccare i prezzi verso l’alto. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che le vendite totali di strumenti in valuta locale sono calate di oltre venti punti percentuali nel corso degli ultimi tre mesi del 2010, una rilevazione che ha messo in evidenza forti discrepanze con l’anno precedente; le offerte di debito governativo sono scese anch’esse (il totale ora è di seicento miliardi di dollari), mentre le quotazioni relative alle principali compagnie hanno subito un declino del 3,1%, sempre secondo quanto emerge dal report di Adb.

In particolare, bisogna sottolineare come i bond nella valuta indonesiana (nello specifico si tratta della rupia) hanno guidato i principali ricavi tra le dieci maggiori emittenti asiatiche di debito sovrano: in effetti, questi prodotti hanno garantito un rendimento finale pari al 14,1%, mentre le obbligazioni filippine si sono attestate sull’8,9% in base alle statistiche di Hsbc Holdings. I bond cinesi, invece, hanno garantito un ritorno economico dello 0,7%. I mercati emergenti dell’area in questione dovrebbero espandersi a un ritmo dell’8,4% nel 2011 e nel 2012, più del triplo rispetto alla crescita delle nazioni maggiormente sviluppate.

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