Previsioni sull’Eurozona: c’è da fidarsi?

Parliamo spesso dei down-grade delle agenzie di rating USA e praticamente sempre facciamo emergere il disappunto che regolarmente cresce vedendo lo stesso Stato che smerciava titoli tossici al mondo puntare il dito verso gli altri. Quanto valgono i down-grade e sopratutto sono questi ultimi che condizionano il mercato, oppure sono il frutto di previsioni sull’andamento del mercato stesso? Siamo pronti a scommettere sulla prima ipotesi, ed a ragion veduta.

Di tutte le previsioni che sono state fatte e di tutti i rischi di cui siamo stati avvertiti nel corso degli ultimi anni non si salva praticamente nulla e finisce tutto nel “dimenticatoio”. Chi ha previsto la crisi dei sub-prime? Chi ci ha messo in guardia sui titoli tossici prima del 2007? Qualcuno forse si, ma è abbastanza facile se ognuno dice la sua che qualcuno prima o poi ci prenda, per pura fortuna. Allora, che rischio stiamo realmente correndo in questo momento? Se tante supposizioni sono vere, vero è anche che qualcuno esagera con i catastrofismi e lo fa’ da molto tempo, tanto che il crack dovrebbe già essere successo da un pezzo ed invece siamo ancora qui. 

Ricordiamo sempre che quando in Argentina è successo il crack (o l’hanno fatto succedere se si preferisce) ci si è trovato da un giorno all’altro con “i piedi per terra” senza preavviso. Anche il crack Parmalat nessuno lo aveva annunciato, e chi lo ha fatto (il famoso comico) per tempo gridava anche contro Telecom (e non solo) ma Telecom è ancora li ad ulteriore dimostrazione che a forza di puntare il dito si indovina.

Tutte le previsioni quindi sono da prendere con le pinze e sopratutto se si tratta degli outlook negativi (che sono previsioni nel vero senso della parola) visto che sono emessi da società che hanno grandissimi interessi a far andare in una certa maniera l’opinione pubblica su certe aree.

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