Settore bancario e Piazza Affari: il punto

banche-crisi-liquiditàGli investitori e gli analisti mettono sotto la lente d’ingrandimento il settore bancario italiano, che ha molto sofferto la crisi dello spread.

Lo spread italiano è stato il protagonista, negativo, delle ultime due settimane. E il settore bancario, pieno di titoli, è andato sotto pressione.

I tagli al rating delle banche

Così sono scesi anche i giudizi degli analisti. JP Morgan ha proceduto con i downgrade di molte della maggiori banche italiane. Abbassato infatti il target price di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Ubi Banca.

Banco Bpm è quello che aveva sofferto di più, e il suo target price scende a 2,9 euro, per la grande banca americana.

Per Unicredit, il target price scede a 21 euro, mentre per Intesa Sanpaolo vede scendere l’obbiettivo del prezzo a 3,3 euro. Infine Ubi Banca, con aggiornamento al ribasso a 4,2 euro.

La sofferenza continua a Piazza Affari, per tutte le banche. In particolare il settore bancario viene influenzato da nuove voci che vorrebbero una fusione tra Generali e Unicredit.

La maggior parte dei titoli è in ribasso. Il titolo Bper Banca perde il 2,44%, Ubi Banca il 2,23% e Banco Bpm il 2,08%.
Unicredit invece perde lo 0,5% e Intesa Sanpaolo gira in parità.

Settore bancario in miglioramento

bancheSecondo quanto affermato dall’Abi nel suo periodico bollettino mensile, la situazione del sistema bancario italiano sarebbe in lento miglioramento. Le sofferenze nette sono infatti calate a 2,8 miliardi di euro, con un incremento del 6,6 per cento dei depositi. A fine marzo 2013, inoltre, i prestiti a famiglia e società non finanziarie si attesterebbero a circa 1,465 miliardi di euro, con una differenza di 2,3 punti percentuali (contro i – 2,6 punti percentuali a febbraio 2013 e 1,9 punti percentuali di media area euro nello stesso mese).

Le ultime obbligazioni cinesi del 2012

Una vera e propria infornata di titoli obbligazionari: la Cina è assoluta protagonista per quel che riguarda le ultime quotazioni di bond del 2012, tanto è vero che le aziende coinvolte appartengono ai settori più svariati. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza. Anzitutto, si può cominciare con i Dim Sum Bond della provincia canadese della Columbia Britannica, la quale si è affidata ad Hsbc per la gestione dell’offerta. Passando invece ad esaminare le obbligazioni domestiche, non si può che cominciare con Bank of Beijing Company: si tratta di un lancio da trenta miliardi di yuan che riguarda il mercato interbancario e che ha già ricevuto l’approvazione da parte della banca centrale dell’ex Impero Celeste.

Crisi Spagna, servono 60 miliardi per banche

Durante il meeting previsto per le 17:30 della giornata di oggi sono stati presentati due piani distinti per la ricapitalizzazione delle banche in Spagna, che diventeranno poi una richiesta formale di aiuti nei prossimi mesi (anche se i dettagli sul reale stato del settore bancario saranno resi pubblici solo alla fine di luglio secondo le prime stime).

I report e le analisi condotte da due società convergono su un range che spazia dai 51 ai 62 miliardi di euro necessari; lo studio è stato fatto sul 90% del sistema bancario ed ha preso in considerazione 14 gruppi che necessitano degli aiuti per rilanciare il Paese dopo la nazionalizzazione di Bankia. Secondo Roland Berger, società di consulenza tedesca, servirebbero per la precisione 51,8 miliardi di euro mentre per gli americani della Oliver Wyman la cifra sarà compresa tra 51 e 62 miliardi di euro.

Standard & Poor’s mette in credit watch Banca MPS

Tra la giornata di oggi e quella di ieri il settore bancario si è fortemente rivalutato; da “zavorra” per l’indice FTSE-Mib e per tutta Piazza Affari si è trasformato da un giorno all’altro ad artefice della ripresa che ora festeggia i 12700 punti di indice raggiunti.

Il settore guadagna nel complesso il 2,60% a più di un ora dalla chiusura del mercato; in testa, sia all’indice settoriale sia all’indice delle blue-chips, c’è Mediolanum che guadagna oltre il 7,50%, seguita da Mediobanca con un progresso del 6,20% e Banca Popolare dell’emilia Romagna in terza posizione a +5.95%. Immediatamente dopo troviamo Banca MPS che nel settore è l’unica finita nel mirino delle agenzie di rating.

Mentre la ripresa sembra essere stata avviata, con l’eurozona che recupera terreno e Wall Street che tenta di consolidare i 12800 punti di Dow Jones, Standard & Poor’s accende i riflettori su Monte dei Paschi di Siena mettendo in “credit watch” il rating di lungo e breve termine.

Corporate bond: i vantaggi del mercato australiano

Gli investitori che si stanno concentrando sui rendimenti offerti dal mercato australiano, potrebbero ritenere che i corporate bond siano una proposta molto attraente, nonostante strateghi e analisti siano molto cauti da questo punto di vista: è vero che non tutti i ritorni economici sono uguali, ma come bisogna comportarsi in questo caso? Secondo un altro punto di vista, si potrebbe essere addirittura disillusi da alcuni titoli obbligazionari governativi, in particolare del continente europeo, quindi occorre prestare la massima attenzione alla qualità e alle garanzie di ogni singolo strumento finanziario.

Piazza Affari sprofonda, FTSE-Mib -2%

Ribasso devastante a Piazza Affari in apertura di ottava; tutto l’ottimismo per l’ottava positiva appena conclusa si trasforma rapidamente in un sell-off senza precedenti nel breve termine, che getta nel panico gli investitori ormai convinti della ripresa del mercato. Un ribasso prossimo al 2% si registra a meno di un’ora dalla chiusura del mercato Italiano, in una giornata in cui l’apertura delle contrattazioni prometteva il proseguo del lavoro iniziato Lunedì scorso.

Il gap-up in apertura che ha sfiorato 13750 punti ha dato il via alle prese di profitto di chi è rimasto “lungo” overnight. Presto la situazione è però precipitata con l’arrivo dei venditori, che hanno rapidamente trascinato il mercato verso il livello di chiusura della scorsa ottava in prossimità di quota 13500. Il ribasso è proseguito così da formare una serie di sole candele orarie rosse che ora si aggirano a 13170 punti per un ribasso superiore al 2% con il settore bancario che guida il ribasso.

Scure di Moody’s su banche tedesche

Le agenzie di rating tornano a guardare all’Eurozona e dopo un movimento netto del Mercato verso l’alto prova a “stroncare” sul nascere l’inversione, rivedendo il rating del settore bancario del più importante Paese dell’Euro.

La Germania sarebbe, secondo Moody’s a rischio per ulteriori shock finanziari ed avrebbe una limitata capacità di assorbire eventuali perdite.

Governo USA cede quote AIG

Il Governo USA sarebbe pronto a mettere in pratica un piano di vendita relativo alla propria partecipazione azionaria su AIG, una grande società di assicurazioni USA. Secondo i primi dati, il Governo vorrebbe vendere 163,9 milioni di azioni a 30,50 dollari l’una. Il prezzo deciso è inferiore del 7% rispetto al valore di mercato e la partecipazione scenderebbe così al 63% con AIG stesso che riacquisterà oltre 65 milioni di azioni per un valore complessivo di 2 miliardi di dollari USA.

La partecipazione del Tesoro USA è attualmente pari al 70% sulle azioni ordinarie; questa situazione deriva dalla crisi del 2008, quando il piano di salvataggio USA (da 180 miliardi di dollari) ha costretto l’acquisto a sostegno del gruppo.

Dati USA affondano le Borse

Anche se durante la notte la situazione sui mercati asiatici andava verso la stabilità le contrattazioni in Eurozona proseguono all’insegna dei contrasti, tra paure e speranze degli investitori.

Da un lato oggi la giornata è inquieta grazie ad un report che ipotizza l’eventuale spaccatura dell’Euro e le conseguenze (devastanti) a livello mondiale, anche se a pesare sui mercati è il comparto bancario; il settore perde oltre il 4% mentre il FTSE-Mib si avvia alla chiusura di giornata con una perdita del 2,28%, annullando ogni possibilità di recupero e scendendo sotto al bottom del 27 Aprile scorso.

Dagli usa inoltre arriva un -1.5% sugli ordini di fabbrica a marzo, che risulta essere il peggior calo da tre anni a questa parte ed il Dow Jones sfiora quota 13200 punti. Il dipartimento del Commercio che ha diffuso il dato sensibile sottolinea che si tratta della peggior riduzione da marzo 2009 mentre a febbraio scorso gli ordini erano aumentati dell’1,1%. Il calo del 50% degli ordini degli aeromobili ha contribuito per la maggiore alla riduzione del dato, che comunque rispecchia nel complesso le aspettative degli analisti secondo i più.

Utile Unicredit scende dell’1%

Mentre l’inversione del settore bancario guida al rialzo una seduta iniziata con il piede sbagliato (provando a concludere dignitosamente un’ottava difficilissima) Unicredit annuncia nuovi problemi con l’utile, dovuti ad un calo dei ricavi in Polonia e Turchia.

Nella giornata di ieri il CEO del gruppo bancario ha annunciato di non voler aumentare l’esposizione verso i titoli del debito Italiani; secondo i dati attualmente vi sono 88 miliardi di euro di bond governativi nel portafoglio di Unicredit, di cui 35 miliardi di euro sono relativi ai titoli di Stato Italiani. Quattordici di questi trentacinque milioni di euro sono sono in scadenza quest’anno. Secondo Ghizzoni  la liquidità del gruppo sarà destinata ai crediti che in marzo hanno dato segnali di crescita. Questo vuol dire che i vertici di Unicredit al momento non credono che l’Italia sia un buon investimento, ed anche se è il parere di un solo gruppo la notizia ha lasciato più di un interrogativo ai piccoli risparmiatori.

Spread Btp-Bund torna a livelli critici

Cresce il clima di crisi  sui listini di Borsa, con i bancari che guidano il ribasso mentre l’indice di riferimento registra un -3% complessivo per il settore. Il FTSE-Mib a metà seduta sfiora 15000 punti spaventando gli investitori che durante la prima fase della penultima seduta dell’ottava corrente hanno venduto a piene mani i titoli a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari, eccezione fatta solo per Salvatore F., STM, Luxottica e Lottomatica, che in ogni caso guadagnano veramente poco terreno.

Tolte le buone notizie di Lottomatica, le uniche in grado di giustificare la sua posizione sul listino di oggi, per il resto sul mercato è confusione; lo spread torna a livelli di pericolo, andando a sfiorare quota 400 (che dai 375 punti non è così distante come vorremmo credere) e superando di gran lunga la quota di 330, ritenuta importante dagli analisti. Finita l’euforia per il Governo Monti? Forse si.

Dividendo Mediolanum 2012 a 0.11 euro

Bilancio difficile per Mediolanum; in una giornata difficile per l’intero settore, l’istituto pubblica i deludenti risultati relativi al 2011, che vedono una contrazione del 70% su base annua dell’utile (67 milioni di euro netti). Se si esclude però il peso sull’utile relativo all’esposizione sui titoli Greci (85 milioni) e quello  sulla partecipazione in Mediobanca (41 milioni) l’utile netto è di 192 milioni di euro in calo del 16% su base annua.

Le masse amministrate superano il record storico salendo a quota 46.20 miliardi, mentre la raccolta netta è positiva per 2.728 miliardi.

Il CDA ha intenzione inoltre di proporre all’assemblea degli azionisti un dividendo pari a 0.11 euro; considerato l’acconto versato a Novembre scorso di 0.07 euro per azione si tratta quindi di un saldo di 0.04 euro per azione che verrà distribuito il 24 maggio prossimo, se verrà confermato.

Emissione Bond Intesa Sanpaolo a 5 anni

Nuovi Bond per Intesa SanPaolo, anche se agli investitori non interesseranno quasi sicuramente; l’andamento del settore bancario Europeo è estremamente complesso negli ultimi mesi e dopo l’ennesimo attacco da parte delle agenzie di rating risalente appena alla scorsa ottava il quadro sembrava destinato a peggiorare.

L’emissione di Intesa SanPaolo riguarda Bond a 5 anni con un rendimento atteso tra il 5 ed il 5.20%; la risposta del mercato a Piazza Affari è positiva ma l’entusiasmo non è alle stelle. Tutto il settore bancario avanza (+1.20%) ed Intesa SanPaolo è semplicemente allineata all’andamento del paniere con un +0.90% circa destinato comunque a ritracciare leggermente. L’offerta fa’ seguito al buon esito per l’ultima emissione del 31 gennaio scorso, quando l’istituto ha collocato con successo 1.5 miliardi di euro di bond ma questa volta il terreno è ben diverso.