Rating Turchia come quello spagnolo

turchiaL’agenzia di rating americana Moody’s ha incrementato il rating della Turchia, portandolo al livello di investiment grade. Una promozione che non è solamente formale, considerato che trascina presso di sè una gradevole sostanza: il fatto che – grazie al nuovo rating – i titoli di debito della Turchia possano entrare a far parte di molti portafogli di fondi di investimento internazionali.

Con la sua ultima iniziativa, riepilogata il quotidiano Il Sole 24 Ore, “Moody’s ha alzato di un gradino il rating sovrano della Turchia togliendolo dalla categoria speculativa e portandolo a “Baa3”, con outlook stabile: è lo stesso livello della Spagna, che ha però outlook negativo, della Colombia e dell’India”.

I motivi di merito non finiscono tuttavia qua. La promozione ottenuta dalla Turchia è infatti la prima negli ultimi 20 anni, ed è stata giustificata dall’agenzia di rating citando i miglioramenti strutturali conseguiti dall’economia del Paese. Basti considerare, giusto per citare alcuni dei principali numeri di riferimento, che dall’inizio del 2009 ad oggi Ankara ha ridotto del 10 per cento il proprio debito pubblico, conducendolo al 36 per cento del Pil, mentre il debito denominato in valuta estera è calato dal 43,3 per cento del 2003 al 27,4 per cento del 2012. La durata media del debito pubblico si è invece allungata, passando dai precedenti 4,6 anni agli attuali 9 anni (vedi infatti il nostro precedente approfondimento sulla crescita della fiducia degli investitori in Turchia).

Per quanto concerne il comportamento delle altre agenzie di rating di principale riferimento, ricordiamo come nel corso dello scorso mese di novembre Fitch aveva promosso il rating della Turchia allo stesso livello di investment grade, a BBB-, mentre Standard & Poor’s si dimostra leggermente più prudente, confermando un notch in meno del livello di investment grade a BB+.

Il comportamento di Moody’s potrebbe tuttavia fungere da apripista anche per quanto attiene le azioni delle altre agenzie: nei prossimi mesi, insomma, notizie positive potrebbero verificarsi per l’economia e la finanza tuca.

Lascia un commento