Conti italiani in miglioramento

monitor-azioni-italiaI conti italiani stanno migliorando, per la gioia degli investitori nazionali e internazionali. Ad affermarlo è l’agenzia di rating Moody’s, che precisa come l’Italia abbia più tempo dei vicini spagnoli per poter affrontare gli impedimenti strutturali alla crescita, e sottolineando altresì come i “conti pubblici più forti a livello strutturale” dell’Italia sono una delle ragioni per cui il rating dell’Italia è superiore a quello della Spagna.

L’agenzia di rating Moody’s ha così confermato in aprile il rating Baa2 per l’Italia, un notch sopra il rating della Spagna, sul livello Baa3.

Sempre secondo quanto affermato dall’agenzia di rating, l’Italia sarebbe riuscita a mantenere un deficit di bilancio relativamente basso anche durante l’attuale periodo, un arco temporale particolarmente prolungato di bassa crescita economica. Di contro, proseguiva Moody’s, la Spagna ha sperimentato uno “dei più pronunciati deterioramenti” dei conti pubblici fra le economie sviluppate durante la crisi.

“La più forte perfomance di bilancio dell’Italia giustifica ancora un rating più elevato rispetto alla Spagna” – mette poi in evidenza Moody’s, secondo la quale il debito pubblico italiano raggiungerà il picco nel corso del prossimo 2014, mentre il debito pubblico della Spagna continuerà gradualmente a crescere, giungendo ad un arresto solo nel 2016 (vedi anche il recente approfondimento Moody’s sulla vicina Slovenia).

Ancora, Moody’s ritiene che “data l’assoluta maggioranza del governo” spagnolo in parlamento, Madrid sarà in grado di attuare ulteriori riforme strutturali più facilmente dell’Italia, che invece deve fare i conti con un governo di larghe (larghissime!) intese che potrebbe generare forte aleatorietà sulla sua tenuta a medio termine.

“Di conseguenza Moodys’ prevede una ripresa più forte nel medio termine in Spagna che in Italia” – conclude infine il comunicato stampa dell’agenzia, non prima di aver ricordato come l’outlook spagnolo è però “complicato dall’interazione negativa” fra la debole domanda interna, il deleveraging necessario nel settore privato e il deterioramento del mercato del lavoro, ricorda ancora l’AGI.

Lascia un commento