Cresce la fiducia degli investitori verso la Turchia

Flag of turkey --- Image by © Royalty-Free/CorbisL’iShares Msci Turkey è stato senza dubbio l’Etf più performante in assoluto per quel che riguarda i mercati emergenti internazionali nel corso del 2012 (vedi anche Il nuovo bond trentennale emesso dalla Turchia): in particolare, i risultati raggiunti in tale comparto sono stati migliori rispetto a quelli dei fondi collegati a paesi come le Filippine e la Thailandia. Vi sono due tendenze macroeconomiche che hanno supportato e continueranno a supportare la Turchia, vale a dire i bassi tassi di interesse a livello internazionale e i bassi prezzi delle commodities.

La nazione anatolica dipende in maniera decisiva dal credito per guidare la propria economia. Si tratta del maggior importatore al mondo di materie prime, soprattutto energia. Di conseguenza, Ankara gestisce in questa maniera i suoi bilanci strutturali e tende a finanziare il deficit con fonti esterne. Gli investitori possono diversificare ancora il loro portafoglio puntando su questo paese. In effetti, nonostante due anni fa vi sia stato un deficit vicino al 10% del prodotto interno lordo, qualcosa sta cambiando. In particolare, lo scorso anno questa nazione è riuscita a ridurre il gap fino a un livello pari al 6%, favorita senza dubbio dall’indebolimento della propria moneta, la lira turca, e dalla crescita delle esportazioni.

La fiducia non può che essere aumentata dunque. Vi sono anche altri fattori per essere ottimisti. Ad esempio, i rating sono stati aumentati sia da Fitch che da Standard & Poor’s: in aggiunta, il governo del premier Erdogan è piuttosto solido, con la Turchia che può giocare un ruolo chiave nella regione di appartenenza, sia dal punto di vista politico che da quello economico. Le relazioni con l’occidente sono altrettanto solide, senza dimenticare che il paese è stato capace di capitalizzare la propria crescita nella regione mediorientale, in cui gli esportatori hanno trovato nuovi mercati alternativi a quelli europei, visto che la domanda nei confronti del Vecchio Continente è in fase calante.

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