Rating Francia per S&P

Chiusura di settimana in chiaro scuro per i mercati finanziari. Sul fronte obbligazionario si registra un lieve calo dello spread tra Btp e Bund, in una giornata nella quale il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha ribadito che la Bce è pronta a intervenire con lo scudo anti-spread. La notizia di ieri è, tuttavia e almeno per quanto concerne i confini transalpini, che S&P ha confermato il rating di Aa+ della Francia con outlook negativo. Una scelta che fa seguito al declassamento da parte di Moody’s, che ha retrocesso il rating della Francia ad Aa1.

Rating S&P non influenzati da decisioni BCE

L’agenzia di rating americana Standard & Poor’s non si è rivelata particolarmente turbata dalle decisioni della Banca Centrale Europea di prevedere degli acquisti illimitati di titoli di Stato, qualora un Paese membro ne faccia richiesta, al fine di stabilizzare le relative quotazioni. Stando a quanto affermato dall’agenzia, infatti, l’iniziativa dell’istituzione monetaria continentale potrebbe contribuire a stabilizzare il mercato obbligazionario primario dell’eurozona, ma non riuscirà a incidere in maniera significativa sulla capacità dei singoli Stati di proseguire lungo la tortuosa strada delle riforme.

Standard & Poor’s minaccia la tripla A di Germania e Francia

Nuove “minacce” dall’agenzia di rating che fa’ tremare l’Eurozona; Standard & Poor’s, che prima puntava al rating del debito Francese, ora allarga le vedute fino alla Germania puntando il dito su quei Paesi dell’Eurozona che fin’ora non sono stati menzionati come a rischio. Secondo la più importante agenzia di rating USA (e siamo pronti a scommettere che le altre seguiranno a ruota come sempre) la tripla A che caratterizza il debito Francese e quello Tedesco da tempo non è più rappresentativa del rischio legato ai titoli del debito e non solo; S&P guarda anche agli istituti di credito che in buon numero rischiano, secondo Moritz Kraemer, il credit crunch

S&P ancora sull’Europa: no a recessione, ma stime tagliate

Almeno su un punto siamo tutti d’accordo. Anche se la recessione non ci sarà, gli anni a venire saranno comunque critici e molto difficili e la crescita sarà la priorità anche se i risultati (ammesso che tutto vada per il meglio) li vedremo tra molto tempo.

Non ci ha pensato 2 volte S&P a ribadirlo durante la giornata di oggi; continua quindi la serie di attacchi all’Europa, come se nel Nuovo Continente fosse tutto rose e fiori mentre noi affondiamo. Stime tagliate si diceva, quindi per quanto riguarda il Pil la crescita è attesa a 1.7% nel 2011 ed a 1.5% nel 2012 per quanto riguarda l’Eurozona, andando rispettivamente a ritoccare i precedenti 1.9% e 1.8%. Bene la Germania (sempre secondo S&P) che conferma il 3.3% di crescita per il 2011, male invece nel 2012 con la discesa da 2.5% a 2% delle stime.

Confermato il +0.8% per la Spagna nell’anno corrente, mentre nel 2012 il taglio delle previsioni è importante e si attesta all’1% dal precedente 1.5%.