Posco si affida ai Samurai Bond dopo ben cinque anni

Posco, compagnia coreana che vanta il terzo posto mondiale per quel che concerne la produzione di acciaio, ha provveduto a vendere 41,4 miliardi di yen (circa 560 milioni di euro) di Samurai Bond: si tratta, come è noto, di quei titoli obbligazionari giapponesi che vengono emessi da società estere, in questo caso una pianificazione davvero imponente e dalle caratteristiche piuttosto interessanti. Volendo essere ancora più precisi, il colosso di Pohang ha offerto trenta miliardi di yen di obbligazioni a tre anni, i quali vantano un rendimento pari a 1,67 punti percentuali (125 punti base oltre il tasso swap denominato in valuta nipponica); per il resto, bisogna sottolineare che i restanti 11,4 miliardi beneficeranno di un arco temporale maggiore, pari a cinque anni (ritorno economico pari al 2,03%).

In aggiunta, il prezzo iniziale di questa seconda emissione dovrebbe essere tra i cento e quattrocento punti base al di sopra del consueto swap. Come hanno spiegato molti analisti e strateghi finanziari, gli investitori non sono ancora soddisfatti della domanda di Samurai Bond, ma bisogna tener conto dei rischi collegati alla quotazione di Posco, compagnia che fa capo direttamente al settore privato. Chung Jae Woong, uno dei portavoce della multinazionale asiatica, non ha ancora commentato in maniera esauriente le indiscrezioni in merito a questo bond, quindi per il momento si conoscono soltanto questi dettagli.

L’ultima vendita simile a quella appena menzionata, vale a dire una cessione di debito denominato in yen e in Giappone da un ente straniero, risale addirittura a cinque anni fa: in quel caso, l’ammontare complessivo fu pari a cinquanta miliardi di yen, con una durata settennale, un rendimento economico pari al 2,05% e uno spread di trentadue punti base. Tra l’altro, c’è anche da aggiungere che le vendite totali di Samurai Bond da parte di società della Corea del Sud hanno raggiunto la quota record di 370 miliardi di yen nel corso di questi primi dieci mesi del 2011.

Lascia un commento