Il primo Samurai Bond della storia per la Slovacchia

Monica Slovak-Slovakia flags1È un debutto assoluto quello di cui si è resa protagonista in queste ultime ore la Slovacchia in ambito finanziario. Per la prima volta nella storia, infatti, il governo di Bratislava ha emesso bond denominati in valuta giapponese, lo yen (vedi anche La Slovacchia combatte la crisi con un nuovo bond governativo). L’importo complessivo ammonta a circa trenta miliardi di yen, vale a dire l’equivalente di oltre 235 milioni di euro per la precisione. Si tratta di titoli obbligazionari che, come è facile intuire, sono destinati ai soli investitori finanziari di nazionalità nipponica, con molti settori ricompresi.

Société Générale emette Samurai Bond dopo quattro anni

Société Générale, tra gli istituti di credito più importanti di Francia, è tornata a emettere Samurai Bond dopo oltre quattro anni dal momento in cui si è registrata per l’offerta di tali titoli: con questo termine si intende un bond che è denominato in yen e che è quotato a Tokyo da parte di una società di nazionalità non giapponese (bisogna dunque sottostare ai regolamenti nipponici). L’importo complessivo scelto dalla banca transalpina è pari a settanta miliardi di yen (circa novecento milioni di euro per la precisione), ma per quale motivo si è tornati a tale soluzione dopo tanto tempo?

Kexim conquista gli investitori grazie ai Samurai Bond

Export-Import Bank of Korea, banca coreana che è meglio nota con l’acronimo Kexim o Eximbank, ha emesso ben cento miliardi di yen (circa 1,5 miliardi di euro) di Samurai Bond: si tratta di un vero e proprio record per quel che concerne offerte di questo tipo, un livello massimo che ovviamente si riferisce a un prestatore che fa capo alla Corea del Sud. La vendita in questione include anzitutto 51,4 miliardi di yen in titoli obbligazionari che beneficiano della scadenza a due anni e di un rendimento pari a 1,11 punti percentuali. Questo vuol dire che il ritorno economico appena menzionato è superiore rispetto al tasso swap denominato in valuta nipponica di settanta punti base.

La Polonia emette una nuova tranche di Samurai Bond

Il governo della Polonia ha provveduto a emettere Samurai Bond per un importo totale di ben venticinque miliardi di yen (l’equivalente di 313 milioni di dollari per la precisione): si tratta di strumenti finanziari che andranno a beneficiare di una scadenza a cinque anni, per quella che è la seconda offerta in assoluto messa a disposizione degli investitori individuali in Giappone da Varsavia. Quali sono le caratteristiche principali di tali titoli e perché il paese dell’Est europeo ha deciso di affidarsi nuovamente a questa tipologia di bond così particolari? Anzitutto, bisogna precisare che i prodotti in questione giungeranno a maturazione nel mese di maggio del 2017, quindi i cinque anni sono esatti.

La piattaforma di Samurai Bond di Ing Groep

Il celebre gruppo bancario olandese Ing è divenuto il primo istituto di credito a registrare un programma di quotazione obbligazionaria che beneficia di un sistema nuovo di zecca: quest’ultimo, nello specifico, è stato progettato per rendere il mercato domestico degli yen accessibile anche a quei prestatori che non possono vantare la nazionalità giapponese. La struttura in questione si chiama Tokyo Pro-Bond ed esiste ormai da un anno, ma soltanto a questo punto si possono cominciare a fare dei bilanci precisi e dettagliati.

Posco si affida ai Samurai Bond dopo ben cinque anni

Posco, compagnia coreana che vanta il terzo posto mondiale per quel che concerne la produzione di acciaio, ha provveduto a vendere 41,4 miliardi di yen (circa 560 milioni di euro) di Samurai Bond: si tratta, come è noto, di quei titoli obbligazionari giapponesi che vengono emessi da società estere, in questo caso una pianificazione davvero imponente e dalle caratteristiche piuttosto interessanti. Volendo essere ancora più precisi, il colosso di Pohang ha offerto trenta miliardi di yen di obbligazioni a tre anni, i quali vantano un rendimento pari a 1,67 punti percentuali (125 punti base oltre il tasso swap denominato in valuta nipponica); per il resto, bisogna sottolineare che i restanti 11,4 miliardi beneficeranno di un arco temporale maggiore, pari a cinque anni (ritorno economico pari al 2,03%).

Hsbc-Samurai Bond: raggiunti i livelli del 2008

La Hong Kong and Shanghai Banking Corporation è riuscita a raccogliere ben 143,4 miliardi di yen (circa due miliardi di euro) da una delle maggiori vendite di Samurai Bond degli ultimi tempi: si è trattato di una offerta che non beneficiava della garanzia governativa e i livelli in questione sono molto simili a quelli del 2008, quando Lehman Brothers fu costretta a dichiarare bancarotta. L’operazione posta in essere dall’istituto londinese ha riguardato 108,2 miliardi di yen per quel che concerne i titoli obbligazionari a cinque anni, bond con un rendimento pari allo 0,91% (trentuno punti base al di sopra dello swap) e altri 35,2 miliardi in relazione a strumenti a tasso fisso, in grado di pagare 46 punti base oltre il Libor trimestrale. Come si evince dalle indiscrezioni più accreditate, lo stesso gruppo britannico avrebbe pianificato un’ulteriore cessione, ma dell’importo pari a cinquanta miliardi di yen, a conferma che i titoli in valuta giapponese sono di estremo interesse.

Turchia, si punta a un nuovo record di Samurai bond

La Turchia è fortemente intenzionata ad accrescere la propria cessione di Samurai bond: si parla, infatti, di una cifra molto vicina ai 180 miliardi di yen (1,6 miliardi di euro), l’ammontare più alto messo a punto da un governo sovrano da almeno un decennio, mentre gli interessi saranno i medesimi, visto che il governo di Ankara vanta dei migliori rating creditizi. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che le obbligazioni decennali della nazione mediorientale stanno beneficiando di un rendimento pari all’1,87%, vale a dire 48 punti base al di sopra del benchmark quotato in yen. Lo spread in questione non muta più di tanto nemmeno in relazione ai bond che sono stati lanciati sul mercato a gennaio da Panama; al contrario, c’è qualche differenza per quel che concerne i prodotti che sono stati quotati la scorsa settimana da Bank of India (il gap ammonta a 47 punti base).

Filippine: garanzia nipponica per i bond denominati in yen

La cessione di titoli obbligazionari con scadenza a quindici anni già pianificata dal governo delle Filippine si arricchisce di nuovi elementi che potrebbero interessare agli investitori; in effetti, questi bond, i quali sono denominati in yen, non potevano che beneficiare delle garanzie offerte da un istituto di credito nipponico, la Japan Bank for International Cooperation, così da rendere ancora più sicura questa emissione, la quale dovrebbe avvenire nel primo semestre di quest’anno. Il segretario delle Finanze, Cesar Purisima, è stato molto chiaro in questo senso. In pratica, è stato fornito un pieno sostegno al lancio di questi Samurai bond, ma comunque i quindici anni decisi inizialmente per la scadenza degli strumenti in questione non cambieranno, visto che si tratta dell’arco temporale minimo che il paese asiatico può richiedere.

Giappone, riflettori puntati sui Samurai bond

Moltissime società estere stanno tornando a interessarsi al mercato dei cosiddetti Samurai bond, la modalità più classica per ottenere dei rendimenti interessanti dal Giappone; in particolare, si tratta di un vero e proprio ritorno di fiamma per quel che concerne gli alti rendimenti offerti, grazie anche alle condizioni relativamente economiche delle emissioni finanziarie. Nel corso della giornata di ieri, infatti, JPMorgan è stata l’ultima compagnia in ordine temporale ad attingere da questo comparto, mettendo a disposizione dei titoli a tasso fisso, della durata quinquennale e per un totale di 111,1 miliardi di yen. Non si tratta di una semplice emissione, bensì del primo lancio di Samurai bond da parte di una società finanziaria americana dal 2008, ovvero dal momento in cui è scoppiata la crisi globale.

Deutsche Bank: Samurai Bond in vendita a causa della volatilità

Una delle citazioni del codice d’onore dei samurai indica espressamente come unico nemico di questa tradizionale figura militare giapponese l’imprudenza: ebbene, anche Deutsche Bank, maggior prestatore di tutta la Germania, dovrebbe tenersi lontano dalle azioni imprudenti, visto che l’ultima operazione finanziaria di rilievo ha riguardato proprio dei titoli nipponici. Il gruppo bancario di Francoforte ha infatti ottenuto ben ottanta miliardi di yen dai cosiddetti “Samurai Bond”, dopo che il governo della Polonia ha provveduto a posticipare la vendita programmata per la giornata di ieri a causa della volatilità dei mercati. Quando si parla di Samurai Bond, il riferimento va immediatamente alle obbligazioni denominate in yen, quotate a Tokyo da una compagnia non giapponese, ma soggette comunque alle leggi della nazione asiatica.