Emissione obbligazionaria Snam

Snam ha commentato l’operazione di emissione obbligazionaria in due tranches, per un totale di 1,5 miliardi di euro, a tasso fisso, destinata a investitori istituzionali, sottolineando con soddisfazione il successo dell’esito della transazione. La società ha infatti dichiarato la propria opinione positiva nei confronti dell’operazione di lancio di un’emissione obbligazionaria in due tranches a 3 anni e 7 anni a tasso fisso, per un ammontare complessivo di 1,5 miliardi di euro, in attuazione del Piano di EMTN (Euro Medium Term Notes) deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 4 giugno scorso.

Dove investire in Africa secondo Swiss&Global Am

Investire in Africa può diventare una scelta molto profittevole se si ha un orizzonte temporale di lungo periodo e la capacità di saper resistere alla volatilità legata alle variabili geopolitiche di breve periodo. Secondo Tommaso Bonanata, money manager di Swiss&Global Asset Management, nonostante gli elevati fattori di rischio ricorrenti, il continente africano resta “una miniera d’occasioni”. Gli investimenti migliori si concentrano nelle regioni sopra l’equatore, ma ci sono ottime opportunità anche nelle regioni sub-sahariane. Il fattore di successo risiede nella capacità di saper selezionare le migliori storie.

Forte rialzo per i futures sul grano

Il mese di ottobre si è caratterizzato per delle interessanti performance dei futures, soprattutto il rally del granturco: questi stessi contratti sono oggi cresciuti come non accadeva da ben cinque settimane, grazie alla speculazione che ha riguardato le scorte globali di tale commodity, destinate a ridursi per il deterioramento delle condizioni dei raccolti negli Stati Uniti. Il motivo è presto detto, vale a dire il clima secco e la pioggia che influiscono su molte parti del continente europeo. Circa il 39% del raccolto invernale americano era in buone o eccellenti condizioni lo scorso 4 novembre, anche se si è trattato del livello più basso per quel che concerne la settimana in questione, come messo opportunamente in luce dal Dipartimento Agricolo.

Dividendi super dalle azioni tedesche nel 2012

Il 2012 sarà ricordato come un anno record per i dividendi delle società tedesche inserite nell’indice azionario Dax30, il più importante tra i panieri del comparto equity della borsa di Francoforte. In media i titoli hanno offerto un rendimento del 4%, contro l’1% circa pagato generalmente dalle banche. Gli investitori che hanno puntato sulle aziende tedesche più importanti gongolano e si godono una pioggia di denaro in una fase congiunturale molto difficile non solo per i paesi dell’Europa peeriferica, ma anche per la Germania.

Trimestrale BMW

Conti in chiaro scuro per Bmw, uno dei principali operatori mondiali delle quattro ruote. Se infatti l’utile trimestrale della società tedesca ha battuto le attese, il margine operativo della divisione auto delude. Stando a quanto affermano le stesse comunicazioni ufficiali societarie, il gruppo guidato da Norbert Reithofer ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un utile netto pari a 1,29 miliardi di euro, in miglioramento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, grazie alla forte crescita dei ricavi nel mercato di Cina e Stati Uniti.

Volkswagen si affida a bond convertibili triennali

Volkswagen, maggior casa automobilistica dell’intero continente europeo, si è affidata ai titoli obbligazionari convertibili per soddisfare le sue ultime esigenze finanziarie: l’ultima offerta di questo tipo prevede un importo pari a 2,5 miliardi di euro, con gli strumenti che si convertiranno in maniera automatica in azioni alla scadenza, così da aumentare la liquidità relativa agli acquisti di Porsche e Ducati. Di solito si parla del colosso di Wolfsburg anche in relazione ad altri strumenti finanziari, visto che lo scorso mese di giugno JPMorgan e Volkswagen guidavano le vendite di Abs. I nuovi titoli prevedono una scadenza triennale, con il pagamento di una cedola annuale pari al 5,5%.

Quali rischi per i mercati finanziari con i tassi a zero

I mercati finanziari stanno convivendo ormai da troppi anni con tassi ai minimi storici. Il fenomeno dei tassi di interesse pari a zero è senza dubbio un’anomalia destinata prima o poi a rientrare. Se si osserva oggi la curva dei rendimenti dei titoli di stato americani fino ai 30 anni, si può riscontrare una condizione piuttosto anomala di tassi reali negativi su gran parte delle scadenze. Questo fenomeno non fa presagire nulla di buono per il futuro ed è destinato ad avere effetti negativi su tutti gli asset a cominciare dalle azioni.

I nuovi piani di risparmio Generali Premium

Il 2012 non è stato un anno semplicissimo per la “compagnia del Leone”, basti pensare allo scorso mese di maggio e alla certificazione del primo trimestre di Generali negativo: nonostante tutto, però, il colosso triestino si è rimboccato le maniche soprattutto dal punto di vista delle offerte, tanto è vero che è appena stata lanciata Generali Premium. Di cosa si tratta nello specifico? In pratica, si sta parlando di una serie di piani di risparmio nuova di zecca, molto utile per riuscire a combinare in maniera adeguata gli investimenti finanziari e il risparmio vero e proprio.

Quali rischi dalle future emissioni di obbligazioni societarie

Il 2012 sarà ricordato come l’anno record per le emissioni di obbligazioni societarie. Secondo le rilevazioni di Thomson Reuters, aggiornate al 31 ottobre 2012, nei primi dieci mesi dell’anno le emissioni di corporate bond hanno già superato quota 2.800 miliardi di dollari per un incremento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2011. Secondo Ubs Investment Research il trend di crescita non si fermerà di certo a novembre, che storicamente è un mese in cui le aziende preferiscono completare in anticipo i programmi di finanziamento prima della chiusura di bilancio di fine anno.

Investimento Hyundai e Kia

Chi ha investito sui titoli Hyundai e Kia negli ultimi giorni, ha ben di che lagnarsi. Le due compagnie automobilistiche sudcoreane sono state coinvolte in una vicenda dai contorni ancora non chiari, che sta penalizzando la capitalizzazione di mercato del duo a quattro ruote. Pare infatti che nel mercato statunitense, i due operatori abbiano diffuso dati falsi sul consumo del carburante di un milione di veicoli venduti sul mercato locale. Ne è conseguita una brusca frenata delle quotazioni alla Borsa di Seoul e, più recentemente, la chiusure con il segno negativo.

Franklin Templeton consiglia di investire sul Sudafrica

La casa di investimenti Franklin Templeton ritiene che il continente africano sia ancora molto trascurato dai grandi investitori mondiali, anche se già oggi ci sono ottime opportunità da sfruttare in diversi paesi. Tuttavia, secondo Franklin Templeton la perla del continente resta il Sudafrica, che di recente ha affrontato numerose sfide ma è ormai pronto a mettersi alle spalle la congiuntura economica sfavorevole. Il Sudafrica è la maggiore economia africana e viene fatta rientrare nell’acronimo BRICS, insieme a paesi del calibro di Brasile, Russia, India e Cina.

Ubs consiglia di comprare azioni europee

Alla Ubs sono convinti che nel mercato azionario europeo ci sia del valore inespresso, anche se la volatilità dovrebbe restare ancora elevata per lungo tempo. Fin dal 2008 gli investitori hanno comprato soprattutto asset a basso rischio, restando alla larga dall’azionario in particolare quello europeo. La crisi dei debiti sovrani europei ha accentuato questo trend, ma contestualmente ha gonfiato oltremodo le quotazioni di asset come i titoli di stato. Il mercato azionario europeo è diventato così particolarmente conveniente e alla lunga resta ancora l’asset class in grado di offrire buoni rendimenti.

Il 2013 sarà l’anno del sukuk tunisino

Il continente africano e la finanza islamica sono sempre più vicini: un esempio molto chiaro è quello relativo alla Tunisia, nazione che ha già approntato la bozza relativa al budget statale per quel che riguarda il 2013. Ebbene, proprio queste misure saranno sostenute e finanziate dai sukuk, i bond islamici che rispettano la legge della Shariah. Volendo essere ancora più precisi, l’importo previsto dovrebbe essere di un miliardo di dinari tunisini (poco meno di mezzo miliardo di euro per la precisione). L’annuncio è giunto direttamente da Slim Besbes, ministro delle Finanze del paese africano, sottolineando come si tratti di una parte integrante dello sviluppo di una piattaforma legale per la finanza in questione.

Crisi economica ancora lunga

La crisi economica sarà lunga e difficile, e durerà almeno cinque anni. Ad affermarlo è la cancelliera tedesca Angela Merkel, che spegne definitivamente i facili entusiasmi di coloro che possono pensare che la congiuntura negativa sparirà nel brevissimo termine per lasciare spazio ad una rapida e dinamica inversione di tendenza. L’abbandono della crisi sarà invece particolarmente complicato e, soprattutto, non riguarderà pochi mesi o pochi anni, ma almeno un intero lustro a partire da oggi.