Chi ha investito sui titoli Hyundai e Kia negli ultimi giorni, ha ben di che lagnarsi. Le due compagnie automobilistiche sudcoreane sono state coinvolte in una vicenda dai contorni ancora non chiari, che sta penalizzando la capitalizzazione di mercato del duo a quattro ruote. Pare infatti che nel mercato statunitense, i due operatori abbiano diffuso dati falsi sul consumo del carburante di un milione di veicoli venduti sul mercato locale. Ne è conseguita una brusca frenata delle quotazioni alla Borsa di Seoul e, più recentemente, la chiusure con il segno negativo.
Franklin Templeton consiglia di investire sul Sudafrica
La casa di investimenti Franklin Templeton ritiene che il continente africano sia ancora molto trascurato dai grandi investitori mondiali, anche se già oggi ci sono ottime opportunità da sfruttare in diversi paesi. Tuttavia, secondo Franklin Templeton la perla del continente resta il Sudafrica, che di recente ha affrontato numerose sfide ma è ormai pronto a mettersi alle spalle la congiuntura economica sfavorevole. Il Sudafrica è la maggiore economia africana e viene fatta rientrare nell’acronimo BRICS, insieme a paesi del calibro di Brasile, Russia, India e Cina.
Ubs consiglia di comprare azioni europee
Alla Ubs sono convinti che nel mercato azionario europeo ci sia del valore inespresso, anche se la volatilità dovrebbe restare ancora elevata per lungo tempo. Fin dal 2008 gli investitori hanno comprato soprattutto asset a basso rischio, restando alla larga dall’azionario in particolare quello europeo. La crisi dei debiti sovrani europei ha accentuato questo trend, ma contestualmente ha gonfiato oltremodo le quotazioni di asset come i titoli di stato. Il mercato azionario europeo è diventato così particolarmente conveniente e alla lunga resta ancora l’asset class in grado di offrire buoni rendimenti.
Il 2013 sarà l’anno del sukuk tunisino
Il continente africano e la finanza islamica sono sempre più vicini: un esempio molto chiaro è quello relativo alla Tunisia, nazione che ha già approntato la bozza relativa al budget statale per quel che riguarda il 2013. Ebbene, proprio queste misure saranno sostenute e finanziate dai sukuk, i bond islamici che rispettano la legge della Shariah. Volendo essere ancora più precisi, l’importo previsto dovrebbe essere di un miliardo di dinari tunisini (poco meno di mezzo miliardo di euro per la precisione). L’annuncio è giunto direttamente da Slim Besbes, ministro delle Finanze del paese africano, sottolineando come si tratti di una parte integrante dello sviluppo di una piattaforma legale per la finanza in questione.
Crisi economica ancora lunga
La crisi economica sarà lunga e difficile, e durerà almeno cinque anni. Ad affermarlo è la cancelliera tedesca Angela Merkel, che spegne definitivamente i facili entusiasmi di coloro che possono pensare che la congiuntura negativa sparirà nel brevissimo termine per lasciare spazio ad una rapida e dinamica inversione di tendenza. L’abbandono della crisi sarà invece particolarmente complicato e, soprattutto, non riguarderà pochi mesi o pochi anni, ma almeno un intero lustro a partire da oggi.
Scenario ribassista per i futures sul rame a fine 2012
E’ da qualche tempo che gli analisti finanziari hanno una view negativa sul rame. Sono diversi i fattori tecnico-fondamentali a sostenere questa visione, in primis i timori di un deciso rallentamento economico nei prossimi mesi sia dei paesi maggiormente sviluppati sia della Cina, che è il principale consumatore mondiale di rame al mondo con un peso del 40% sulla domanda globale del metallo rosso. A tingere di grigio il quadro del rame ci ha pensato anche l’aumento delle scorte al London Stock Exchange (LSE).
Tre scadenze per i bond governativi di Malta
Verso la fine dello scorso anno, si era cercato di capire quali fossero le opportunità di investimento offerte da Malta: uno spunto interessante è giunto proprio nel corso di questa settimana. In effetti, il piccolo stato dell’Europa meridionale ha deciso di mettere a disposizione ben tre offerte separate di titoli governativi, per un importo complessivo pari a 140 milioni di euro (la moneta unica europea circola liberamente anche qui). Ebbene, questi stessi strumenti finanziari sono stati sottoscritti per quasi il doppio del loro valore effettivo, segno che la fiducia nutrita verso la repubblica insulare è buona. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che esattamente due giorni fa il Tesoro locale ha annunciato tutti i dettagli dell’operazione.
Riunione cda banche italiane – 13 novembre
Il 13 novembre è giornata da segnare nel calendario per ciò che concerne i principali istituti di credito italiani. Bpm, Mps, Banco Popolare, Unicredit e Ubi Banca, Intesa Sanpaolo che riuniscono infatti i rispettivi consigli di amministrazione per poter analizzare i conti del terzo trimestre 2012. Un appuntamento particolarmente rilevante, che tuttavia non incontra la giusta fiducia e l’opportuno ottimismo da parte della comunità finanziaria internazionale, con gli analisti di Deutsche Bank che ritengono come i dati del terzo trimestre delle banche italiane evidenzieranno che mancano ancora i requisiti giusti per ottenere l’attesa redditività.
Investire in Gazprom 2012
Gazprom, il numero uno mondiale per la vendita del gas, ha pubblicato i numeri dell’ultima semestrale. Semestrale che è contraddistinta da una forte contrazione dei principali dati economico finanziari, a causa dell’evidente crisi che ha colpito il vecchio Continente, e che ha prodotto una diminuzione del giro d’affari per tutte quelle compagnie che concentrano la maggior parte dei propri business sul territorio europeo. Vediamo allora nel dettaglio quali sono i numeri principali elencati dal colosso russo.
Il successo degli Etf in Thailandia
Il mercato degli Etf ha compiuto dieci anni in Italia, ma anche in altri paesi del mondo questi strumenti finanziari stanno incontrando un successo piuttosto importante: in particolare, gli Exchange Traded Fund, tra i prodotti più popolari in assoluto per quel che concerne i mercati globali, sono diventati un’alternativa davvero attraente in relazione alla Thailandia, paese in cui sono stati introdotti per la prima volta cinque anni fa. Le dimensioni degli assets sono cresciute a un ritmo rallentato nel periodo in questione, attestandosi a quota dieci miliardi di baht lo scorso anno e raggiungendo i quattordici miliardi in questo 2012.
Il 2012 sarà anno record per i corporate bond
La continua immissione di liquidità sui mercati da parte delle principali banche centrali, in primis Federal Reserve e Bank of Japan, sta spingendo le emissioni di obbligazioni societarie a livelli record. Secondo un’analisi di Bloomberg ci stiamo avvicinando a un record di emissioni per i corporate bond stimate a 3,3 trilioni di dollari, ovvero un importo in grado di sfidare i record del 2009. La politica monetaria ultra-espansiva delle grandi banche centrali ha fatto tornare un forte appetito per il rischio da parte degli investitori, in particolare sui bond ad alto rendimento.
Investire in Sony
Momento positivo per Sony. La compagnia giapponese ha infatti chiuso il secondo trimestre fiscale dell’anno (l’esercizio è iniziato il 1 aprile) con una perdita netta dimezzata rispetto allo scorso anno. Il rosso continua a contraddistinguere il conto economico dell’azienda nipponica, ma quanto meno i primi risultati degli sforzi compiuti dal colosso dell’hi-tech giapponese sembrano trovare i favori contabili. Vediamo allora come si è concluso il secondo trimestre per l’azienda, e come se la stanno cavando i principali concorrenti.
Ancora performance positive per i futures sul rame
Passano i mesi ma la situazione non cambia: se a fine settembre si era registrato un rialzo consistente per i futures sul rame, questi ultimi contratti sono risultati nel corso della giornata di ieri in crescita per il terzo giorno consecutivo. La propensione verso gli investimenti è sensibilmente migliorata grazie alla pubblicazione di un report ben preciso, il quale ha messo in luce come il settore manifatturiero della Cina abbia aumentato la propria produzione a ottobre per la prima volta dopo un intero trimestre. Di conseguenza, il Comex di New York ha evidenziato uno scambio dei futures in questione (spedizioni del prossimo mese di dicembre) a quota 3,541 dollari l’oncia, con un aumento complessivo di 0,65 punti percentuali.
Rischi e opportunità dagli investimenti in Africa
Solo un decennio fa l’autorevole The Economist definiva il continente africano “hopeless”, ovvero senza speranza. Oggi una miriade di imprese multinazionali, con i cinesi in prima fila, sono pronte a esplorare il continente nero alla ricerca di opportunità potenzialmente illimitate. Tra il 1980 e il 2001 il pil dell’Africa è cresciuto in media del 2,8%, ma dal 2002 al 2011 il tasso di sviluppo è quasi radoppiato a una media del 5,2% ogni anno. Le opportunità maggiori si trovano nei paesi più grandi, ma spesso dipende anche su quale comparto si intende puntare.