Morgan Stanley vede rischi dalle elezioni italiane

Le imminenti elezioni politiche italiane, in programma il 24 e 25 febbraio 2013, sono molto attese dagli investitori di tutto il mondo, in quanto non saranno fondamentali solo per proseguire le riforme strutturali e di austerity intraprese dal precedente esecutivo Monti ma potrebbero avere un impatto su scala maggiore, con decise ripercussioni sull’intero sistema-Europa. Analisti finanziari, economisti, risk manager e investitori credono che l’Italia sia un territorio minato almeno fino al giorno delle elezioni. Tra le banche d’affari internaizonali, Morgan Stanley evidenzia i rischi derivanti da questa tornata elettorale.

La banca americana, in un recente report, sottolinea quanto sia delicato questo passaggio elettorale. L’economista Daniele Antonucci ha evidenziato che “mentre le misure di austerity iniziano a gravare sul sistema economico, il rischio che aumenti il malcontento sociale continua a crescere e questo potrebbe ridurre la capacità di azione per il prossimo governo”. Secondo Antonucci, senior economist responsabile del mercato periferico europeo, gli “indicatori storici dimostrano che gli sviluppi politici sono legati a doppio filo al mercato italiano”.

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Morgan Stanley identifica cinque chiavi di lettura dello scenario politico italiano e in che modo gli investitori valutano il rischio politico italiano dall’estero. Innanzitutto, in Italia i cambi di governo possono avvenire più frequentemente rispetto ai cinque anni di mandato tradizionali, a causa di crisi politiche interne o crisi internazionali. In secondo luogo, gli elettori non possono votare direttamente i loro candidati politici preferiti ma solo il partito o la coalizione.

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In terzo luogo, bisogna considerare la differenza dell’iter elettorale tra Camera e Senato dove la maggioranza può uscire ancora più debole, riducendo il campo di azione dell’esecutivo in carica. In quarto luogo, il risultato elettorale è influenzato dal voto degli italiani all’estero, da minoranze linguistiche e da regioni a statuto speciale. Infine, c’è il rebus della Lombardia, che è una regione-chiave in Italia, visto che ha la maggiore rappresentanza al Senato e che pesa sul 20% del pil italiano.

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