Morgan Stanley consiglia tre utility su cui puntare

Da gennaio 2016 ad oggi, il comparto delle utility ha fatto registrare un calo pari al 2,2%, meno dell’indice Msci Europe. Gli analisti di Morgan Stanley, dal canto loro, hanno evidenziato quelli che sono i titoli che possono recuperare terreno.

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Quali azioni di borsa evitare secondo Morgan Stanley

159340877MT002_MORGAN_STANLNel panorama borsistico europeo ci sono una serie di titoli che hanno corso troppo, presentando oggi valutazioni eccessivamente elevate rispetto al proprio fair value. Gli analisti finanziari di Morgan Stanley hanno compilato una lista di titoli giudicati sopravvalutati, in base alle attuali quotazioni espresse in borsa. La banca d’affari americana ha così elencato 10 titoli da vendere, sui quali è meglio prendere profitto o comunque stare alla larga. Nella lista di Morgan Stanley figurano anche due società italiane e poi azioni quotate a Londra, Parigi, Zurigo, Amsterdam e Helsinki.

Azioni da comprare secondo Morgan Stanley

Morgan-StanleyMorgan Stanley ha selezionato una lista di 10 azioni da comprare, sulla base del rating overweight, a sua volta consigliato dalla crescita annua stimata degli utili per azione superiore all’8 per cento nel corso dei prossimi tre anni, più del 3 per cento di rendita in termini di dividendo e rapporto p/e inferiore a 13. Cerchiamo allora di scoprire quali sono questi 10 titoli da avere nel proprio portafoglio, e a quali settori industriali appartengono.

6 titoli russi da comprare nel 2013 secondo Morgan Stanley

morgan_stanleyI mercati emergenti stanno sperimentando una brusca frenata negli ultimi mesi. Tra questi c’è anche la Russia, sebbene non ci sono all’orizzonte particolari criticità degne di nota. In realtà, l’andamento negativo degli ultimi tempi ha creato nuove opportunità di medio-lungo periodo. Ne è convinta Morgan Stanley, che ha messo sotto la lente 6 titoli russi dalle grandi potenzialità. Il mercato azionario russo scambia con un rapporto medio tra prezzi delle azioni e utili per azione di 4,4, quindi a sconto rispetto ad altri mercati emergenti.

Oro sotto 1.500 dollari a fine 2013 secondo Morgan Stanley

morgan_stanleyNelle ultime settimane il settore delle materie prime ha sperimentato pesanti flessioni, per un investimento in commodity deludente nel primo trimestre 2013. Le motivazioni alla base di questo andamento negativo psosono essere ricondotte alle aspettative di rallentamento economico, soprattutto dei due giganti Stati Uniti e Cina, e alla minore avversione al rischio degli investitori internazionali. Tra le materie prime maggiormente sotto pressione c’è l’oro, che qualche giorno fa ha evidenziato il peggior calo dal 1983 spingendosi fino a 1.321 dollari l’oncia.

Trimestrale Morgan Stanley

morgan stanleyMorgan Stanley ha chiuso il primo trimestre 2013 con buoni risultati, pur non in linea con quanto previsto dal mercato. La banca d’affari statunitense ha riscontrato un utile netto di 984 milioni di dollari, pari a 0,49 dollari per azione, contro una perdita netta di 94 milioni di dollari, o 0,06 dollari per azione, rilevato nello stesso periodo dello scorso anno fiscale. Senza gli oneri contabili, gli utili sarebbero stati pari a 317 milioni di dollari, o 0,61 dollari per azione, contro gli 0,56 dollari previsti dagli analisti.

Banche italiane da sottopesare in portafoglio secondo Morgan Stanley

Negli ultimi giorni Morgan Stanley si sta interessando molto alla valutazione dello stato di salute del settore bancario. Gli analisti della banca d’affari americana ritengono che il recupero del settore finanziario, iniziato da fine luglio 2012 e tuttora in corso, potrebbe non essere più omogeneo nei prossimi mesi per cui saranno premiati maggiormente soltanto quesgli istituti di credito che hanno saputo rispondere meglio alla crisi. Morgan Stanley è convinta che d’ora in poi i mercati premieranno solo le banche più avanti nel processo di ristrutturazione e di miglioramento della capitalizzazione.

Morgan Stanley vede rischi dalle elezioni italiane

Le imminenti elezioni politiche italiane, in programma il 24 e 25 febbraio 2013, sono molto attese dagli investitori di tutto il mondo, in quanto non saranno fondamentali solo per proseguire le riforme strutturali e di austerity intraprese dal precedente esecutivo Monti ma potrebbero avere un impatto su scala maggiore, con decise ripercussioni sull’intero sistema-Europa. Analisti finanziari, economisti, risk manager e investitori credono che l’Italia sia un territorio minato almeno fino al giorno delle elezioni. Tra le banche d’affari internaizonali, Morgan Stanley evidenzia i rischi derivanti da questa tornata elettorale.

Facebook vittima della speculazione?

Quella che doveva essere l’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nel più controverso collocamento della storia di Wall Street. Tanta pubblicità è stata fatta fino alla vigilia dell’avvio degli scambi e quasi sempre si sono raccolte opinioni positive sull’eventuale prospettiva rialzista del social network più famoso ed importante del mondo.

Poi arriva il giorno; quel 18 maggio in cui il Nasdaq ha aperto sulla campanella suonata da Mark in persona con mezz’ora di ritardo, per problemi tecnici. All’inizio, come era stato previsto, l’euforia ha il sopravvento ed in pochi scambi il guadagno diventa enorme. Oltre il 13% sul già eccessivo prezzo di collocamento nelle prime ore, poi cambia il vento. Le vendite rischiano di far crollare il prezzo delle azioni sotto il valore di collocamento, ed anche se a fine giornata questo non si verifica il destino è solamente rimandato.

Morgan Stanley continua con i tagli al personale

La crisi del debito del 2008 fa’ sentire evidentemente il suo effetto anche nel 2011-2012 visto che Morgan Stanley sta rivedendo drasticamente le sue risorse umane.

Il 15 Dicembre scorso è stata diffusa una notizia secondo cui il colosso sarebbe intenzionato a tagliare 1600 posti a livello globale; questo fa’ seguito ad una decimazione “silenziosa” che proprio dal 2008-2009 è iniziata ed è costata il posto di lavoro a consulenti, trader e quant’altro.

Nel mirino ancora ci sono appunto consulenti e trader, ma anche dipendenti del back-office e personale dell’area dell’investment banking. Questo, secondo le voci ufficiali, sarebbe necessario visto l’andamento della crisi che ha colpito il settore e proprio nella giornata di oggi viene annunciato un altro drastico taglio al personale che interessa esclusivamente New York; quasi 600 posti dovrebbero “saltare” nelle filiali di Manhattan per motivi “economici”. 

Morgan Stanley: nuovo bond per proteggersi dall’inflazione

Mercato Telematico delle Obbligazioni ed Euro Tlx: sono questi i due mercati finanziari in cui, da cinque giorni a questa parte, è possibile negoziare il nuovo titolo obbligazionario lanciato da Morgan Stanley. L’istituto di credito americano ha infatti deciso di mettere a disposizione degli investitori interessati un bond agganciato al tasso di inflazione, così come si evince facilmente dalla stessa denominazione del prodotto, vale a dire “Morgan Stanley Inflazione Turbo”. Quali sono le caratteristiche peculiari dello strumento in questione? Di questi tempi, l’andamento dei prezzi al consumo è piuttosto preoccupante, quindi la banca newyorkese ha deciso di offrire una adeguata protezione in tal senso, la quale potrà essere ottenuta attraverso delle cedole indicizzate all’inflazione dell’eurozona. La durata complessiva del prodotto è di cinque anni, quindi bisogna guardare con la massima attenzione al 2016 come termine naturale.

Morgan Stanley aggancia il proprio bond all’inflazione europea

Morgan Stanley, una delle principali banche d’affari di New York e di tutti gli Stati Uniti, si sta affidando a Borsa Italiana per lanciare il suo nuovo titolo obbligazionario, il quale sarà legato all’andamento dell’inflazione: Eur 15.000.000 Inflation Linked Notes due 2016, questa è la denominazione ufficiale del prodotto, è stato negoziato tre giorni fa presso il Mercato Telematico delle Obbligazioni e si presenta come uno degli strumenti finanziari più interessanti per quel che concerne il proprio comparto. Nello specifico il nome fa già intuire molte caratteristiche dell’offerta.

Emergenti: Morgan Stanley valuta Brasile, Messico e Cile

Morgan Stanley, una delle banche d’affari più celebri d’America, ha stilato dei rating molto interessanti per quel che riguarda le principali economie emergenti: i dati che prevalgono sugli altri in maniera più netta sono quelli relativi all’America Latina, per la quale l’istituto newyorkese ha tagliato il proprio giudizio fino a un “sottovalutato” nell’ambito delle stime internazionali, mentre il portafoglio delle nazioni asiatiche è risultato sopravvalutato. C’è da approfondire queste due valutazioni così diverse. Anzitutto, l’America Latina, in base a quanto confermato da Jonathan Garner, il quale ricopre l’incarico di stratega per la sede di Hong Kong di Morgan Stanley, sta tendendo sempre più a delle performance inferiori alle aspettative nel corso delle fasi di correzione economica.