Il Kenya pianifica il proprio prestito di bond

Il governo del Kenya sta pianificando l’avvio delle negoziazioni di un bond sovrano: la nazione africana si è convinta in questo senso dopo aver trovato l’accordo per il prestito di circa seicento milioni di dollari da parte dei creditori esteri, con un tasso di interesse fissato a 4,75 punti percentuali al di sopra del Libor (London Interbank Offered Rate). L’annuncio ufficiale è giunto direttamente dal Ministero delle Finanze locale. Tale bond va quindi a rimpiazzare un Eurobond che era già stato strutturato e dovrebbe essere in grado di coprire un target di prestito che sarà pari a 119 miliardi di scellini locali per l’anno fiscale 2011-2012 (si concluderà il prossimo mese di giugno per la precisione).

AFRICA ORIENTALE, I BOND FINANZIERANNO LE INFRASTRUTTURE
Lo stesso Eurobond che è appena stato menzionato, comunque, beneficerà di uno spostamento nell’anno fiscale 2013-2014, con gli analisti finanziari che si sono detti convinti del fatto che il prestito sindacato è stato un buon punto di rilancio per la maggiore economia dell’Africa orientale. Il paese, inoltre, vanta un rating pari a B+ che gli è stato affibbiato da Standard & Poor’s e da Fitch, nella cosiddetta “piena zona a rischio”, ma nemmeno troppo lontano dagli investimenti che sono valutati come “sufficientemente affidabili”.

DIASPORA BOND, LE DIFFICOLTA’ DEL MERCATO DEL KENYA

Robison Githae, titolare del dicastero economico, ha voluto sottolineare come la negoziazione del bond sovrano sarà molto utile per quel che riguarda il ritiro del debito domestico, fin troppo costoso. La decisione di prestare titoli a livello internazionale è maturata nel corso del 2011, proprio dopo che ci si era accorti che i titoli governativi erano aumentati di ben venti punti percentuali. Le infrastrutture rimarranno una priorità della nazione africana, quindi è facile immaginare come il denaro sarà sfruttato soprattutto in questo senso. L’intera gestione del prestito è stata perfezionata da un consorzio di banche straniere, composto da Citibank e Standard Chartered.

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