Ibm rispolvera i bond a tasso variabile dopo due anni

International Business Machines Corporation, meglio nota come Ibm, sta pianificando la vendita di titoli obbligazionari in una offerta che potrà beneficiare di due parti distinte: il colosso informatico di Armonk ha infatti deciso di puntare sulla prima emissione di strumenti finanziari a tasso variabile degli ultimi due anni. In effetti, si può risalire fino all’estate del 2011 per scoprire che la stessa Ibm stava vendendo bond quinquennali per ripianare il proprio debito. L’obiettivo attuale della multinazionale americana è sostanzialmente quello di affidarsi a bond a tasso variabile che giungeranno a scadenza nel 2015 (la durata è dunque biennale).

Il rendimento garantito in questo caso, inoltre, dovrebbe essere di un punto base (-0,01%) inferiore rispetto al Libor (London Interbank Offered Rate). L’altra tranche, invece, riguarda titoli a tasso fisso e di durata quinquennale, il cui ritorno economico sarà superiore di cinquanta punti base (+0,5% per la precisione) rispetto alla stessa scadenza messa a disposizione dal Tesoro americano. Che cosa c’è da dire, poi, in merito alle dimensioni di questa offerta? Ibm dovrebbe rispettare le classiche dimensioni del benchmark, il che vuol dire che si tratterà di un importo pari ad almeno cinquecento milioni di euro, secondo una fonte rimasta anonima.

Le performance delle altre obbligazioni della compagnia statunitense sono presto dette. Anzitutto, ci sono i bond in scadenza nell’ottobre del 2018 (ammontare complessivo di 1,6 miliardi di dollari e rendimento iniziale del 7,625%), i quali sono stati scambiati ieri a 132 centesimi sul dollaro. I dati in questione sono stati forniti da Trace, il sistema che monitora le quotazioni dei titoli obbligazionari e che fa capo alla Financial Industry Regulatory Authority. L’ultimo bond a tasso variabile risale addirittura al dicembre del 2010, dunque ventisei mesi fa, quando l’offerta fu quantificata in un miliardo di dollari e con una scadenza a due anni (tre punti base al di sopra del già citato Libor).

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