Obbligazione Abn Amro tasso misto 2009-2014

obbligazioni-abn-amro-tasso-mistoNei giorni scorsi sul MOT sono state ammesse alle negoziazioni le Obbligazioni Abn Amro tasso misto 2009-2014, con godimento 23 dicembre 2009 e scadenza quinquennale fissata per il 23 dicembre 2014, quanto i titoli ai possessori saranno rimborsati alla pari ed in un’unica soluzione alla scadenza. Le obbligazioni, con codice ISIN NL0009287069, sono negoziabili sul mercato per importi pari a 1.000 euro nominali o multipli, e fruttano in via posticipata gli interessi nei giorni 23 giugno ed il 23 dicembre di ogni anno. La società emittente delle obbligazioni è Abn Amro Bank N.V., il cui ultimo rating disponibile è “Aa3” per Moody’s, “A+” per Standard & Poor’s e “AA-” per l’agenzia Fitch Ratings. L’emissione è stata di 25.000 obbligazioni per complessivi 25 milioni di euro nominali, ragion per cui il flottante non è elevatissimo; pur tuttavia, sulle obbligazioni Abn Amro tasso misto 2009-2014, la cui ultima cedola lorda è stata del 2,50%, è previsto che l’emittente si impegni a fornire sul MOT dei prezzi in acquisto ed in vendita dei titoli.

Azioni banche: focus sul rimpatrio dei capitali

scudo-fiscaleA seguito dell’operazione di rimpatrio dei capitali in Italia, attraverso lo scudo fiscale, molte banche italiane potrebbero nel breve e nel medio termine trarne beneficio attraverso un sensibile aumento degli asset in gestione. Al riguardo, infatti, il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha reso noto che il volume delle operazioni legate allo scudo fiscale è stato pari a ben 95 miliardi di euro; le dichiarazioni di emersione si sono temporaneamente chiuse lo scorso 15 dicembre, ma il Governo ha disposto la riapertura che si protrarrà fino al prossimo mese di aprile anche se con delle aliquote più elevate. Di questi 95 miliardi di euro, il Mef ha ufficialmente dichiarato che il 98% di queste somme sono costituite da rimpatri effettivi nel nostro Paese, il che significa che gli intermediari, ovverosia le banche su tutte, vedranno accrescere, in alcuni casi in maniera sensibile, il controvalore degli asset in gestione da cui, tra l’altro, la banca potrà anche intascare delle commissioni sulla base di future operazioni di investimento mobiliare e non nel nostro Paese.

Seat Pagine Gialle: obiettivi e strategie per i prossimi mesi

azioni_seat_pagine_gialleEntro la fine del prossimo mese di gennaio 2010, Seat Pagine Gialle prevede di rendere noto alla comunità finanziaria l’esito relativo a dei colloqui che sono stati avviati con l’istituto di credito estero Royal Bank of Scotland per mettere a punto delle operazioni di emissioni di debito al fine di allungare la scadenza media del proprio indebitamento. Contestualmente, a causa delle condizioni macroeconomiche, che nel frattempo sono peggiorate, Seat Pagine Gialle ha altresì annunciato una revisione al ribasso delle aspettative e degli obiettivi attesi per l’anno 2010 e per il 2011. Quindi, non potranno essere più rispettati i target tracciati nel Piano Industriale 2009-2011 che l’azienda aveva messo a punto nel febbraio 2009; al termine dei colloqui e del relativo esito sul rifinanziamento parziale del proprio debito con Royal Bank of Scotland, Seat Pagine Gialle informa che provvederà poi alla presentazione delle previsioni relative al prossimo anno.

Azioni Wall Street: 2000-2009, un decennio da dimenticare

azioni-wall-streetI dieci anni dal 2000 al 2009 non passeranno di certo alla storia per la piazza azionaria di Wall Street; sono stati infatti dieci anni di grandi eventi negativi e di grandi tragedie, dall’attacco alle Torri Gemelle al caso Enron e passando, in ultimo, per il crac di Lehman Brothers e la tempesta finanziaria abbattutasi a seguito del crollo del castello di carta dei mutui subprime. In tale contesto, tra pesanti cadute, e risalite più o meno repentine, chi è entrato sui massimi relativi ha in molti casi perso quasi tutto, mentre chi è riuscito ad entrare sui minimi di periodo ha fatto buoni affari. Ma c’è anche chi dall’investimento in azioni, con un’ottica di medio e lungo periodo, dalla Borsa di New York non avuto grandi soddisfazioni; al riguardo, infatti, nei giorni scorsi il capo economista della Ibbotson Associates ha messo in evidenza come il ritorno finanziario di questi ultimi dieci anni, per chi ha puntato sulle azioni americane, sia stato in media negativo dello 0,5%.

Private Equity: investire “facile” con gli Etf

etf-private-equityIl settore del private equity in passato ha rappresentato un campo dove ad operare erano praticamente solo o quasi gli “addetti ai lavori“, ma col tempo si è capito come l’apertura di questo comparto al mercato potesse rappresentare una grande opportunità di sviluppo e di crescita. In ogni caso, l’accesso diretto nel capitale azionario di società che operano nel private equity può essere sia difficoltoso, sia rischioso, mentre puntare su un paniere permette come al solito di mediare il rischio e di cogliere le opportunità offerte da un comparto che spesso riesce a dare delle belle soddisfazioni anche quando la congiuntura economica mondiale non è delle migliori, o si verificano bolle e tempeste finanziarie.

Aderire a un PPI: come proteggersi dagli scossoni delle Borse

EuCapital-pos-col1Gli scossoni che si sono verificati in quest’ultimo anno nelle principali Borse internazionali hanno portato una maggiore circospezione tra risparmiatori e investitori: ci si chiede soprattutto se sia il caso di aumentare il peso delle azioni nel portafoglio approfittando dei prezzi bassi, oppure se non sia meglio attendere una nuova correzione al ribasso. La sottoscrizione di un Piano Pluriennale di Investimento può essere la soluzione ideale per uscire da questi dilemmi. Si tratta infatti di un utile programma di risparmio, semplice e flessibile, che consente di accedere ai mercati finanziari con efficacia anche versando somme di modesta entità. Gli investimenti possono avvenire sia in fasi di rialzo che in quelle di ribasso, riducendo comunque al massimo i rischi. Tra i principali vantaggi del piano possiamo sicuramente citare quello della scelta del timing: in effetti, attraverso questa sottoscrizione è possibile evitare che l’emotività condizioni le scelte dell’investitore, adottando una sorta di approccio automatico.

 

Conto remunerato Contoconto Banca Carige: come funziona

contocontoCon i rendimenti dei titoli di Stato a breve termine, i Bot per intenderci, ridotti oramai all’osso, al fine di ottenere dalla liquidità un rendimento più elevato può essere interessante la soluzione dei conti remunerati, che offrono l’opportunità di un rendimento più elevato potendo tra l’altro sfruttare, di norma, un periodo promozionale nel corso del quale il tasso netto offerto è interessante. E’ il caso di Contoconto di Banca Carige, che attualmente offre il 2,50% lordo per sei mesi senza vincoli e senza spese per le somme depositate fino a 50 mila euro; considerando che la ritenuta sui conti remunerati è al 27%, Contoconto rende attualmente l’1,825% netto annuo per i primi sei mesi. Al termine della promozione, e comunque in ogni caso per le somme eccedenti i 50 mila euro, il tasso base lordo annuo offerto è dell’1,20%, ovverosia lo 0,876% annuo netto e con accredito degli interessi su base semestrale.

Covered Warrant: copertura e speculazione

covered-warrantI Covered Warrant sono una tipologia di strumenti finanziari appartenenti alla classe dei “derivati“, presentano un elevato grado di rischio, e vengono di norma utilizzati dagli investitori sia a fini speculativi, sia come strumento di copertura. Un Covered Warrant, infatti, consente al possessore di esercitare il diritto ad acquistare o vendere un’attività sottostante ad un prezzo prefissato che viene denominato “strike price“; l’esercizio di tale diritto può avvenire a scadenza, ed in tal caso si parlerà di Covered Warrant di tipo “europeo”, oppure in un periodo prefissato ed in tal caso si parlerà di Covered Warrant di tipo “americano”. Il Covered Warrant con il diritto ad acquistare il sottostante viene denominato Covered Warrant di tipo “call”, mentre quello che permette di vendere il sottostante viene denominato Covered Warrant di tipo “put”.

Mercato Forex: guadagnare con le valute

mercato-forexRispetto al passato, quando operare sulle valute era un’attività, a conti fatti, accessibile solamente agli investitori istituzionali, al giorno d’oggi gli investimenti sul mercato dei cambi, e le relative attività di trading, sono in pratica accessibili a tutti ed anche destinandovi solamente delle piccole somme. Oramai, infatti, i cosiddetti “Forex Broker“, ovverosia gli intermediari che offrono una piattaforma di trading per operare sui cambi, spuntano come funghi ed attraggono un numero crescente di appassionati e di investitori. Ma come mai il mercato Forex è così appetibile? Ebbene, rispetto ad esempio a mercati come quello azionario, l’operatività sul Forex si presta bene e meglio alle attività di trading di brevissimo periodo, ovverosia a quelle che prevedono l’apertura e la chiusura di posizioni in acquisto (long) o in vendita (short) nella stessa giornata.

Buoni fruttiferi: cosa sono e quanto rendono

buoni-fruttiferiI Buoni fruttiferi, così come i titoli di Stato, ovverosia i Bot, Btp, Cct, e Ctz, sono degli strumenti d’investimento del risparmio ideali per chi a fronte di un rendimento, basso in questo momento, vuole proteggere il capitale e dormire sonni tranquilli. I Buoni fruttiferi, infatti, sono garantiti dallo Stato, sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, e sono distribuiti dal Gruppo Poste italiane; la restituzione del capitale investito è sempre garantita, così come è garantita la maturazione degli interessi che i Buoni fruttiferi offrono. Escludendo le spese fiscali, i Buoni fruttiferi postali possono essere sottoscritti dal risparmiatore senza spese, così come il loro rimborso è senza l’applicazione di costi ed oneri. Il risparmiatore, in base ai propri obiettivi temporali di investimento, può sottoscrivere Buoni fruttiferi con scadenze brevi, oppure con scadenze lunghe, fino ad una durata massima di 20 anni.

Fondi Comuni: focus su Obbligazionari e Flessibili

risparmio-gestitoPer il quinto mese consecutivo, anche nello scorso mese di novembre in Italia i Fondi comuni di investimento hanno fatto registrare in Italia un andamento positivo della raccolta; a guidare il settore, al netto dei riscatti, sono stati i Fondi della categoria degli Obbligazionari, in linea con la tendenza dei risparmiatori ad avvalersi di strumenti del risparmio gestito aventi un basso livello di rischio ed un buon potenziale di guadagno nel breve, medio e lungo periodo. Non a caso, con un patrimonio complessivo pari a ben 160,5 miliardi di euro, i Fondi Obbligazionari “coprono”, in base ai dati di fine novembre, il 38% del totale degli asset detenuti e gestiti dai Fondi; inoltre, sulla base della consueta rilevazione mensile a cura di Assogestioni, a novembre c’è stato un discreto interesse anche per i Fondi Bilanciati, che hanno fatto registrare una raccolta pari a 124 milioni di euro per un totale di asset detenuti pari a 16 miliardi di euro, corrispondente al 3,9% dell’intero patrimonio investito in Fondi.

Ctz e Cct: rendimenti a confronto

cct-ctz-rendimentiChi punta ad investire somme di denaro su strumenti finanziari sicuri e garantiti dallo Stato, anche a fronte di un rendimento basso, ha sostanzialmente quattro possibilità di scelta tra Bot, Btp, Cct e Ctz. Negli ultimi tempi, il Bot, sia con scadenza trimestrale, sia semestrale o annuale, rende così poco che, togliendo le tasse e le commissioni bancarie, gli interessi netti percepiti su base annua sono risibili. Il Btp, invece, offre rendimenti più elevati all’aumentare della scadenza del titolo stesso, ma contestualmente ci si espone ai rischi di oscillazioni di prezzo che di norma Btp con scadenza a dieci, venti o trenta anni fanno registrare anche nel breve e nel brevissimo periodo. Di conseguenza, al fine di ottenere rendimenti più elevati, a fronte di un minor rischio legato alle oscillazioni di prezzo sul mercato, può essere interessante l’investimento in Cct oppure in Ctz.

Investimenti tasso fisso medio e lungo termine

investimenti-tasso-fissoL’investimento ideale per un risparmiatore è quello di poter comprare titoli che garantiscano un tasso fisso ed elevato, per molti anni, unitamente ad un basso rischio; a fronte di questa situazione tanto ideale quanto irrealizzabile nella realtà, sul mercato ci sono comunque possibilità di investimento che si possono avvicinare a questo scenario. Ad esempio, per chi vuole investire una quota dei propri risparmi a tasso fisso, nel medio e lungo termine, può puntare sull’acquisto di titoli di Stato, i cosiddetti Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) che sono titoli pubblici, quindi emessi e garantiti dallo Stato, con scadenze che partono dai tre fino ad arrivare ai 30 anni ed oltre. Così come per i Bot, i Ctz ed i Cct, i Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) sono titoli che si possono acquistare sia in asta, quando il Tesoro indice i relativi collocamenti sul mercato a favore di risparmiatori ed investitori istituzionali, sia direttamente sul mercato.

Bot: massima sicurezza, basso rendimento

bot-interessiIl Bot, Buono Ordinario del Tesoro, è una delle soluzioni d’investimento e di remunerazione del risparmio tra le più sicure sul mercato in Italia, visto che trattasi di un titolo pubblico, garantito dallo Stato, e collocato con procedure chiare e trasparenti da parte del Ministero dell’Economia. A fronte della sicurezza massima, pur tuttavia, corrisponde un rendimento che attualmente è molto basso. In passato, i Buoni Ordinari del Tesoro, infatti, offrivano rendimenti molto interessanti al punto che è stata coniata negli anni la categoria dei “Bot-people“, ovverosia quella categoria di risparmiatori alla ricerca di una remunerazione del capitale certa, buona e senza rischi. Ma con il costo del denaro in Europa all’1%, così come attualmente fissato dalla Banca centrale europea, ed a seguito dello scenario recessivo e dell’inflazione molto bassa, un Bot al netto rende in questo momento su base annua meno dell’1%.