Azioni banche: focus sul rimpatrio dei capitali

scudo-fiscaleA seguito dell’operazione di rimpatrio dei capitali in Italia, attraverso lo scudo fiscale, molte banche italiane potrebbero nel breve e nel medio termine trarne beneficio attraverso un sensibile aumento degli asset in gestione. Al riguardo, infatti, il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha reso noto che il volume delle operazioni legate allo scudo fiscale è stato pari a ben 95 miliardi di euro; le dichiarazioni di emersione si sono temporaneamente chiuse lo scorso 15 dicembre, ma il Governo ha disposto la riapertura che si protrarrà fino al prossimo mese di aprile anche se con delle aliquote più elevate. Di questi 95 miliardi di euro, il Mef ha ufficialmente dichiarato che il 98% di queste somme sono costituite da rimpatri effettivi nel nostro Paese, il che significa che gli intermediari, ovverosia le banche su tutte, vedranno accrescere, in alcuni casi in maniera sensibile, il controvalore degli asset in gestione da cui, tra l’altro, la banca potrà anche intascare delle commissioni sulla base di future operazioni di investimento mobiliare e non nel nostro Paese.

Secondo il Mef, i numeri di questa “prima parte” dello scudo fiscale dimostrano sia il grande successo dell’iniziativa, sia una scelta intelligente visto che viene in sostanza promesso come questa sarà l’ultima occasione per mettersi in regola con beni ed asset finanziari e non che non siano regolarizzati e/o che siano stati in maniera illecita esportati all’estero senza lasciare tracce ai fini fiscali.

Ma l’occasione per lo Stato di incassare le imposte legate allo scudo, e per le banche di accrescere i propri asset, come accennato continua fino al prossimo mese di aprile, quando a conclusione potrebbero rientrare, in base alle stime circolate nelle scorse settimane, e riportate dalla stampa, altri 30 miliardi di euro che, considerando le nuove aliquote, al 6% fino a fine febbraio, ed al 7% fino a fine aprile, dovrebbero portare nelle casse dello Stato, all’incirca, altri due miliardi di euro. “Portare o tenere i soldi nei paradisi fiscali non conviene più, né economicamente né fiscalmente“, dichiara il Mef con una nota, aggiungendo che “Il rendimento è minimo“, mentre “il rischio è massimo“.

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