Barclays-Cassa San Marino: i derivati tornano d’attualità

Repubblica di San Marino contro Regno Unito: la disputa finanziaria e giuridica che sta dividendo le due nazioni riguarda molto da vicino il mondo degli investimenti, in particolare il segmento degli strumenti derivati, vale a dire quei prodotti dall’alto rischio e rendimento che hanno svolto un ruolo determinate nella crisi economica globale del 2008. Che cosa è successo di preciso? Le parti coinvolte nella vicenda sono, per la precisione, Barclays, gruppo bancario londinese di dimensioni internazionali, e la Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, il più antico istituto di credito del Titano. È stata proprio quest’ultima banca a rivolgersi a Barclays per ottenere dei finanziamenti da destinare a due controllate, ma la fiducia si è ben presto tramutata in un’accusa di frode di fronte all’Alta Corte di Londra.


Bisognerà ancora attendere il mese di aprile per conoscere il giudizio in questione, ma intanto è tornata di stretta attualità la discussione relativa proprio ai derivati, soprattutto ai cosiddetti Cdo-squared, vale a dire i Collateralized Debt Obbligation “al quadrato”, un veicolo finanziario che ha letteralmente sconvolto i bilanci di molti enti. Si tratta, però, della prima volta che tali prodotti finiscono in tribunale: questi titoli di debito vengono solitamente sostenuti e assistiti dal portafoglio di mutui o da altri titoli simili, ragione per la quale godono del suffisso “squared”.

L’accusa sanmarinese è precisa, visto che a Barclays viene imputata la cessione di derivati ben più rischiosi di quanto segnalato con i rating: la Cassa di Risparmio ha dunque versato 700 milioni di euro per ottenere i prodotti in questione, una mossa che ha avvantaggiato enormemente l’istituto britannico grazie a i proventi derivanti dalla commissione. Nell’ipotesi di una vittoria legale da parte di San Marino, allora si potrebbe immaginare uno scenario in cui molte altre banche e investitori (nell’elenco figurano Rabobank e National Australian Bank) si rivolgeranno alle corti per i titoli fin troppo complessi e rischiosi.

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