Lo strano caso degli Etf sul gas naturale

Gli Exchange Traded Fund che sono legati all’andamento del gas naturale hanno realizzato delle performance terribili, le quali si trascinano da lungo tempo a questa parte (vedi anche Futures: gas naturale in rialzo grazie alle rigide temperature). Nonostante ciò, comunque, i fondi in questione non sono poi una scelta così pessima, ma vengono puntualmente penalizzati dalla pendenza negativa della curva dei relativi contratti futures.

Ecco perché diversi Etf che hanno un collegamento con tale settore sono stati protagonisti di perdite piuttosto significative, dato che si sta pur sempre parlando di fondi che devono continuamente acquistare nuovi contratti a prezzi più elevati, per poi rivenderli in un momento vicino alla scadenza e a livelli deflazionati. Di solito, poi, con una curva così sfavorevole come quella che si è descritta in precedenza, gli Etf sul gas naturale non provvedono ad acquistare a tariffe elevate per poi vendere al ribasso. Fino allo scorso anno una situazione del genere rappresentava un problema di non poco conto, ma non è stato il caso del 2013. Per quale motivo? I numeri dei fattori che sono coinvolti hanno contribuito a spingere verso l’alto i prodotti e gli strumenti finanziari.

Gli elementi appena citati sono, ad esempio, l’inverno di durata superiore al normale, le minori scorte e le scarse prospettive di accrescere la produzione nel breve termine. Il mix di simili elementi ha favorito, tra gli altri, lo United States Natural Gas, meglio noto con l’acronimo Ung, il cui rialzo annuo è abbastanza chiaro da alcuni mesi. Lo stesso discorso deve essere fatto per i fondi che sfruttano la leva finanziaria, con degli aumenti compresi tra i trenta e i cinquanta punti percentuali. Gli investitori devono però prestare la massima attenzione a questi strumenti: in effetti, l’andamento positivo potrebbe continuare, ma in quel caso i trader dovrebbero essere cauti nel considerare la curva dei futures.

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