Debito Telecom Italia

Più o meno prontamente all’alert lanciato dalle agenzie di rating sull’Italia (e, indirettamente, su tutti i titoli che risultano fortemente collegati con l’andamento dell’economia nazionale), Telecom Italia è intervenuta per rassicurare gli stakeholders sulla tenuta dei propri conti e sull’andamento del proprio debito. A parlare è stato l’amministratore delegato della società, Marco Patuano, che in un’intervista al Messaggero ha voluto sminuire il recente calo del valore del titolo in Borsa.

“E’ un momento in cui si verificano turbolenze molto forti per ragioni macroeconomiche di carattere globale e noi subiamo una volatilita’ ben piu’ alta di quella compatibile con i nostri fondamentali” – ha affermato il manager di Telecom, per poi aggiungere che – “Telecom opera in un contesto globale che risente di piu’ fattori”, come ad esempio, proprio delle agenzie di rating che hanno posto sotto osservazione il rating nazionale. Inoltre, aggiungeva Patuano, “le aziende con un debito elevato come noi sono assai piu’ esposte alla volatilità”. Nonostante l’elevato debito, il manager ha ricordato che il debito è pienamente sostenibile, poiché la società ha la liquidità per far fronte per oltre 24 mesi alle scadenze da rifinanziare” (tra i tanti approfondimenti su Telecom, pubblicati negli ultimi mesi, consultate anche il nostro focus sul recente accordo esuberi).

Contemporaneamente, i media battevano la notizia secondo cui il presidente esecutivo Franco Bernabè si sarebbe ridotto del 19 per cento lo stipendio, con un livello di 2,96 milioni di euro, rispetto ai 3,68 milioni di euro dell’anno precedente. La retribuzione del manager è così tornata ai livelli del 2010, con una composizione che privilegia il compenso fisso (per 1,918 milioni di euro). Ben superiore in percentuale è stata la riduzione dello stipendio dell’amministratore delegato Patuano, che ha visto la propria remunerazione complessiva ridursi del 28 per cento a 1,32 milioni di euro, di cui circa 1 milione di euro fisso e 279 mila euro di bonus (- 51 per cento).

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