Telecom Italia: cresce l’utile netto consolidato

telecomNel primo trimestre di quest’anno il Gruppo Telecom Italia ha conseguito un fatturato sostanzialmente stabile, a quota 6.483 milioni di euro, segnando infatti una riduzione di appena lo 0,7% rispetto al volume d’affari del primo quarto del 2009. A darne notizia è il colosso telefonico italiano in concomitanza con l’esame e l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione, dei conti Q1 2010, caratterizzati inoltre da un utile netto consolidato che, con un incremento pari a 141 milioni di euro rispetto al periodo gennaio – marzo 2009, ha fatto registrare un balzo del 30,7% a 601 milioni di euro; questo a fronte di investimenti industriali che nel periodo sono aumentati di 88 milioni a 1,04 miliardi di euro. Secondo quanto dichiarato da Franco Bernabè, Amministratore Delegato di Telecom Italia, i dati positivi del primo quarto di quest’anno dimostrano e confermano la strategia della società di posizionarsi sui mercati chiave, ovverosia sul Brasile e sull’Italia con la conseguenza che nel periodo gennaio – marzo 2010 c’è stato sia un forte incremento dell’utile netto, sia una stabilizzazione dei margini grazie anche ad azioni di controllo della spesa e di efficienza.

Di riflesso, anche a seguito di una riduzione di ben 700 milioni di euro dell’indebitamento avvenuta nel primo quarto di quest’anno, l’Amministratore Delegato Franco Bernabè ha espresso fiducia sul fatto che i prossimi trimestri per il business della società siano tali da conseguire risultati in linea con il Piano Industriale già reso noto alla comunità finanziaria.

In particolare, sulla base del Piano Industriale 2010-2012, Telecom Italia punta quest’anno a raggiungere, a parità di perimetro di consolidamento e di cambi un Ebitda organico in linea con lo scorso anno unitamente a ricavi in calo ma, sempre a livello organico, non oltre il 2-3% di ribasso; questo a fronte di investimenti industriali 2010 a 4,3 miliardi di euro e di un debito netto rettificato previsto alla fine dell’anno corrente sul livello dei 32 miliardi di euro.

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