Pemex, record di emissioni per i bond a tasso variabile

Le principali compagnie del Messico si stanno rendendo protagoniste di vendite da record per quel che concerne i titoli obbligazionari a tasso variabile: l’atteggiamento in questione può essere motivato con la crescente speculazione che circonda la nazione centroamericana, visto che la banca centrale ha intenzione di aumentare i costi relativi all’indebitamento nel corso di quest’anno, una scelta che rischia di erodere letteralmente la domanda degli investitori per questa tipologia di prodotti finanziari. Le cessioni più consistenti sono state quelli di Petroleos Mexicanos, azienda petrolifera meglio conosciuta con la sigla Pemex e che viene di fatto controllata dagli spagnoli di Santander: l’ammontare complessivo è pari a 54,3 miliardi di pesos (4,6 miliardi di dollari), tanto che questi bond hanno rappresentato ben l’83% dell’intero debito emesso nel mercato locale, la percentuale più alta da almeno sei anni a questa parte.


Solo per citare un raffronto, si può dire che le stesse vendite rappresentano negli Stati Uniti il 18% del totale. Gli incrementi previsti dalla banca centrale potrebbero avvenire non più tardi del mese di settembre, una misura che si sta rendendo necessaria per fronteggiare l’inflazione e i rincari dei prezzi dei carburanti. Secondo Guillermo Rodriguez, manager presso Actinver Sab, il premio che viene messo a disposizione dal tasso fisso non può certo ricompensare l’investitore del rischio assunto nell’ipotesi di interessi maggiori, quindi l’alternativa rimane una sola, il tasso variabile.

Intanto, il tasso interbancario a ventotto giorni, il riferimento principale di tali obbligazioni, è calato di 4,5 punti base (-0,045%) quest’anno, mentre il tasso fisso è risultato in media in crescita di ventiquattro punti base. Un’altra cessione importante è stata quella di Grupo Herdez, attiva nel comparto alimentare, la quale ha venduto ben seicento milioni di pesos che giungeranno a maturazione nel 2014 e che beneficeranno di un rendimento che è superiore di sessanta punti basse rispetto al tasso interbancario, il cosiddetto Tiie.

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