Federal Reserve più aggressiva nel 2018?

Federal Reserve più aggressiva nel 2018? E’ senza dubbio la domanda che in molti analisti si pongono, anticipandosi in alcuni casi la risposta. Sono davvero in pochi a pensare che domani la banca centrale statunitense non annuncerà cambiamenti nella politica dei tassi.

Rating Italia: Moody’s avverte, possibile taglio

Poco meno di un mese fa era stata l’Agenzia di rating Standard & Poor’s ad annunciare la messa in revisione del rating dell’Italia in vista di un possibile taglio. Adesso anche Moody’s si è allo stesso modo, ed ufficialmente, accodata a S&P nel minacciare allo stesso modo il taglio del rating sul nostro Paese. E’ un brutto colpo per un’Italia che in questo momento sta vivendo una fase alquanto caotica a livello politico a fronte di pezzi della società civile, dai giovani precari agli studenti, che hanno in queste ultime settimane manifestato il tutto il proprio dissenso in merito al fatto che a livello occupazionale nel nostro Paese continuano ad esserci scarse prospettive. E se la Grecia viaggia oramai con il pilota automatico, rischiando però di sbattere su una drammatica ristrutturazione del proprio debito, l’Italia e la Spagna sembrano ora essere, dopo Irlanda e Portogallo, i Paesi dell’Eurozona da mettere letteralmente nel mirino nei prossimi mesi.

Pemex, record di emissioni per i bond a tasso variabile

Le principali compagnie del Messico si stanno rendendo protagoniste di vendite da record per quel che concerne i titoli obbligazionari a tasso variabile: l’atteggiamento in questione può essere motivato con la crescente speculazione che circonda la nazione centroamericana, visto che la banca centrale ha intenzione di aumentare i costi relativi all’indebitamento nel corso di quest’anno, una scelta che rischia di erodere letteralmente la domanda degli investitori per questa tipologia di prodotti finanziari. Le cessioni più consistenti sono state quelli di Petroleos Mexicanos, azienda petrolifera meglio conosciuta con la sigla Pemex e che viene di fatto controllata dagli spagnoli di Santander: l’ammontare complessivo è pari a 54,3 miliardi di pesos (4,6 miliardi di dollari), tanto che questi bond hanno rappresentato ben l’83% dell’intero debito emesso nel mercato locale, la percentuale più alta da almeno sei anni a questa parte.

Gran Bretagna: bond ai massimi da oltre due mesi

I titoli obbligazionari relativi al governo britannico e in scadenza tra dieci anni esatti sono stati protagonisti di una performance piuttosto interessante: questi strumenti, infatti, hanno raggiunto i rendimenti più alti delle ultime otto settimane, la conseguenza più evidente dell’atteggiamento dei policy maker di Bank of England, i quali sono in parte intenzionati ad accrescere di mezzo punto percentuale i tassi di interesse nel corso di questo mese. I ritorni economici relativi ai bond a due anni, invece, hanno subito delle lievi modifiche, dunque è stata ipotizzata la cessione di circa 11,5 miliardi di sterline del debito di Sua Maestà proprio questa settimana. Nel 2012, inoltre, gli stessi tassi di interesse potrebbero crescere fino al 2% complessivo, ma intanto la stessa sterlina si sta indebolendo nei confronti del dollaro, allontanandosi in maniera progressiva dal livello più alto conseguito all’inizio del 2010.

Coca Cola Femsa pianifica una nuova emissione di Peso Bond

Coca Cola Femsa, maggior imbottigliatore di bevande dolci di tutta l’America Latina, è intenzionata a tornare nel comparto obbligazionario nel breve termine: l’operazione finanziaria in questione dovrebbe prevedere la vendita di Peso Bond, strumenti messicani che non venivano sfruttati dalla compagnia da almeno due anni. L’obiettivo principale rimane quello di anticipare le mosse della banca centrale del Messico, la quale è pronta ad aumentare i tassi di interesse dal livello più basso di sempre. Già la scorsa settimana, comunque, Kof (la sigla con cui è conosciuta la società) ha ceduto titoli obbligazionari a tasso fisso per un importo totale di cinque miliardi di pesos: la scadenza in questione è stata fissata al 2021, mentre il tasso variabile consentirà una maturazione anticipata, nel 2016.

Messico: Peso Bond in calo dopo i dati sull’inflazione

Le obbligazioni denominate in pesos messicani sono state protagoniste ieri di un calo piuttosto consistente, la conseguenza più evidente delle ultime aspettative della banca centrale del paese centroamericano, la quale ha parlato espressamente di tassi di interesse più alti: volendo essere più precisi, i rendimenti relativi ai bond in scadenza nel 2024 (il ritorno economico iniziale era pari al 10%) sono cresciuti nel corso di questo mese, dato che i prezzi sono in costante diminuzione da diverso tempo, una situazione che non si registrava da ben cinque anni. I titoli hanno dunque perso 5,4 punti percentuali nel 2011, una perdita fin troppo chiara se raffrontata con quella dei bond brasiliani che presentano la stessa struttura e le medesime caratteristiche (-1,1%).

Mercati emergenti: investitori intimoriti dalla crisi egiziana

I fondi di investimento che osservano da vicino le performance dei principali mercati emergenti hanno riportato le loro prime perdite settimanali a causa della grave situazione politica che sta attanagliando l’Egitto: non solo, ma anche il record dei prezzi alimentari ha agevolato l’avanzata da parte dell’inflazione. Sono questi due motivi che hanno spinto gli investitori a ritirare ben 4,6 miliardi di dollari dagli Etf in questione, così come è stato evidenziato dai dati di Bank of America. In particolare, le perdite totali di tali strumenti ammontano a 7,2 miliardi di dollari, il livello più alto da tre anni a questa parte.