Turchia: le banche islamiche sono pronte a quotare i loro sukuk

È la finanza islamica a dominare le ultime vendite obbligazionarie della Turchia: le banche che sono conformi alla legge della Sharia e che sono presenti nella nazione anatolica sono infatti pronte a emettere una buona quantità di sukuk, in modo da trarre il massimo vantaggio dai bassi costi relativi all’indebitamento, soprattutto per quel che riguarda le scadenze superiori ai cinque anni. I nomi degli istituti coinvolti sono quelli di Albaraka Türk, Türkiye Finans e Kuveyt Türk, tutte partecipate da prestatori del Golfo Persico e che provvederanno a completare l’operazione entro la fine di quest’anno. Nell’esaminare tale offerta, comunque, bisogna anche tenere conto che gli investimenti esteri nei titoli del governo di Ankara sono saliti fino a quota 39,7 miliardi di dollari lo scorso 1° aprile, il livello più alto degli ultimi sei anni.


Si cerca di beneficiare anche della progressiva crescita della finanza islamica a livello internazionale, visto che questa industria può vantare degli assets in aumento fino a 1,6 trilioni di dollari, previsione che si riferisce al prossimo anno. Secondo gli analisti di Qatar Islamic Bank, gli investimenti turchi rappresentano delle opportunità davvero appetibili per gli investitori, alla luce delle buone performance dell’economia nazionale e del rafforzamento continuo dei suoi mercati. L’assenso dell’esecutivo mediorientale a simili emissioni è giunto ormai da diversi giorni, ma non sono escluse nemmeno delle modifiche normative e fiscali per incoraggiare le cessioni di sukuk: c’è poi da sottolineare come da tre mesi a questa parte la Borsa di Istanbul abbia avviato un undici islamico che raggruppa attualmente ben trenta titoli azionari.

Entrando maggiormente nel dettaglio dell’emissione, Türkiye Finans cederà almeno trecento milioni di dollari di obbligazioni, mentre per il resto Albaraka ha in mente di offrire più di duecento milioni, un quantitativo di denaro che dovrebbe contribuire a far raddoppiare le vendite globali di prodotti islamici nel corso del 2011 (l’ammontare complessivo è pari a 4,5 miliardi di dollari).

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