Sukuk: per Kuveyt Turk è tempo della seconda emissione

Kuveyt Turk ha emesso da pochissimi giorni il suo secondo sukuk islamico, andando a rappresentare una vera e propria avventura pionieristica da questo punto di vista per quel che concerne la Turchia e le obbligazioni rispettose della legge della Shariah: l’istituto in questione è una delle principali banche del paese anatolico, definita in patria come “banca di partecipazione”, stabilita nel 1989 e da almeno dodici anni attiva come ente islamico. Tra i principali azionisti figurano due società importanti come la Kuwait Finance House (la quale detiene una quota del 62%) e la Islamic Development Bank (la partecipazione è minore in questo caso e ammonta al 9%).

Ebbene, la transazione a cui si sta facendo riferimento prevede un ammontare di 350 milioni di dollari, denaro che verrà utilizzato, in particolare, per far fronte al finanziamento di alcuni progetti, come è stato precisato anche dalla stessa compagnia. I due sukuk di Kuveyt Turk sono destinati ad attirare una forte attenzione per quel che concerne gli investitori: per quale motivo? Anzitutto, c’è da considerare il fatto che si sta parlando di una risorsa fondamentale per quel che concerne le aspirazioni di sviluppo di lungo termine di Ankara, un concetto che è stato ribadito anche da Mohammed al-Omar, presidente del board bancario. Si poteva anche puntare su dei semplici titoli obbligazionari, ma poi sono stati scelti proprio i sukuk: come è noto, gli interessi non sono consentiti dall’Islam, quindi anche la struttura di questa offerta è conforme ai principi religiosi relativi agli investimenti finanziari.

Nello specifico, la scelta è ricaduta sui cosiddetti “Rent Certification Bond”, vale a dire dei certificati di uguale valore che sono collegati a determinati assets o servizi: Ufuk Uyan, manager della banca turca, ha annunciato che uno degli aspetti principali di questi prodotti è rappresentato dall’assoluta competitività dei prezzi, tanto che per il futuro potrebbero essere progettati strumenti simili anche per il settore corporate.

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