Spread Btp ancora in salita, malissimo l’asta di titoli di Stato

Mentre l’azionario si porta in parità dopo una fase di perdita che ha spinto l’indice sotto dell’1.50% circa non si calma invece il mercato dei titoli di Stato che deve fronteggiare l’ennesima pessima asta di collocamento; i rendimenti a 10 anni arriva al 7.29%, quello a 5 anni al 7.48% e quello a 2 anni si conferma a 7.68%. Questi sono i dati “caldi” che hanno fatto cedere l’azionario sulla nuova paura di recessione mentre lo spread Btp-Bund torna stabilmente sopra a quota 500 punti.

C’è però da segnalare una questione; il paragone con il Bund è un indice relativo e per questo con il passare del tempo la situazione è cambiata e lo spread Btp-Bund in questo momento è meno significativo rispetto ad altri aspetti (che comunque convergono in una visione “rossa” per i prossimi mesi); l’andamento dell’Eurozona pesa sulla Germania al pari di altri stati e per questo (dopo anche la notizia dell’asta di Bund) la lettura del differenziale tra Btp e Bund non può essere significativa se non si contestualizza.

Anche nell’analisi di ieri abbiamo fatto presente come i tassi attuali dei Titoli di Stato siano già stati visti e siano da pre-recessione ma nonostante questo la situazione è ben diversa da qualsiasi altra passata visto che il tasso di interesse di un prodotto finanziario va’ contestualizzato sempre al momento in cui ci si trova; quando si dice che i tassi sono già stati visti e non erano indice di pericolo, ci si riferisce a tempi economici e finanziari ben diversi da quelli attuali mentre quello che sta succedendo ora è una crisi strutturale dell’intera Eurozona che si riflette in maniera diversa su tutti gli Stati membri, colpendo maggiormente chi ha avuto un Governo particolarmente inefficiente fin’ora. La buona notizia è che il parere comune è che nonostante il quadro generale volge al peggio il “punto di non ritorno” sembra non essere ancora superato anche se nel caso in cui riuscissimo ad uscire dalla fase pre-recessione a testa alta l’Italia intera avrà un’altro “aspetto” e cambieranno molte regole sull’economia e sulla finanza.

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