Contratti futures: suini e bovini in controtendenza

I contratti futures collegati alla carne bovina sono calati ieri per la prima volta nel corso di questa settimana, principalmente a causa della speculazione relativa alla domanda per il manzo americano, prevista in declino per le pessime condizioni economiche del continente europeo: al contrario, gli strumenti che invece osservano da vicino le performance dei suini sono saliti ai massimi degli ultimi tre mesi. Un altro motivo che ha spinto al ribasso appena citato è stato sicuramente il sesto calo consecutivo dell’indice Standard & Poor’s 500, il rallentamento più evidente e durato dallo scorso mese di agosto.

Nel frattempo, comunque, il dollaro è salito ai suoi massimi nei confronti di sei altre valute di rilevanza internazionale. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che le spedizioni di febbraio di carne bovina sono scese di ben 0,4 punti percentuali, attestandosi a quota 1,2275 dollari la libbra presso il Chicago Mercantile Exchange. La commodity in questione, tra l’altro, ha già ceduto il 13% nel corso di questo 2011. Lo stesso discorso vale anche per le spedizioni del mese di gennaio, in ribasso dello 0,8% sempre a Chicago. La controtendenza, come già evidenziato, è ben rappresentata dall’andamento dei futures sulla carne suina: le spedizioni di febbraio sono aumentate in questo caso di 0,4 punti percentuali (91,45 centesimi di dollaro di quotazione complessiva); dopo la chiusura del trading regolare, comunque, il prezzo ha raggiunto anche 91,675 centesimi, uno dei valori più alti che siano mai stati conseguiti dallo scorso 8 agosto.

Una decisa influenza sulle tariffe in questione è stata esercitata dalla festività del Ringraziamento (fissata tradizionalmente per il quarto giovedì di novembre), quando gli americani sono soliti consumare piatti a base di carne: i dati forniti dallo Us Department of Agriculture sono eloquenti, la crescita della carne suina ha avuto ottimi riflessi, in particolare nel corso delle contrattazioni di giovedì, quando il rialzo ha sfiorato il punto percentuale.

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