Kfhr aggiorna il rapporto sull’andamento dei sukuk

In che condizioni di salute si trova il mercato dei sukuk? La risposta è giunta da un rapporto di Kuwait Finance House Research Limited (Kfhr), società araba attiva in questo tipo di ricerche, la quale si è soffermata sull’importanza della finanza islamica in questo preciso momento storico: i titoli obbligazionari rispettosi della religione musulmana hanno ormai raggiunto un volume d’affari pari a cinque miliardi di dollari, il 61,7% dei quali fa capo a un solo istituto, Bank Negara Malaysia. Il documento in questione è aggiornato allo scorso mese di aprile, dunque è davvero molto recente. Tra gli elementi da rimarcare vi è soprattutto il fatto che si è assistito di recente a un calo che non veniva registrato dal luglio del 2010: la spiegazione di questo declino è semplice, in effetti, le piazze mediorientali sono ancora a corto di liquidità e queste condizioni non possono che incidere negativamente sull’andamento generale.


Vi sono comunque esempi molto interessanti di quotazioni. Ad esempio, si può citare il sukuk di Al-Rajhi Cement, compagnia giordana attiva nell’industria del cemento e delle costruzioni, la quale si è focalizzata su una scadenza a sette anni e su una sottoscrizione interamente islamica per quel che concerne gli istituti di credito; non è da meno neanche il bond della Central Bank of Bahrain (530 milioni di dollari), improntato a una maturazione quinquennale.

C’è poi da considerare il fattore valutario: gran parte dei titoli vengono denominati in ringgit malesi (78% del totale), mentre percentuali minori sono riservate al dinaro del Bahrain (12,1%), alla rupia indonesiana (7,4%) e al dinaro della Giordania (2,4%). Nella ideale “top five” dei migliori sukuk di tipo corporate, figurano la già citata Al-Rajhi e quattro società malesi, vale a dire la Cimb Islamic Bank, la Esso Malaysia Berhad, Telekom Malaysia e la Warisan Sdn Bhd. Infine, curioso è stato il ricorso perfino al governo del Senegal per una emissione da duecento milioni di dollari.

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