Londra e Lussemburgo si contendono le quotazioni di sukuk

Londra e Lussemburgo, apparentemente si tratta di due città che non hanno nulla in comune: eppure, qualche punto di contatto c’è, specialmente se si osservano da vicino le attività che vengono svolte nelle rispettive borse valori. Il London Stock Exchange e il Luxembourg Stock Exchange hanno infatti intrapreso una battaglia amichevole per quel che concerne i fondi islamici di investimento e i sukuk, i titoli obbligazionari rispettosi della religione musulmana. Questa “sfida” è apparsa evidente qualche giorno fa, quando la borsa britannica ha annunciato pubblicamente la quotazione di due nuovi sukuk. Il totale in questione è ora pari a trentatre titoli, per un importo complessivo pari a 19,4 miliardi di dollari: le ultime conquiste riguardano un certificato della IDB Trust Services (750 milioni di dollari) e quelli della SIB Sukuk Company II Limited (altri 400 milioni). La piazza finanziaria del Granducato non è stata da meno, in particolare con l’ultima negoziazione di un bond della Islamic Development Bank.


In quest’ultimo caso, bisogna precisare che i rapporti tra le due parti non sono certo un segreto da diverso tempo, almeno cinque anni, ma stavolta si sono verificate anche alcune anomalie; saranno necessarie delle modifiche ai regolamenti? Il piccolo stato europeo non ha intenzione di rinunciare ai sukuk, anche perché le performance di prodotti come quello di Petronas sono tra le migliori in assoluto. Questa battaglia, però, non deve limitarsi a una semplice fornitura di servizi finanziari. In pratica, la questione riguarda anche le politiche da adottare per venire incontro ai dettami della legge della Shariah.

Il Lussemburgo sembra avvantaggiato: non è un caso, in effetti, che si tratti dell’unico membro dell’Unione Europea che faccia parte dell’Islamic Financial Services Board, l’organo che supervisiona l’intera industria: il vantaggio è psicologico, ma nemmeno a Londra è precluso un ingresso in queste istituzioni, se intende davvero competere e approfittare di ogni elemento positivo che può essere tratto dalla finanza islamica.

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