Investire nel Lussemburgo, si apre alla trasparenza

Il ministro delle finanze del Lussemburgo ha voluto tranquillizzare gli investitori in materia di trasparenza, garantendo che il Paese continua nel suo percorso intrapreso da qualche tempo, volto ad implementare lo scambio automatico delle informazioni.

Londra e Lussemburgo si contendono le quotazioni di sukuk

Londra e Lussemburgo, apparentemente si tratta di due città che non hanno nulla in comune: eppure, qualche punto di contatto c’è, specialmente se si osservano da vicino le attività che vengono svolte nelle rispettive borse valori. Il London Stock Exchange e il Luxembourg Stock Exchange hanno infatti intrapreso una battaglia amichevole per quel che concerne i fondi islamici di investimento e i sukuk, i titoli obbligazionari rispettosi della religione musulmana. Questa “sfida” è apparsa evidente qualche giorno fa, quando la borsa britannica ha annunciato pubblicamente la quotazione di due nuovi sukuk. Il totale in questione è ora pari a trentatre titoli, per un importo complessivo pari a 19,4 miliardi di dollari: le ultime conquiste riguardano un certificato della IDB Trust Services (750 milioni di dollari) e quelli della SIB Sukuk Company II Limited (altri 400 milioni). La piazza finanziaria del Granducato non è stata da meno, in particolare con l’ultima negoziazione di un bond della Islamic Development Bank.

Lussemburgo: marcia indietro sull’emissione di sukuk

Lussemburgo e sukuk, chi poteva immaginare una stretta correlazione? La banca centrale del Granducato europeo ha fatto sapere di voler pianificare nel dettaglio la vendita dei primi bond islamici governativi, una circostanza più volte ribadita anche dal governatore Yves Mersch, ma che comunque verrà valutata nei prossimi mesi. Le spiegazioni per l’attesa sono semplici: lo stesso Mersch ha aggiunto che nei mesi scorsi il paese aveva una forte necessità di emettere prodotti finanziari innovativi per fornire una risposta adeguata alla crisi economica, ma ora quel bisogno è venuto meno. Il numero uno dell’istituto di credito, intervenuto nel corso dell’Islamic Financial Services Board Summit di Lussemburgo, ha messo dunque in luce gli attuali obiettivi, i quali prevedono una sorta di stand-by per questa cessione.