Il programma di sukuk di Banque Saudi Fransi

Come è emerso in maniera evidente e chiaramente dal prospetto che è stato reso pubblico da un pool di banche piuttosto nutrito, Banque Saudi Fransi ha approntato un programma che prevede l’emissione di circa due miliardi di dollari in sukuk, i celebri titoli obbligazionari che sono conformi alla legge islamica della Shariah; gli istituti di credito in questione, i quali hanno seguito alla lettera il regolamento del London Stock Exchange, sono l’americana Citigroup, la francese Crédit Agricole e la tedesca Deutsche Bank, mentre l’emittente vera e propria non è altro che la banca privata siriana più famosa al mondo, con un operato che dura ormai dal 2004. Il gruppo appena menzionato gestirà l’intera emissione in ogni dettaglio, ma quali sono le altre caratteristiche salienti del programma di cui si sta parlando?

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Quest’ultimo andrà a seguire alla perfezione quella che è la struttura denominata Wakala: questo vuol dire che si ha a che fare con qualcosa di simile al Mudaraba, ma con la differenza che nel caso di specie l’investitore riceve solamente una percentuale concordata, mentre nella prima ipotesi tutto il profitto viene sostanzialmente diviso tra le parti che entrano in gioco nell’investimento finanziario. In aggiunta, quello che eccede la performance viene messo a disposizione dell’istituzione finanziaria e non del soggetto che ha investito.

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Il ruolo di amministratore fiduciario, invece, sarà ricoperto da Bsf Sukuk, trustee che ha sede nelle Isole Cayman e che sfrutterà tutti i ricavi che vi saranno per ogni serie di certificati di investimento per l’acquisto di altri assets importanti dalla stessa Saudi Fransi. Il gruppo asiatico sta cercando in tutti i modi di diversificare la propria clientela, come hanno messo in luce da tempo diversi analisti ed economisti: con l’attesa implementazione della prima fase di Basilea III il prossimo anno, il ruolo della banca siriana è comunque destinato a crescere in maniera importante.