Albaraka Banking, la filiale turca venderà nuovi sukuk

Albaraka Banking Group, maggior prestatore islamico di tutto il Bahrain, e la sua filiale presente in Turchia, potrebbero emettere a breve dei sukuk per un importo totale di cinquecento milioni di dollari: l’operazione, infatti, è prevista entro il termine di quest’anno, come spiegato chiaramente dall’amministratore delegato del gruppo, Adnan Ahmed Yousif. L’unità presente nella nazione anatolica, la cui denominazione precisa è Albaraka Turk Katilim Bankasi As, dovrebbe gestire la vendita in questione nel corso del mese di novembre, con la prima tranche che sarà probabilmente pari a duecento milioni di dollari. Non è un caso che siano stati scelti i bond che rispettano la legge della Shariah, visto che non sono poche quelle istituzioni che in questo momento preferiscono diversificare il loro portafoglio con questa soluzione finanziaria.

Le cessioni internazionali di sukuk, i quali garantiscono, come è noto, un rendimento privo di interessi, è aumentato fino a ben 1,74 miliardi di dollari nel corso di quest’anno, un dato impressionante se si pensa che appena 365 giorni prima l’ammontare era invece pari a 10,7 miliardi. L’istituto arabo utilizzerà il denaro ottenuto dalla vendita per finanziare le proprie attività di medio e lungo termine, tentando anche di ampliare la propria presenza in altre nazioni, tra cui Egitto, Tunisia, Algeria, Pakistan e Indonesia. Intanto, le azioni di Albaraka sono aumentate di 1,8 punti percentuali in Bahrain, ponendo fine a un declino che durava da fin troppo tempo.

In particolare, le quotazioni dell’unità egiziana avevano subito delle perdite piuttosto consistenti a causa delle rivolte che erano infuriate nel paese africano a marzo. Si punta, infine, anche all’apertura di un ufficio di rappresentanza in Libia, nonostante gli eventi attuali non lascino presagire nulla di buono; in Siria, invece, dove si continua a protestare contro la leadership sanguinosa del presidente Bashar al-Assad, si preferisce invece collocare i depositi all’esterno dei principali confini.

Lascia un commento