Bond giapponesi in evidente calo: lo yen si rafforza

Le obbligazioni del governo giapponese hanno subito una fondamentale impennata proprio nel corso della giornata di ieri: è stato proprio questo incremento a provocare lo spostamento della curva dei rendimenti verso i livelli pluriennali più bassi, visto che gli investitori devono fronteggiare una situazione economica in cui lo yen continua a rafforzarsi e le esportazioni della nazione asiatica diventano sempre più dipendenti dai paesi esteri. In particolare, i ricavi che si possono ottenere dai bond più “lunghi” hanno fatto registrare dei ribassi piuttosto consistenti, a causa degli ultimi annunci di Bank of Japan, la quale ha avanzato un’offerta per l’acquisto di 350 miliardi di yen, con i prodotti che presentano una scadenza che arriva fino ai trent’anni. Il benchmark decennale, invece, ha sfiorato per un breve momento il punto percentuale (0,980%), il peggior record in senso negativo da sette anni esatti.

Cds: per Italia e Irlanda premi più alti sull’eventuale default

Come è noto, la piazza finanziaria in cui vengono scambiati i Credit Default Swap (conosciuti anche con l’acronimo Cds) fornisce una panoramica chiara e precisa sull’andamento delle diverse obbligazioni governative e, in particolare, dei premi assicurativi collegati alla loro ipotetica insolvenza: ebbene, i due paesi che si sono caratterizzati maggiormente per quel che concerne le coperture più forti dal rischio di fallimento sono l’Irlanda e l’Italia. Che cosa rischiano realmente le due nazioni europee? Le performance non sono state delle migliori: il premio del nostro paese ha subito un rialzo molto vicino ai sette punti percentuali, giungendo fino a quota 167,65 punti, mentre l’Irlanda si è attestata a 264,7 punti (+6,13%). Si tratta di cifre importanti, le quali sottintendono, almeno ne caso italiano, il versamento di una quota pari a 167.000 euro per ottenere l’assicurazione di ben dieci milioni di titoli di Stato.

Servizi Italia: forte crescita dell’utile netto consolidato

Si è chiuso con i principali indicatori economici in netta crescita il primo semestre del 2010 per Servizi Italia S.p.A., società italiana quotata a Piazza Affari sullo “Star“, il segmento di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A.. In particolare, il Consiglio di Amministrazione di Servizi Italia ha esaminato ed approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2010, caratterizzata innanzitutto da un balzo dell’utile netto consolidato che è più che raddoppiato con un +109,2% a 8,1 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nei sei mesi, inoltre, i ricavi consolidati hanno fatto registrare un incremento del 6,8% a 97,2 milioni di euro rispetto al periodo gennaio – giugno del 2009; luce verde anche per l’Ebitda nel semestre con un +17,3% a 28,6 milioni di euro, ed ancora di più per l’Ebit che è balzato del 39,3% a 11,1 milioni di euro.

Buzzi Unicem: risultati secondo semestre 2010 attesi in diminuzione

Nel secondo semestre dell’anno in corso Buzzi Unicem stima qualche segnale di ripresa ma i risultati sono comunque attesi in diminuzione. Questo è quanto si legge in una nota ufficiale della società in concomitanza con l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem, della relazione finanziaria semestrale al 30 giugno del 2010, caratterizzata in particolare da un margine operativo lordo che si è attestato a 189 milioni di euro, in calo rispetto ai 249 milioni di euro conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno. Pollice verso anche per il fatturato che nei primi sei mesi di quest’anno si è attestato in calo a 1,22 miliardi di euro rispetto ai 1,34 miliardi di euro al 30 giugno del 2009. Buzzi Unicem, in particolare, ha rilevato un recupero nel secondo trimestre di quest’anno a fronte comunque di volumi di vendita che al 30 giugno 2010 sono risultati essere inferiori rispetto a quelli della stessa data dello scorso anno. A pesare sull’andamento del business in questo momento, tra l’altro, sono i prezzi di vendita caratterizzati da un debolezza generalizzata in Paesi come l’Italia e la Russia.

Bnp Paribas: nuovo Athena su Microsoft e con premio del 5%

La famiglia Athena Relax di Bnp Paribas è, senza dubbio, una delle più importanti per quel che concerne i certificati di investimento: l’istituto francese non fa mai mancare delle novità interessanti in relazione a tale settore ed è proprio in questo senso che è stato introdotto il nuovo strumento che prende come riferimento le performance del titolo Microsoft. Si tratta di un prodotto che vuole proporsi nel migliore dei modi agli investitori col suo premio fisso pari al 5% nel primo anno di emissione e con altre due possibilità di rimborso nell’ipotesi di una scadenza in via anticipata: la percentuale sale infatti al 7% nel periodo intermedio e fino al 14% una volta trascorsi tre anni (la durata massima). Ovviamente, come ha voluto precisare anche la banca transalpina, il rimborso avrà luogo a prescindere dall’andamento della stessa Microsoft sul mercato.

Gross e Buffett divisi sulle scadenze da adottare per i bond

Le obbligazioni che si affidano ai principali governi a livello internazionale rappresentano uno dei punti di domanda più importanti per il mondo degli investimenti. Sono ancora convenienti strategie di questo tipo? Due possibili soluzioni sono state offerte da Warren Buffett, l’imprenditore statunitense che può vantare importanti partecipazioni in gran parte delle multinazionali, e da Bill Gross, anch’egli uomo d’affari nonché cofondatore di Pacific Investment Management (Pimco). C’è subito da precisare che questi due guru della finanza hanno delle idee esattamente opposto al riguardo, ma è comunque utile comprendere il loro pensiero. Buffett, soprannominato spesso come l’”oracolo di Omaha” è convinto che i bond governativi siano convenienti, ma soltanto se corroborati da scadenze brevi, così come sta facendo, per la precisione, la sua compagnia assicurativa, vale a dire Berkshire Hathaway, la quale presenta molte esposizioni in portafoglio non superiori all’anno.

Saras: segnali di miglioramento dal comparto raffinazione

Il comparto della raffinazione rimane in difficoltà, anche se vi sono incoraggianti segnali di miglioramento“. Questo è quanto ha tra l’altro dichiarato il Presidente del Gruppo Saras, GianMarco Moratti, in concomitanza con il rilascio dei dati semestrali della società, caratterizzati in particolare da un risultato netto adjusted di Gruppo negativo per 27,4 milioni di euro rispetto ad un risultato netto adjusted di Gruppo positivo per 7,1 milioni di euro riportato nei primi sei mesi del 2009. Pur tuttavia, focalizzando l’attenzione sul secondo trimestre di quest’anno, c’è da mettere in evidenza che il Gruppo Saras ha chiuso il periodo con un risultato netto adjusted di Gruppo positivo per 2,4 milioni di euro rispetto ai -18,3 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. Questa inversione, in accordo con le dichiarazioni rilasciate dal Presidente GianMarco Moratti, si spiega con il buon andamento dei segmenti di business societari legati sia alla generazione di energia elettrica, sia al marketing.

Kinexia punta tutto sul business delle rinnovabili

Kinexia, società quotata in Borsa a Piazza Affari, punta tutto sul business delle rinnovabili. La società nella giornata di ieri ha infatti reso noto d’aver completato il proprio programma di dismissioni delle proprie attività non core, con la conseguenza che ora Kinexia, in accordo con quanto già previsto e definito nel Piano Industriale a valere sugli anni dal 2009 al 2013, potrà interamente focalizzare il proprio business sulle energie rinnovabili. Questo dopo che è stato sottoscritto da Kinexia e da Paglieri Profumi un contratto preliminare finalizzato alla cessione, da parte di Kinexia, del marchio Schiapparelli e del business legato al settore nutrizionale biologico. L’operazione, a fronte di un corrispettivo a favore di Kinexia pari a 0,7 milioni di euro, si prevede possa essere perfezionata entro la data del prossimo 20 settembre del 2010. Da un lato, quindi, Kinexia proseguirà la propria espansione nell’attività core delle energie rinnovabili, mentre dall’altro Paglieri Profumi con tale acquisizione potrà ulteriormente rafforzare e consolidare la propria presenza nel comparto del benessere ampliando l’attività nei comparti del farmaceutico e del nutrizionale biologico.

Hsbc: ecco i motivi per dare fiducia alla crescita dei Bric

Brasile, Russia, India e Cina (i quattro paesi solitamente raggruppati nell’acronimo Bric) hanno mostrato un buon andamento dei consumi per quel che concerne le ultime performance di mercato: tali prestazioni, in particolare, sono state molto apprezzate da Hsbc Global Asset Management, una delle principali compagnie a livello internazionale per investimenti in tali nazioni. Il comparto della società britannica che si occupa, nello specifico, di mercati emergenti ha osservato come il debito sia ancora un ostacolo ingombrante per una piena crescita dal punto di vista economico, ma comunque le capacità sono sufficienti a far dormire sonni tranquilli a chi intende focalizzare le proprie strategie di portafoglio su questo settore. Esistono, in effetti, moltissimi vantaggi in questo senso, i quali dovrebbero indurre gran parte dei risparmiatori a soffermarsi su questa opportunità, non ultimo il fattore demografico (gli abitanti dei mercati Bric sono ben 2,7 miliardi, il 40% dell’intera popolazione mondiale).

Certificati: a giugno scambi in calo per il Sedex

Come si può interpretare il rallentamento subito dal mercato dei certificates nel corso del mese di giugno? I dati sono del Sedex e la loro lettura è inequivocabile: anzitutto, è stato registrato un calo superiore ai cento punti rispetto al mese precedente. Lo stesso discorso calza perfettamente a pennello per gli scambi, il cui controvalore risulta essere pari a 913,3 milioni di euro, anche se i miglioramenti nel confronto con il mese di aprile sono stati comunque importanti. Gli ultimi strumenti che sono stati scambiati presso il mercato dei derivati sono, in particolare, dei covered warrant plain vanilla (il termine con cui si identifica di solito la negoziazione standard), i certificati leverage e i certificati di investimento di classe A e B; anche il totale delle quotazioni non è stato incoraggiante, visto che si è passati da una quota molto vicina alle quattromila unità alle attuali 3.402.

Juventus: assenza dalla Champions League pesa sull’andamento economico

Juventus Football Club S.p.A., per quel che riguarda l’andamento economico a valere sull’anno fiscale 2010-2011, fa presente come la mancata qualificazione alla Uefa Champions League apporterà un’influenza negativa per effetto dei minori introiti e ricavi commerciali provenienti dalle competizioni europee, così come un’influenza negativa potrà avere anche l’entrata in vigore della normativa riguardante la procedura di vendita collettiva dei diritti tv. Questo è quanto si legge in un comunicato ufficiale emesso da Juventus Football Club S.p.A. in concomitanza con l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione della società sportiva, dei risultati del periodo aprile – giugno 2010, corrispondente al quarto trimestre fiscale dell’esercizio 2009-2010. In virtù dell’evoluzione prevedibile della gestione sopra descritta, Juventus Football Club S.p.A. in base alle informazioni attualmente disponibili, ed in assenza di eventi aventi un carattere straordinario, stima di conseguenza che l’esercizio annuale 2010-2011 vada a chiudersi con una perdita significativa.

ErgyCapital: aumento di capitale, i risultati

Si è chiuso con il pieno di adesioni da parte dei sottoscrittori l’aumento di capitale messo a punto da ErgyCapital S.p.A., società italiana quotata in Borsa a Piazza Affari, ed attiva negli investimenti nei comparti dell’energia rinnovabile, tra cui il fotovoltaico, e recentemente anche il biogas, e del risparmio energetico. L’aumento di capitale, lo ricordiamo, è stato realizzato da ErgyCapital in forza alla delibera emanata dal Consiglio di Amministrazione della società dello scorso mese di aprile, ed in virtù della delega che è stata conferita dall’Assemblea Straordinaria degli azionisti in corrispondenza della data 18 marzo 2010. A conclusione dell’operazione di aumento di capitale, includendo anche i diritti esercitati a seguito del periodo di riofferta in Borsa, è stato sottoscritto il 99,95% delle azioni di nuova emissione oggetto dell’Offerta, corrispondenti in termini numerici a 18.954.090 nuove azioni ordinarie, ed in controvalore a 9.856.126,80 euro. Di conseguenza, in accordo con quanto fa presente ErgyCapital con un comunicato ufficiale, il nuovo capitale sociale dell’investment company è costituito da 62.968.607,34 euro a fronte di 94.830.807 azioni ordinarie prive del valore nominale.

Gli hedge fund potenziano le loro quote nei futures petroliferi

La settimana che si è appena conclusa ha portato con sé un’importante eredità per quel che riguarda gli hedge fund: i fondi speculativi, infatti, hanno incrementato le loro holding relative ai futures e alle opzioni sul petrolio greggio, tanto che si è arrivati fino al livello più alto degli ultimi tre mesi. In particolare, c’è da sottolineare come l’oro nero sia aumentato di ben 6,5 punti percentuali, dato che i fondi, insieme all’attività degli altri grandi speculatori, hanno potenziato le proprie posizioni all’interno del New York Mercantile Exchange (+24%): una conferma in tal senso è giunta dalla Commodity Futures Trading Commission. Che cosa è successo dunque di preciso? Gli hedge fund hanno sostanzialmente incrementato le posizioni nette, vale a dire le scommesse sugli aumenti del petrolio, per la quarta settimana consecutiva, dando così vita a uno dei più lunghi periodi di questo tipo.

Gli obbligazionisti aprono alle acquisizioni e fusioni delle società

Le principali compagnie statunitensi stanno sfruttando al massimo gli attuali bassi costi dei prestiti: ciò potrebbe consentire di rifinanziare i debiti mediante acquisizioni e fusioni, in modo da non favorire una nuova fase recessiva. Sono soprattutto gli obbligazionisti gli investitori che spingono in questa direzione; come ha spiegato Burt White, il quale gestisce circa 277 miliardi di dollari come direttore degli investimenti presso LPL Financial Corporation, i detentori di bond stanno nutrendo una discreta fiducia circa i profitti futuri delle società, ma anche per quel che concerne la crescita economica e i guadagni. Si tratta, in pratica, di un chiaro segnale “bullish (al rialzo) sul fatto che la gente non si sta limitando esclusivamente a comprare, ma a “divorare” letteralmente le porzioni azionarie.