Lo sviluppo del nostro paese è un tema che dovrebbe stare a cuore a ogni buon cittadino italiano: questo “attaccamento nazionale” può diventare più forte anche grazie agli investimenti finanziari, non ultimi quelli che vengono proposti da Dexia Crediop, la banca franco-belga che ha accorpato l’antico Consorzio di Credito per le Opere Pubbliche. In particolare, il comparto che interessa maggiormente in questo caso è quello obbligazionario. I bond “Serie” del gruppo creditizio sono infatti tra i più interessanti per quel che concerne gli investimenti semplici e sicuri, uniti, fattore che non guasta mai, alla crescita del paese. I riflettori con luce più potente sono puntati nell’attuale periodo storico su tre prodotti, i quali devono essere analizzati nel dettaglio per comprenderne pregi e difetti.
Amplifon: aumento capitale riservato completato con successo
Si è chiusa con successo l’operazione di aumento di capitale riservato da parte del Gruppo Amplifon. La società, infatti, giovedì scorso con un comunicato ufficiale ha reso noto che è stato completato il collocamento privato di complessive 19.841.950 azioni ordinarie di nuova emissione presso investitori istituzionali esteri ed investitori qualificati del nostro Paese; trattasi, nello specifico, di azioni ordinarie di nuova emissione pari al 9,99997% del capitale sociale, aventi un valore nominale pari a 0,02 per titolo, godimento regolare, e prezzo di sottoscrizione per singola azione pari a 3,65 euro. In particolare, facendo seguito a quanto comunicato dalla società lo scorso 3 novembre, l’operazione di aumento di capitale riservato completato con successo ha complessivamente un controvalore pari a 72.423.117,50 euro. Il pagamento del corrispettivo, nonché la consegna dei titoli ordinari Amplifon di nuova emissione, è fissato per la giornata di domani, martedì 9 novembre 2010.
Gruppo TAS: ricavi in moderata flessione nei primi nove mesi
Nei primi nove mesi del corrente anno il Gruppo TAS, quotato in Borsa a Piazza Affari, ha conseguito un volume di fatturato pari a 35,8 milioni di euro con una flessione del 4% circa rispetto ai 37,5 milioni di euro raggiunti nel periodo da gennaio a settembre del 2009. Questo è quanto emerso in particolare dai dati esaminati ed approvati dal Consiglio di Amministrazione della società che, lo ricordiamo, è un operatore primario di mercato per quel che riguarda il settore dei servizi e dei software per le applicazioni finanziarie e bancarie. Nei nove mesi l’Ebitda migliora a 2,1 milioni di euro rispetto ad un valore negativo per 3,2 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno; contestualmente, i costi operativi nei nove mesi hanno fatto registrare una contrazione del 17% a 7 milioni di euro circa.
Vianini Industria: prospettive legate al mercato delle opere pubbliche
Per gli ultimi mesi dell’anno in corso le prospettive di sviluppo di Vianini Industria rimangono strettamente correlate al mercato delle opere pubbliche che allo stato attuale non registra ancora dei segnali di ripresa. A comunicarlo con una nota ufficiale è stata la società quotata in Borsa a Piazza Affari in concomitanza con l’esame e l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione di Vianini Industria, dei dati al 30 settembre scorso. In ogni caso, Vianini Industria ha nello stesso tempo posto l’accento sul fatto che il Gruppo dispone di un portafoglio ordini che garantisce comunque l‘operatività societaria; nel dettaglio, alla data dello scorso 30 settembre 2010 il portafoglio ordini di Vianini Industria ammonta a 14 milioni di euro circa che sono potenzialmente espandibili per un controvalore aggiuntivo pari a 11 milioni di euro nel caso in cui i committenti eserciteranno le relative opzioni. Nello stesso tempo, Vianini Industria valuterà nel breve termine ogni ulteriore opportunità di impegno che si presenterà sul mercato.
Idea Capital Funds, il nuovo fondo punta sulle energie rinnovabili
Idea Capital Funds ha calato un poker davvero vincente sul tavolo: il quarto fondo comune che beneficia della denominazione di uno dei principali rami del progetto Idea (il gruppo di private equity lanciato quattro anni fa da De Agostini) si vuole infatti proporre come uno strumento innovativo e tematico, ma il tema prescelto non è casuale. In effetti, lo strumento finanziario in questione andrà a investire in maniere consistente sul capitale di quelle aziende che sono attive nel campo delle tecnologie verdi e pulite (il cosiddetto “cleantech”), approfittando dunque dell’ottimo andamento attuale delle energie rinnovabili. Si tratta, nello specifico, del fondo Idea Efficienza Energetica e Sviluppo, un nome piuttosto lungo che vuole però sottintendere la focalizzazione nei confronti di imprese specializzate in prodotti tecnologici, i quali rappresentano un contributo fondamentale per migliorare l’energia e ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Biotecnologie, gli Etf dovranno affrontare nuove sfide
La netta conquista della Camera da parte dei Repubblicani di questa settimana potrebbe avere un impatto negativo non solo sul mondo finanziario statunitense, ma anche e soprattutto sugli Exchange Traded Fund che sono collegati all’ambito delle biotecnologie; una recente ricerca del New York Times ha messo in luce, infatti, come la voce “ricerca e sviluppo” da parte delle agenzie con scopi non militari, includendo quindi anche la ricerca sanitaria e scientifica, corra il rischio di subire un calo di 12,3 punti percentuali, assestandosi a quota 57,8 miliardi di dollari, ben al di sotto degli auspicati 66 miliardi del presidente Obama. Cosa può succedere a questo punto? Tra gli enti maggiormente coinvolti figurano sicuramente i National Institutes for Health, visto che le stime parlano di una perdita molto vicina ai tre miliardi (-9% dei finanziamenti), la National Science Foundation (si rischia un vero e proprio crollo, 19 punti percentuali in meno di budget) e la National Oceanic and Atmospheric Administration (si prospetta addirittura un -34%).
Zucchero e caffè a livelli record, gli hedge fund in fase di attesa
Sarà uno scherzo della finanza, ma lo zucchero non è mai stato così salato come in questo momento: una delle accelerazioni più brusche del comparto delle materie prime è stata proprio quella del dolce alimento, la quale si è assestata su livelli davvero da record. L’ultima quotazione, infatti, parla di 772,7 dollari necessari per una tonnellata di zucchero, il che equivale a dire che vi è stato un aumento di 3,3 punti percentuali. Tra l’altro, questo rally positivo è stato accompagnato anche dal formidabile guadagno fatto registrare dallo zucchero grezzo (+5%). Come è stato possibile un rialzo simile e come devono comportarsi di conseguenza gli investitori? Il dollaro è sempre più debole nei confronti delle altre divise, ma è stato soprattutto il nuovo piano economico della Fed a far reagire le commodities, con i seicento miliardi di liquidità che dovrebbero agevolare gli acquisti.
Italcementi: migliora l’indebitamento nei primi nove mesi
Grazie ad una attenta gestione dell’attività finanziaria, il Gruppo Italcementi al termine dei primi nove mesi del 2010 ha conseguito una riduzione dell’indebitamento che si è attestato a 2.357 milioni di euro, in calo di oltre 101 milioni di euro rispetto al valore dell’indebitamento alla fine del primo semestre 2010. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stato proprio il Gruppo Italcementi dopo che il consiglio di amministrazione della società quotata in Borsa a Piazza Affari ha esaminato ed approvato i dati dei primi nove mesi del 2010, caratterizzati da un calo dei ricavi consolidati, da 3.847,5 milioni di euro a 3.665,9 milioni di euro, per effetto delle politiche restrittive sui bilanci pubblici adottate dai Paesi delle economie industrializzate. Questo di conseguenza non ha permesso al Gruppo Italcementi di poter consolidare i segnali di ripresa che la società aveva rilevato alla fine del primo semestre 2010. In particolare, il Gruppo Italcementi ha dovuto far fronte nel periodo ad una pressione significativa e di natura concorrenziale dei prezzi in alcuni mercati; ma ciò nonostante, grazie ad incisive azioni di efficienza industriale, il Gruppo Italcementi è comunque riuscito a contenere i costi operativi.
IWBank: clienti operativi e raccolta in aumento
Nei primi nove mesi del corrente anno IWBank S.p.A. ha conseguito sia un aumento dei clienti operativi, sia un incremento della raccolta complessiva della clientela. Sono questi alcuni dei dati salienti e positivi emersi dai risultati consolidati e individuali al 30 settembre 2010 che sono stati esaminati ed approvati nella giornata di ieri, venerdì 5 novembre 2010, dal consiglio di amministrazione della Banca presieduto dall’Avv.Prof. Mario Cera. Nel dettaglio, la raccolta complessiva della clientela è cresciuta del 13,3% a 4.460 milioni di euro a fronte di un aumento del 5,2% a 106.495 dei clienti operativi. Luce verde anche per i crediti a clientela con un incremento del 16,6% a 183,5 milioni di euro, a fronte di un Tier 1 al 12,3%, ed un Total capital ratio al 12,7%. IWBank, in accordo con una nota ufficiale emessa dall’Istituto, nei nove mesi ha portato avanti sia la razionalizzazione delle proprie attività, sia il proprio rafforzamento commerciale.
Gli Etn arrivano anche in Italia: la prima quotazione è di Barclays
Gli investitori italiani dovranno acquisire dimestichezza con una nuova sigla finanziaria che potrebbe riguardarli molto da vicino: si tratta degli Etn, acronimo che identifica gli Exchange Traded Note, strumenti che debuttano per la prima volta nel mercato del nostro paese. Cerchiamo di comprendere bene come funzionano tali prodotti. Anzitutto, l’Etn altro non è che un titolo azionario non subordinato che punta a combinare gli aspetti dei bond e quelli degli Etf (le caratteristiche sono molto simili a questi ultimi): Barclays Bank, banca londinese a forte carattere internazionale, è l’istituto pioniere in questo senso, visto che è stata la prima emittente dei prodotti in questione, dunque non deve stupire più di tanto se anche in Italia il lancio verrà curato dalla spa britannica.
Deutsche Bank, Express e Discount certificates per il Sedex
“Passion to perform” recita espressamente il motto di Deutsche Bank e le nuove iniziative finanziarie dell’istituto di Francoforte confermano questa volontà di porre in essere le migliori performance a livello finanziario: la banca tedesca ha infatti dato il via da due giorni alle negoziazioni di due nuovi certificati di investimento, i quali beneficeranno appunto di questo marchio e della quotazione presso il Sedex, il mercato telematico dove si scambiano prodotti derivati appunto. Di cosa si tratta esattamente? La scelta di Deutsche Bank è andata nella direzione di due tipologie di certificato, l’Express e il Discount, con la proposta di due distinti prodotti. Ma procediamo con ordine.
Gli analisti esteri esaminano i rischi delle obbligazioni italiane
Come viene osservato l’universo degli investimenti finanziari del nostro paese all’estero? L’incertezza politica che circonda l’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi non è certo un fattore positivo in questo senso, gran parte degli analisti si dicono scettici circa performance positive dei principali titoli: anzitutto, c’è da rimarcare che la domanda di maggiori rendimenti da parte degli investitori (si tratta del possesso del debito decennale italiano) è salita fino al suo livello record dell’ultimo mese, attestandosi a quota 155,7 punti base. Nel frattempo, il costo dell’indebitamento dei paesi più a rischio dell’Ue ha subito un importante rialzo, provocato, in particolare, dai nuovi regolamenti continentali in fatto di ristrutturazione del deficit di bilancio. Secondo David Schnautz, stratega presso la filiale londinese di Commerzbank, i risparmiatori non dovrebbero ignorare la portata del rischio politico insito nelle obbligazioni.
Pirelli & C.: investimenti a 1,9 miliardi euro in cinque anni
Dal 2011 al 2015 Pirelli & C. punta ad investimenti per 1,9 miliardi di euro a fronte di una focalizzazione della produzione sul segmento premium che presenta tassi di crescita superiori alla media di mercato. Il tutto a fronte di una contestuale focalizzazione anche su quelle aree che presentano un rapido sviluppo economico, ma anche sui mercati maturi allargando la produzione del segmento premium ai prodotti “verdi” e sostenibili. Sono queste alcune delle informazioni interessanti fornite da Pirelli & C. in concomitanza con la presentazione del Piano Industriale dal 2011 al 2013, quindi triennale, ma con visione fino al 2015. La società punta altresì ad un forte sviluppo nell’area Asia-Pacific, ed a servire il mercato dell’area “Nafta” attraverso un nuovo stabilimento, in Messico, per il quale è previsto un investimento iniziale pari a 210 milioni di dollari. Per i tre anni dal 2011 al 2013, Pirelli & C. stima di crescere con una media annua di espansione dei ricavi dell’8% a fronte di un Ebit che al 2013 è previsto attestarsi all’interno della fascia del 10,5%-11,5%.
Gewiss guarda ai nuovi mercati esteri
Il Gruppo Gewiss mira da un lato alla ricerca di opportunità di business in nuovi mercati esteri, e dall’altro ad investimenti in ricerca e sviluppo con forte concentrazione su nuovi prodotti a tecnologia avanzata; il tutto accompagnato da una spinta commerciale in grado di permettere alla società di mantenere, per quel che riguarda il core business, le proprie quote di mercato. Sono queste le informazioni salienti, per quel che riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, comunicate con una nota ufficiale dal Gruppo Gewiss in concomitanza con l’esame e l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione della società, dei dati dei primi nove mesi del 2010, caratterizzati in particolare da un aumento del fatturato dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre nel terzo trimestre di quest’anno, sempre rispetto allo stesso trimestre del 2009, l’aumento dei ricavi è stato del 7%.