Vianini Industria: prospettive legate al mercato delle opere pubbliche

Per gli ultimi mesi dell’anno in corso le prospettive di sviluppo di Vianini Industria rimangono strettamente correlate al mercato delle opere pubbliche che allo stato attuale non registra ancora dei segnali di ripresa. A comunicarlo con una nota ufficiale è stata la società quotata in Borsa a Piazza Affari in concomitanza con l’esame e l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione di Vianini Industria, dei dati al 30 settembre scorso. In ogni caso, Vianini Industria ha nello stesso tempo posto l’accento sul fatto che il Gruppo dispone di un portafoglio ordini che garantisce comunque l‘operatività societaria; nel dettaglio, alla data dello scorso 30 settembre 2010 il portafoglio ordini di Vianini Industria ammonta a 14 milioni di euro circa che sono potenzialmente espandibili per un controvalore aggiuntivo pari a 11 milioni di euro nel caso in cui i committenti eserciteranno le relative opzioni. Nello stesso tempo, Vianini Industria valuterà nel breve termine ogni ulteriore opportunità di impegno che si presenterà sul mercato.

Entrando nel dettaglio dei dati conseguiti da Vianini Industria nei primi nove mesi del 2010, i ricavi si sono attestati a 9,4 milioni di euro, con una sensibile diminuzione rispetto ai 14,8 milioni di euro al 30 settembre del 2009. Allo stesso modo, il margine operativo lordo è sceso da 1,8 milioni di euro a 784 mila euro, mentre il risultato ante imposte si è attestato a 1,2 milioni di euro rispetto ad un valore negativo per 3,5 milioni di euro nel periodo gennaio-settembre 2009.

Dal fronte prettamente finanziario, al termine dei primi nove mesi del corrente anno la posizione finanziaria netta di Vianini Industria si è attestata a 56,4 milioni di euro segnando una diminuzione rispetto ai 61,2 milioni di euro al 30 settembre del 2009. Al riguardo la società ha spiegato che il decremento è stato dovuto principalmente, al netto dei flussi di cassa generati dalla gestione operativa di Vianini Industria, al pagamento dei dividendi, per un controvalore pari a 600 mila euro, ed all’investimento in azioni quotate per un controvalore pari a 4,9 milioni di euro circa.

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