L’investitore miliardario Warren Buffet, che per alcuni anni è stato l’uomo più ricco del mondo, ha criticato apertamente il nuovo piano di stimolo monetario della Federal Reserve (il cosiddetto “QE3”) lanciato lo scorso 13 settembre. Il piano prevede l’acquisto di titoli garantiti da mutui immobiliari ad un ritmo di 40 miliardi di dollari al mese, senza però una data di scadenza precisa. L’oracolo di Omaha, a capo della holding di investimenti Berkshire Hathaway, ribadisce però la sua stima nella figura di Ben Bernanke.
Stm trimestrale negativa
Stm chiude il terzo trimestre solare dell’anno con un passivo pari a 478 milioni di dollari. Le notizie negative non finiscono, tuttavia, qui: l’azienda dovrebbe infatti ridurre il personale di almeno 500 unità, e fare i conti con il risultato – altrettanto negativo – della joint venture costituita con Ericsson, che a fronte di un fatturato in crescita, mostra un rosso operativo di 148 milioni di euro. Ecco cosa è accaduto alla società italo – francese in un trimestre che si era preannunciato – e confermato – particolarmente complicato.
La Nuova Zelanda emette titoli inflation-linked
La Nuova Zelanda ha provveduto a emettere 2,5 miliardi di dollari locali (poco più di due miliardi di dollari per la precisione) in titoli inflation-linked: per la nazione oceaniana si tratta della prima vendita dal 1999 per quel che concerne questo tipo di debito, oltre che la maggiore offerta singola di sempre. L’andamento dei prezzi al consumo sembra essere una costante per il paese in questione, dato che già quattro mesi fa la Nuova Zelanda era concentrata su inflazione e lungo termine. Non bisogna comunque dimenticare che i “Kiwis” sono specializzati soprattutto nel settore dei covered bond.
Perché investire sui bond high-yield europei secondo Oddo Am
Il mercato europeo delle obbligazioni ad alto rendimento (high yield bond) ha ottenuto paradossalmente un grande vantaggio dall’ondata di downgrade sugli stati sovrani del vecchio continente avvenuta negli ultimi mesi, in particolar modo nelle fasi più calde della crisi del debito in Europa. Secondo Muriel Blanchier, money manager per il comparto obbligazionario per Oddo Asset Management, “il downgrading degli stati ha comportato quasi automaticamente la riduzione del merito di credito di aziende solide e con bilanci sostanzialmente in ordine”.
Da Bnp Paribas due certificati su Adidas e Deutsche Post
La giornata ieri il segmento Sedex di Borsa Italiana ha accolto due nuovi certificati di investimento targati Bnp Paribas Arbitrage Issuance: si tratta, nello specifico, di due Athena Relax Certificates che andranno a prendere in considerazione altrettanti titoli azionari. Anzitutto, bisogna subito specificare che la liquidazione di tali strumenti finanziari sarà di tipo monetario, mentre la modalità di esercizio sarà quella europea. In aggiunta, la negoziazione dei prodotti in questione avrà luogo con una data ben specifica, vale a dire quella che decorre dal secondo giorno di mercato aperto che precede le rispettive date di registrazione.
Ubi Banca colloca bond senior triennale per 750 milioni
Ubi Banca torna sul mercato del debito dopo oltre un anno e l’accoglienza degli investitori è senza dubbio molto positiva. L’isituto di credito ha annunciato di aver collocato un bond senior a 3 anni al tasso fisso del 3,75% per un importo complessivo di 750 milioni di euro. L’ultima emissione obbligazionaria di tipo senior era stata lanciata nell’aprile 2011, ovvero prima che scoppiasse la crisi dei debiti sovrani europei e prima che il settore bancario italiano finisse sotto scacco della speculazione internazionale.
Tobin Tax su investimenti finanziari
Nuovi passi in avanti verso l’introduzione della Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie con i quali i governi di mezza Europa (ora, qualcosa in più) cercano di reperire nuovi fondi utili per i propri bilanci. Ai 10 Stati membri che hanno conseguito l’intesa sulla cooperazione rafforzata per l’istituzione della tassa, infatti, dovrebbero essere concesso di introdurre l’imposta poiché tutte le condizioni necessarie al provvedimento sono state soddisfatte. Ad affermarlo è la Commissione europea, che ha adottato la proposta del Consiglio Ue in materia.
Nokia si affida ai bond convertibili
Nokia Oiy, celebre colosso finlandese attivo nella telefonia mobile, ha provveduto a emettere 750 milioni di euro in obbligazioni convertibili: si tratta di una offerta finanziaria dagli obiettivi ben precisi, vale a dire un utile indirizzamento delle scadenze del debito aziendale. In contemporanea a questo lancio, comunque, il titolo azionario del gruppo è sceso in Borsa. Giusto cinque giorni fa si parlava della società di Espoo, mettendo in evidenza il fatturato Nokia più alto del previsto, perché c’è stato bisogno allora di bond di questo tipo. Anzitutto, gli strumenti a cui si sta facendo riferimento sono previsti in scadenza nel 2017, dunque beneficeranno di una durata quinquennale.
Azionario europeo può crescere del 10% a fine 2012 secondo Ubs
Secondo la banca d’affari svizzera Ubs, gli utili delle aziende europee saranno meno ricchi ma dovrebbe esserci spazio per un’ulteriore crescita del 10% dei listini azionari europei da qui a fine anno. Secondo lo strategist per l’azionario della banca elvetica, Nick Nelson, l’indice Stoxx600 europeo dovrebbe mettere a punto un mini-rally per completare al meglio il trend rialzista iniziato lo scorso fine luglio, quando Mario Draghi dichiarò di voler fare tutto il possibile per salvare l’euro.
In leggero rialzo i futures sul cotone
I contratti futures americani collegati alle performance del cotone sono stati protagonisti di un aumento nelle loro ultime quotazioni: si è trattato di un rialzo non molto evidente, ma comunque utile per consolidare il prezzo finale al di sotto dei settantasette centesimi la libbra. In pratica, gli investitori stanno aumentando le loro scommesse al ribasso sui prezzi, a causa soprattutto delle ridotte scorte. Le speculazioni cinesi sul cotone non c’entrano come un mese fa, ma la situazione è presto detta. In pratica, il contratto più attivo in questo senso, ovvero quello relativo alle spedizioni del prossimo mese di dicembre, si è attestato a quota 76,93 centesimi la libbra presso l’Intercontinental Exchange di New York, con un incremento pari allo 0,07%.
Storico bond decennale per la Bolivia
Un evento a dir poco storico: dopo quasi un secolo di attesa, la Bolivia ha deciso di affidarsi nuovamente ai mercati globali del credito, lanciando per l’occasione titoli obbligazionari che giungeranno a scadenza tra dieci anni e per un importo complessivo pari a cinquecento milioni di dollari. In pratica, l’ammontare in questione è stato scelto basandosi sulla fiducia degli investitori finanziari. Il rendimento garantito in questo caso, inoltre, è di 4,875 punti percentuali, mentre tutti gli altri dettagli utili per identificare un’offerta simile non sono stati resi noti.
Oro e Argento ai minimi da inizio settembre 2012
Non è di certo un buon momento per i metalli preziosi, che da inizio mese hanno messo in piedi una robusta correzione in un clima di maggiore incertezza sui mercati finanziari per i problemi del debito di Spagna e Grecia, ma anche a causa del nervosismo che precede le elezioni presidenziali americane di inizio novembre. Oggi i metalli preziosi hanno aggiornato i minimi più bassi da oltre un mese: l’oro è sceso a 1.706$ l’oncia, mentre l’argento a 31,6$ l’oncia.
Produzione Jeep Fiat in Cina
Secondo quanto ha reso noto il ceo di Fiat e Chrysler per l’Asia, Mike Manley, Fiat starebbe pianificando di riportare la produzione della Jeep in Cina, producendo tutti i modelli di questo marchio nel Paese asiatico. “Fiat è in colloqui molto dettagliati con il partner cinese Guangzhou Automobile Group sulla possibilità di costruire le jeep in Cina” – ha detto Manley. Lì infatti “le opportunità di volumi per noi sono molto significative” – ha aggiunto il manager, per poi precisare che si stanno assumendo in esame le opportunità all’interno dell’attuale livello produttivo esistente.
Rischi e opportunità dai bond di paesi emergenti
L’investimento in obbligazioni emesse da paesi emergenti non viene considerato più tanto rischioso come accadeva ad esempio dieci o quindici anni fa. La crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato come molti paesi emergenti, in particolare asiatici e latinoamericani, siano diventati molto più solidi e in grado di reggere meglio che in passato all’onda d’urto di una grave turbolenza dei mercati. Dopo la crisi del Sud-Est asiatico (1997), della Russia (1998) e di alcuni paesi latinoamericani ad inizio 2000, i mercati emergenti hanno imparato a porre maggiore enfasi sul controllo del bilancio pubblico.