Nuova Zelanda: previsto boom di covered bond per le banche

Le banche della Nuova Zelanda hanno deciso di intensificare il loro utilizzo di covered bond e depositi retail al fine di finanziare i loro programmi di prestito: la scelta in questione si è resa necessaria alla luce del costo delle fonti di denaro che provengono da nazioni estere e che minaccia di rincarare in modo pesante. Tra l’altro, il governatore della Reserve Bank of New Zealand, Alan Bollard, ha fatto sapere che la stabilità finanziaria del paese oceaniano è sensibilmente migliorata, per lo meno da quando è stato pubblicato l’ultimo report, lo scorso mese di novembre. In aggiunta, la fragilità della situazione che si avverte a livello dell’Emisfero Settentrionale si sta leggermente allentando, tanto da poter essere la causa di rialzi per quel che riguarda i finanziamenti all’ingrosso destinati ai prestatori locali.

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Qualsiasi altro disturbo o nervosismo ai mercati finanziari verrà considerato come un “rischio chiave” per gli istituti di credito neozelandesi. Come ha rilevato in maniera opportuna la stessa banca centrale, i costi relativi ai finanziamenti si sono accresciuti in modo significativo nel corso del 2011, tanto che le emissioni principali di debito hanno riguardato proprio i già citati covered bond, strumenti che si caratterizzano, tra le altre cose, per la loro economicità rispetto ad altre forme di debito bancario. Gli istituti in questione, poi, hanno ancora sette mesi di tempo, dunque l’intera durata del 2012, per estendere le date di scadenza di circa venti punti percentuali rispetto a quelle attuali di lungo termine.

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Inoltre, a partire dalla fine del 2015, circa il 70% dei trentotto miliardi di dollari di finanziamento dovranno essere nuovamente sostenuti. D’altronde, gli spread in crescita sul debito stesso hanno incoraggiato le compagnie di maggiori dimensioni, pronte ad emettere titoli obbligazionari e azionari in modo da bypassare i prestatori come fonte di sostegno economico.

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